Perché Gasperini farebbe meglio a restare
Un bell'articolo di ieri di Stefano Benzi da today.it che spiega bene perche' il Gasp dovrebbe rimanere dov'e'.
Parla dell'eventualita' che finisca alla Juventus ma basta cambiare il nome con Milan, Roma o qualche altro squadrone in crisi che i parametri e gli ostacoli restano gli stessi: la fretta delle grandi piazze e il carattere del Mister. Eccovi il pezzo
Perché Gasperini farebbe meglio a non accettare la Juventus
La stagione della Juventus guidata da Thiago Motta, che avrebbe dovuto rilanciare le ambizioni dei bianconeri, è già agli archivi con un bilancio insoddisfacente, se non disastroso. E tutto fa pensare che prima ancora di rilanciare il progetto legato all’ex tecnico del Bologna la dirigenza della Juventus abbia già deciso di cambiare tutto. Ancora una volta.
La "vita" torinese di Gasperini
Le voci di mercato che accostano Gian Piero Gasperini alla Juventus si stanno facendo sempre più insistenti, alimentando una riflessione interessante e un po' provocatoria: potrebbe davvero Gasp lasciare l’Atalanta per sedersi sulla panchina bianconera? Il pensiero è legittimo per tanti ottimi motivi. Il ciclo di Gasperini all’Atalanta sembra essere arrivato alla sua naturale conclusione. Tanto che anticipando i tempi, con un colpo di scena che ha sorpreso anche i Percassi, lo stesso tecnico avrebbe rimesso il suo mandato rispetto al termine naturale del contratto che lo legherà all’Atalanta fino al giugno del prossimo anno. Gasperini è torinese, di Grugliasco. Ed è sicuramente juventino, perché alla Juventus c’è nato. Anche se la Juventus con cui aveva lavorato lui per molti anni - prima da giocatore, nel 1967 e poi da allenatore delle giovanili per dieci stagioni - era completamente diversa da quella di oggi.
Alla Juventus Gasperini ha allenato Esordienti (due stagioni), Allievi (altre due stagioni) per chiudere con un lungo ciclo di sei stagioni alla Primavera vincendo il Viareggio nel 2003 in una squadra nella quale cresceva Raffaele Palladino, oggi sulla Fiorentina e considerato una delle possibili alternative a Gasperini anche per la Juventus. Il possibile cambio di panchina tra Gasperini e Thiago Motta a fine stagione sta facendo discutere tifosi, addetti ai lavori e osservatori. Da un lato, la Juventus avrebbe tutto da guadagnare dall’ingaggio di un allenatore con la visione e la personalità di Gasperini. Dall’altro, il tecnico, che ha legato indissolubilmente la sua carriera all’Atalanta, potrebbe trovarsi di fronte a una decisione che cambierà la sua vita e che potrebbe essere l’ultima grandissima occasione di un tecnico longevo, ma alla soglia dei 70 anni.
Gli errori della Juve
La Juventus a dispetto di una dirigenza che nel corso degli ultimi anni ha sbagliato quasi tutto e si confronta con errori che sono costati decine di milioni di euro e che hanno impoverito il patrimonio di un club che non può permettersi altri fallimenti, punta su Gasperini per la sua identità di gioco. Uno stile offensivo, dinamico e senza paura, che ha fatto della pressione alta e della transizione rapida le sue armi principali. Thiago Motta, che deve moltissimo a Gasperini quando il tecnico lo volle al Genoa nel 2008 dopo due stagioni disastrose tra infortuni e pochissime presenze in campo costruendo intorno a lui una squadra meravigliosa, che pure sembrava una scelta plausibile, non è bastato. E la sua stagione in bianconero sembra essere finita, a dispetto di altri due anni di contratto.
L'occasione era prima
La Juventus, dopo la prima era di Allegri, necessitava di una filosofia di gioco europea e che desse freschezza e innovazione alla squadra. E Gasperini avrebbe potuto incarnare il cambiamento ideale allora, capace di stimolare i giocatori riportando la squadra a una mentalità vincente e ambiziosa. Tant’è che a Torino - giustamente - molti tifosi avrebbero voluto Gasperini anni fa, dopo la fine del primo ciclo di Allegri nel 2019, quando arrivò invece Maurizio Sarri. O l’anno dopo quando esonerato Sarri venne chiamato alla prima squadra Pirlo, inizialmente messo sotto contratto per la U23 di LegaPro. Quello poteva essere il momento giusto.
