Perché Honest Ahanor all'Atalanta sarebbe un colpo da big europea
Il paradosso italiano
In Italia, si sa, il talento precoce fa più paura che entusiasmo. Siamo il Paese che guarda con sospetto un 2008 valutato intorno ai 15 milioni, mentre altrove ci si accalca per firmare un 16enne col passaporto spagnolo o inglese, senza fare tante storie. Il possibile arrivo di Honest Ahanor all'Atalanta è un affare che ha acceso discussioni polarizzanti: "15 milioni per un ragazzino?" – si chiedono in molti. Ma forse, la domanda giusta è un'altra: quanti club in Italia oggi hanno il coraggio, la competenza e il contesto tecnico per farlo davvero rendere? La risposta è semplice: probabilmente solo questa Atalanta.
Un talento che ha bruciato le tappe
Classe 2008, nato in Italia, origini nigeriane, scuola Genoa. Chi lo ha seguito lo sa: non è un "nome" da hype social, è uno che ha mangiato il campo sin da quando giocava due categorie sotto età. A 14 anni si prendeva responsabilità da leader. A 16 ha vinto l'U18. A 17 ha debuttato titolare in Serie A: il primo 2008 a riuscirci. Non per emergenza, ma per merito.
Il ragazzo ha letteralmente bruciato le tappe nel settore giovanile del Genoa. La scorsa stagione avrebbe dovuto giocare nell'Under 16 con i coetanei, ma ha vestito anche le maglie di Under 17, Under 18 e Primavera rossoblu, segnando all'esordio da titolare contro la Fiorentina nonostante i tre anni di differenza con gli altri giocatori. Un'annata da protagonista in quattro categorie diverse, culminata con prestazioni decisive nell'Under 18 che hanno contribuito alla conquista dello Scudetto, inclusa una doppietta contro la Lazio nei play-off.
Sì, è acerbo. Sì, ha margini enormi su cui lavorare. Ma chi lo ha visto con continuità sa che non è un giovane "da parcheggiare", è uno che sa stare in campo. Si muove da professionista, ha mentalità da professionista.
Dietro il talento c'è una storia che merita di essere raccontata. Honest Ovonranwen Ahanor nasce ad Aversa da genitori nigeriani. Quando si affaccia al calcio, è un ragazzino ospite con la mamma in una struttura d'accoglienza, in attesa di una sistemazione stabile. Viene scoperto da Cristiano Francomacaro, "lo Sciamano", in un campetto di periferia a Cornigliano, mentre stava allenando altri bambini con il suo "Progetto Atletico" di inclusione sociale. Bastano pochi minuti per capire chi ha di fronte.
Un colpo da Dea
Mancino naturale, dotato di fisico possente e velocità devastante, Ahanor è un calciatore moderno che può ricoprire più ruoli. Inizialmente difensore centrale, oggi viene utilizzato come terzino sinistro o esterno di centrocampo a tutta fascia. Le sue qualità distintive sono evidenti: controllo palla e dribbling di alto livello, capacità di lettura del gioco superiore alla media, abilità nel recupero palla e nella pressione alta. Dal basket, sua prima passione, si è portato dietro movimenti e tempismo che lo rendono particolarmente efficace nell'area avversaria.
L'Atalanta è l'unico club in Italia strutturato per trasformare scommesse intelligenti in plusvalenze vere e, spesso, in titolari. La Dea non prende Ahanor per farlo giocare subito 90 minuti ogni tre giorni. Lo prende perché ha un modello in cui un giovane come lui può crescere, sbagliare, migliorare e diventare determinante. Nel sistema di Juric – dove i quinti di centrocampo devono avere gamba, intelligenza e coraggio nell'uno contro uno – Ahanor non sfigurerebbe nemmeno oggi. Non lo metteresti in campo per "disperazione", ma all'interno del contesto ideale per farlo migliorare giocando a ritmi alti. Con la cessione di Matteo Ruggeri all'Atletico Madrid per circa 20 milioni, l'Atalanta ha sia le risorse economiche che la necessità tattica per puntare su Ahanor.
Non è solo l'Atalanta a volerlo: anche il Milan si sta muovendo concretamente. La Dea, però, parte avvantaggiata. Non solo per il progetto tecnico più solido, ma perché può offrire quello che il Milan non garantirà mai: la certezza di giocare in un sistema che valorizza i giovani. Bergamo non è un "parcheggio" per talenti, è una fabbrica di crescita accelerata.
Scommessa intelligente
Spendere 15 milioni per un 2008 è una scommessa, ma non è una follia. I club inglesi, tedeschi e spagnoli lo fanno ogni anno. La differenza? Lì i giovani vengono messi in condizione di esprimersi. In Italia si continua a pensare che il prestito in Serie C sia la strada. Ma basta guardare i Musiala, i Yamal, i Bellingham per capire che il vero salto lo fai se ti alleni e giochi con i migliori.
L'Atalanta ha il coraggio di fare quello che nessun altro club italiano ha il fegato – o la visione – di fare. Compra un ragazzo non solo per ciò che è, ma per ciò che può diventare. Ed è proprio così che si arriva, un giorno, a rivenderlo a cifre che gli altri club italiani non raggiungono nemmeno con i loro titolari.
Criticare il possibile acquisto di Ahanor è lecito. Ma farlo senza conoscere il giocatore, senza capire il modello Atalanta, e senza considerare il contesto europeo, è miope. Non è una scommessa a vuoto, ma basata su dati, visione e coraggio. Ma il calcio italiano, troppo spesso, preferisce il "sicuro" al "possibile", privandosi così di talenti di spessore internazionale.
