02/12/2016 | 15.48
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Percassi: “L’Atalanta a gennaio non cede nessuno"

Percassi chiude il mercato di gennaio: “L’Atalanta non cede nessuno. Al massimo…”

In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, il presidente dell’Atalanta, Luca Percassi, ha parlato anche di mercato.

Luca Percassi, dove arriverà questa Atalanta?
"E’ un momento fantastico, la nostra è una squadra giovane e di talento che sta divertendo. Con i ragazzi tutto è possibile ed è difficile dire se abbiano rag­giunto già il top. Spero di no, ma siamo curiosi anche noi di sco­prirlo. Sognare non costa nulla, consapevoli che stiamo già fa­cendo qualcosa di straordinario. La A è un torneo difficile, è il se­sto anno di fila e vogliamo so­prattutto consolidarci".

L’inizio di stagione ha spostato l’obiettivo dalla salvezza all’Europa?
"Con Gasperini avevamo parlato di salvezza tranquilla, con il bel gioco e valorizzando il più possi­bile il settore giovanile: siamo a buon punto con tutto. I 40 punti sono il nostro traguardo, poi chissà cosa potrà succedere...".

L’Atalanta ora è una macchina perfetta, ma dopo la sconfitta in-terna col Palermo nell’ambiente c’era una sfiducia totale. La stessa panchina di Gasperini non sembrava così solida.
"L’avvio è stato difficile anche per episodi andati male: contro Lazio e Samp meritavamo di più. Gasperini era stato confer­mato davanti alla squadra da mio padre dopo il k.o. di Caglia­ri: nel calcio i risultati hanno un peso notevole ma lui aveva la nostra piena fiducia. Magari c’era solo un problema di cono­scenza reciproca. Ha avuto co­raggio, e con i giovani ha accen­tuato quel processo di identifi­cazione totale tra l’Atalanta e il suo territorio. E’ l’uomo giusto nel posto giusto".

Un passo indietro. A fine mercato l’operato suo e del d.s. Sartori era stato criticato. Se le avessero detto che dopo 14 turni l’Atalanta sarebbe stata quarta ci avrebbe creduto?
"Fino a questo punto no. Sem­brava che avessimo smantellato tutto cedendo Cigarini e De Ro­on. Invece eravamo convinti di aver costruito una squadra ade­guata al progetto, competitiva, tenendo d’occhio il bilancio che è la priorità. Noi non portiamo a casa utili ma investiamo ogni anno. E i risultati del settore gio­vanile non arrivano per caso: Gasperini ha fatto maturare ve­locemente i frutti del grande la­voro di scouting di Sartori e Co­stanzi. Ogni anno 6 milioni ven­gono destinati ai giovani e alle strutture che verranno amplia­te: finora abbiamo speso quasi 50 milioni. In Coppa Italia col Pescara il nostro allenatore ha lanciato Bastoni, Capone e Lat­te. Presto ne vedremo altri: per tutti cito Melegoni, è un 1999".

E’ la più bella Atalanta della se-conda gestione targata Percassi?
"Si. Anche quella del ­6 di par­tenza (2011­/12, ndr), con Denis che fa 16 gol e Colantuono in panchina, era una bella squa­dra. Ma quella attuale ha qual­cosa in più: è spettacolare, sba­razzina, sempre viva. La nostra famiglia e i tifosi si divertono nel vederla giocare. Il secondo tempo con la Roma è stato emo­zionante".

Ora dopo le 6 sei vittorie di fila (7 con il successo col Pescara in Coppa Italia) c’è la Juve.
"La Juve è fuori portata. C’è una differenza di valori notevole e vincerà lo scudetto ma ho due rimpianti: l’assenza di Gagliar­dini e il non giocare a Bergamo. A Torino sarà durissima ma non partiamo battuti: vorrei un’Ata­lanta da battaglia, che giochi con la spensieratezza di chi non ha nulla da perdere. Provarci non costa nulla. La Juve è l’uni­ca big contro cui non abbiamo mai fatto punti: sarebbe un bel regalo di Natale da parte dei no­stri giocatori".

Due sfide con i bianconeri: tra il passaggio del turno in Coppa Italia e una vittoria domani cosa sceglie?
"Un risultato positivo in una delle due e sarei felicissimo".

Si profila un mercato di gennaio difficile. Per i suoi giovani c’è la ila. Con la Roma c’erano osservatori di 20 squadre diverse.
"Siamo sempre più convinti di non voler toccare il giocattolo a gennaio. I nostri giovani sono già pronti per giocare nelle big ma abbiamo la forza per dire no e rimandare certi discorsi a giugno. O magari possiamo avviar­li adesso, ma trattenendo tutti fino al termine del torneo. Con il mercato nulla va escluso ma se verrà fatto un sacrificio sarà per migliorarci.

Kessie e la Ju­ve?
"Straordinario, ha una forza incredibile ma vuole restare da noi".

Gagliardini?
"Fisico e tecni­ca, l’esplosione è merito di Ga­sperini".

L’Atalanta cos’è per i Percassi? Azienda o passione?
"Pura passione. Sia io che mio papà abbiamo fatto il settore giovanile dell’Atalanta, lui poi ha giocato anche in Serie A. A casa il primo argomento è l’Atalanta, la prima telefonata alle 8 del mattino è sulla squa­dra. Lui è più passionale, io so­no tifoso ma devo stare attento ai conti: ci completiamo. Il pa­ragone con Achille e Cesare Bortolotti? Due grandissimi presidenti. Fa piacere sentirsi avvicinati a loro".

Lei è stato anche calciatore. Più bravo da terzino o come dirigente?
"Credo dietro la scrivania...(ride). Ero nel settore giovani­le dell’Atalanta e nel 1998 de­cisi di fare un’esperienza al­l’estero. Era il Chelsea di Vialli allenatore con Zola, Desailly, Terry, Leboeuf e Dalla Bona. Debuttai in FA Cup e in Coppa di Lega. In Premier no, lo rim­provero ancora a Vialli... Però forse aveva ragione lui. Poi so­no tornato in Italia ma ormai avevo deciso di dedicarmi allo studio e alle aziende di fami­glia. Poi l’amore per l’Atalanta mi ha riportato nel calcio".

I paragoni tra Atalanta e Leice-ster si sprecano. Ma è vero che a casa Percassi è vietato pronunciare la parola Europa?
"L’accostamento al Leicester fa piacere ma noi non vendiamo sogni irrealizzabili. Dire a ini­zio anno: “Andiamo in Euro­pa” sarebbe una follia. L’accor­do sui diritti tv non ha accor­ciato le distanze tra le grandi e le medio­piccole. Noi quindi possiamo garantire stabilità e bilanci a posto. Se verrà l’Euro­pa saremo in grado di sostene­re un impegno del genere: non ci tireremo indietro".

Progetti. Entro fine giugno ci sarà il bando per l’assegnazione dello stadio.
"E’ un passaggio importante ma noi intanto lo abbiamo già rifatto per metà investen­do 6 milioni. Aspettiamo il bando del Comune. Se lo sta­dio sarà nostro potremo svi­luppare altre idee: un Museo dell’Atalanta lì ci starebbe be­ne".

Una curiosità. Lei realizza la maglia dell’Atalanta ma è anche un super collezionista.
"Vero, a casa c’è una stanza de­dicata al mio hobby: ne ho sei­mila. Quella cui sono più affe­zionato è una dell’Atalanta di mio papà. Se daremo vita al Museo atalantino sarà il mio primo regalo".

fonte gazzetta edizione cartacea
 
By marcodalmen
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