Non c’è alcun dubbio che la Juve rappresenterebbe per Gasperini una chance irripetibile per scrivere un altro capitolo, forse l’ultimo, della sua carriera. Un guadagno facile di gran lunga superiore ai suoi attuali 3.5 milioni di euro a stagione (bonus esclusi). Una bella rivincita per il tecnico rigettato in passato dall’unico top club che lo aveva voluto in panchina, l’Inter.
Le differenze con l'Atalanta
Chi scrive conosce e ammira molto Gasperini: e a dispetto di un carattere spigoloso e a volte non facile, sarebbe bellissimo vederlo su una grande panchina. Personalmente, facendo fede al soprannome che gli appiccicarono i tifosi del Genoa - Gasperson - mi sarebbe piaciuto vederlo in Inghilterra. Perché prima di molti altri allenatori italiani non c’è dubbio che Gasperini abbia rappresentato quel modello di manager factotum che in Italia ha sempre faticato a imporsi. E forse anche per questo ci sono molti motivi per cui Gasperini farebbe meglio a non accettare la Juventus. Qualcuno prima o poi alla Juve dovrà aprire un nuovo ciclo, possibilmente vincente. Ma – opinione personale – Gasperini farebbe meglio a rispondere “no grazie… ”. Sarebbe la storia perfetta, il cerchio che si chiude, il tecnico che vince da profeta in patria dove tutti hanno fallito. Ma il calcio ci ha già insegnato che le storie perfette costruite a tavolino non esistono. Accadono…
Se a Bergamo Gasperini è il padrone assoluto del progetto, e ha costruito una squadra su misura, grazie a una proprietà che gli ha concesso la fatidica carta bianca appoggiandolo in tutte le scelte - anche quelle più divisive come in occasione della separazione dal Papu Gomez - la Juventus, è un club che vive di aspettative immediate e brucianti, di una pressione costante che quasi sempre ‘ammazza’ gli allenatori. Ma non i dirigenti. Gasperini ha già avuto una brutta esperienza in un top club, quando nel 2011 fu esonerato dall'Inter dopo cinque partite, non riuscendo a far fruttare il suo calcio vertiginoso e senza paura in un ambiente che richiedeva risultati immediati.
La pressione esagerata
La Juventus è un club che non perdona e che non offre molte opportunità di errore. In un contesto tanto esigente, Gasperini potrebbe rischiare di essere messo sotto pressione fin dai primi passi, senza alcuna possibilità di sviluppare un progetto solido. Il suo stile di gioco, che ha portato risultati straordinari all’Atalanta, potrebbe incontrare delle difficoltà a imporsi in una realtà come quella bianconera, dove la pazienza dei tifosi è ridotta al minimo. E poi c’è un fattore umano. Gasperini non fa sconti: litiga con chiunque quando è necessario, giornalisti e giocatori, opinionisti e dirigenti. Il ruolo ‘politico’ di un allenatore è fondamentale alla Juventus: Gasperini è caratterialmente quanto di più lontano si possa pensare al tecnico più adatto sulla panchina bianconera.
La Juventus non è un club che consente molta flessibilità in termini di tempo per costruire. Il rischio di essere esonerato in caso di insuccesso è sempre dietro l'angolo. E Gasperini potrebbe trovarsi a combattere contro una mentalità che richiede risultati immediati e a dover affrontare un ambiente di lavoro che non sempre ha tolleranza per errori, anche se di poca entità. In sintesi, la Juventus ha certamente ottimi motivi per puntare su Gasperini: l’esigenza di una nuova identità, il desiderio di un rilancio e di un progetto tecnico e tattico davvero funzionale, la straordinaria capacità del tecnico di valorizzare giocatori.
I rischi
Ma a 67 anni il rischio per Gasperini è ancora una volta quello di trovarsi in un ambiente tossico, avvelenato dagli insuccessi e dal confronto malsano con altri club e dall’incapacità di numerose classi dirigenziali di creare un ambiente sereno e maturo. Gasperini, ancora troppo bravo e attivo per pensare alla pensione, eviti almeno per questa volta il ruolo di allenatore sacrificabile: perché questo succederà in caso di fallimento. Colpa sua e del suo brutto carattere che non si è adattato alla Juventus. Quando forse dovrebbe essere la Juventus a capire a chi adattarsi. E a farlo quanto prima possibile.
Gasperini (foto LaPresse)
