Perché Ilicic è esploso così tardi: "E' un vizioso del futbol"
Arrivare al calcio che conta, quello delle grandi notte europee, era probabilmente l'obiettivo di una carriera che avrebbe potuto regalare molti più sorrisi a Josip Ilicic: Stefano Borghi racconta l'incontro decisivo con Gasperini che ha dato vita ad una magia, alla favola vissuta con la maglia dell'Atalanta.
"La morale di questa favola sembra essere 'meglio tardi che mai' se uno come Josip Ilicic arriva a toccare il picco assoluto della sua carriera a 32 anni, arriva ad essere il giocatore che ha fatto più goal nel 2020 nel calcio italiano. Però, vale per uno così: non è per tutti. Devi avere qualcosa di diverso: sembra retorica, ma quando parli del calcio di Ilicic parli di poesia.
Cos'era stato finora Ilicic: fondamentalmente un rebus, un enigma anche affascinante, sempre ambivalente, un talento impossibile da non riconoscere, così come la sua incostanza. Un fisico da atleta greco, da statua, però con un corpo che mandava costantemente messaggi di indolenza. Un calciatore indiscutibilmente illuminante e allo stesso tempo dall'immagine crepuscolare. Poi cos'è successo a Ilicic? Ha incontrato Gian Piero Gasperini, involontariamente gli ha dato l'assist, gli ha regalato la grande sfida, per l'allenatore ingegnoso e coraggioso che si è ritrovato con in mano un materiale pregiatissimo impossibile però da rinchiudere in un sistema, da ingabbiare in uno schema: la sfida era quella di esaltarlo per fare esaltare tutta la squadra. Come? Facendolo divertire".
Il match del 'Mestalla' contro il Valencia ha rappresentato l'apice della carriera di Ilicic, finalmente determinante anche sul palcoscenico della Champions League.
"E' stata la chiave per scatenare uno spirito libero e anche un po', magari, prendendolo in giro, ingannandolo, pensando ad esempio alla serata di Valencia: Ilicic ha passato tutto il secondo tempo chiedendo il cambio, sbuffando, toccandosi i muscoli, facendosi notare in ogni modo. Gasperini lo ha ignorato e a Ilicic non è rimasto che segnare quattro goal per vincere la noia".
Gasperini ha saputo regalargli una strana libertà, dandogli delle regole in un ambiente che di fatto regole assolute non ne ha.
"Cosa ha fatto poi concretamente Gasperini per gestire questo tipo di talento? Ha decostruito per lui il concetto di ruolo: lo schiera come numero 9 e Ilicic non va mai all'interno dell'area di rigore, lo presenta come ala e lo porta dentro al campo, lo porta a giocare nelle posizioni del trequartista. Gli ha dato regole nell'anticonvenzionalità, ha sfruttato il suo talento libero e assolutamente anarchico per certi versi per farne caratteristica della sua squadra e ha presentato uno che fa pause per accelerare il lavoro degli altri, uno le cui finte spiegano quello che succederà. Uno lento, ma che nessuno riesce a prendere: e, in fin dei conti, uno che dà assist come un maggiordomo in frac e vibra colpi come il guerriero più spietato".
Le prodezze di Ilicic hanno scomodato addirittura un certo Jorge Valdano, campione del mondo con l'Argentina e apprezzato scrittore oltre che dirigente calcistico.
"Jorge Valdano, uno che con il pallone nei piedi ha vinto il massimo trofeo che ci sia nel calcio e con la penna in mano lo ha nobilitato come pochi altri, ha scritto di Ilicic che è un vizioso del futbol, come ce ne sono pochi al giorno d'oggi. Un vizioso, nei suoi vizi, prolifera e si diverte: e quando Ilicic si diverte, ci divertiamo tutti".
fonte goal.com