15/01/2017 | 09.48
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Parla il padre di Sportiello: “Gasperini ha fatto il bene dell’Atalanta"

“Gasperini? Per me è un grande allenatore”. Parola di Antonio Sportiello, padre del portierone cresciuto nel vivaio di Zingonia e appena passato alla Fiorentina. Il rapporto burrascoso nato già in estate tra suo figlio e l’allenatore ex Genoa non ha minimamente scalfito la stima che Sportiello Senior ha per il tecnico piemontese, “uno che sa come fare alla grande il suo lavoro”.

Un addio, quello che il figlio Marco ha dato a Bergamo, che per Antonio è solo un arrivederci. Già, perché per quel ragazzotto nato in Brianza nel 1992 la città orobica è a tutti gli effetti una casa che l’ha adottato come un figlio diciotto anni fa.

Ma ci dica: è vero che Marco a quei tempi doveva essere dell’Inter?
“Certo, è vero. Ha fatto diversi tornei con la squadra milanese, tutti considerati provini. Ma non ci hanno mai dato una risposta concrera. Poi è arrivato l’amico Silvano Pezzali, l’ha portato a Bergamo ed è bastata una semplice partitella: Angelo Messina e il maestro Bonifacio hanno subito voluto tenerlo”.

Se fosse rimasto all’Inter chissà come sarebbe andata, poi…
“Già. Io dico sempre che lo sbarco a Bergamo, nel 1999, è stata la grande fortuna di Marco”.

Quando ha capito che suo figlio avrebbe potuto diventare un professionista?
“Dopo il torneo vinto ad Arco di Trento con gli Allievi nazionali: Marco fece delle cose straordinarie e trascinò i suoi al trionfo. C’era mister Butti in panchina, dobbiamo molto anche a lui così come a Massimo Biffi che ci consigliò di non fare la Primavera a Bergamo ma di andare a giocare in D, per far maturare il ragazzo”.

Scelta giusta?
“Giustissima. Marco a Seregno ha giocato ed è diventato un uomo. Poi a Poggibonsi, l’anno dopo, ha dimostrato tutto il suo valore. Così come a Carpi”.

Poi il ritorno a Bergamo: un anno da secondo a Consigli, prima della grande occasione sfruttata al meglio.
“Marco ha saputo farsi trovare pronto quando è servito. L’Atalanta ti cresce e ti forgia, ma poi per diventare un professionista devi avere fortuna e saperla far fruttare al meglio”.

Bergamo non è stata riconoscente verso suo figlio?
“Non sono d’accordo, io direi che la riconoscenza c’è stata: l’Atalanta, come detto, ha aspettato Marco e ha creduto in lui, dobbiamo tanto a questa realtà. La società ci ha trattato benissimo, così come tratta benissimo tutti i campioncini che oggi sono la sua fortuna”.

Cosa pensa di Gasperini?
“Penso che sia un grande allenatore, uno che sa come fare il suo lavoro”.

Cosa non è andato quest’anno con suo figlio?
“Diciamo che gli scontri avuti nello spogliatoio ad agosto tra Marco e il mister hanno rovinato il rapporto, ancor di più quando questi sono diventati di dominio pubblico. E l’arrivo di Berisha è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”.

Non doveva arrivare il portiere albanese?
“Il suo arrivo non è stato uno sbaglio: Gasperini ha fatto gli interessi e il bene dell’Atalanta. E finora ha dimostrato di aver avuto quasi sempre ragione”.

E suo figlio?
“Mio figlio per dare tutto ha bisogno di sentire la fiducia dell’allenatore, e qui non l’aveva più. Anzi, probabilmente non l’ha mai avuta”.

E’ finito in panchina a causa di un mal di schiena…
“Ma non ha mai avuto quel mal di schiena: è finito in panchina per scelta tecnica, doveva giocare Berisha”.

Aspettava gennaio per andarsene?
“Sì, stava aspettando gennaio per partire”.

Firenze è una destinazione buona, secondo lei?
“Assolutamente sì. Anche se io avrei preferito che Marco finisse la stagione qui a Bergamo, per poi valutare tutto a giugno”.

Perché?
“Perché comunque anche a Firenze se la dovrà sudare la maglia da titolare, a questo punto tanto valeva aspettare. Ma sono certo che tra un mese al massimo giocherà lui”.

Marco come ha lasciato Bergamo?
“Da professionista vero, da calciatore che cerca un’altra occasione. Ma da uomo, ne sono certo, con un po’ di rimpianto: lui ama questa città. Sono sicuro che ci tornerà”.

Infatti un anno fa dichiarò di poter anche chiudere la carriera con l’Atalanta.
“Certo, perché anche lui prova immensa gratitudine per questa società. Ma poi le cose cambiano”.

fonte bergamonews.it

By marcodalmen
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