07/03/2019 | 07.41
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Perché la Digos di Bergamo non era vicino ai pullman degli ultra? Cosa non torna

Risultati immagini per ultras atalanta picchiati

I poliziotti di Via Noli in trasferta rimasti ad aspettare il deflusso di tutte le navette dei bergamaschi. Per i supporter referti medici anche di otto giorni. M spuntano anche un manganello telescopico e un primo allarme ignorato. 

Solo l’informativa della Digos di Firenze — al momento nota unicamente al dirigente Lucio Pifferi, ai suoi investigatori e al procuratore Giuseppe Creazzo — potrà dare un quadro completo e preciso della ricostruzione messa a punto dalla polizia sui fatti accaduti nella notte tra il 27 e il 28 febbraio: gli ultrà dell’Atalanta, in particolare quelli del direttivo della Curva che viaggiavano sul primo pullman, sostengono a gran voce di essere stati fermati e aggrediti gratuitamente da un reparto in assetto antisommossa; dalla questura è invece emersa una versione dei fatti che parla di supporter nerazzurri scesi dai pullman pronti allo scontro, forse per puntare a un gruppo di fiorentini che si trovavano al McDonald’s, sull’altro lato della carreggiata della superstrada che porta al casello di Firenze Sud.

I dubbi non mancano, anche sul McDonald’s, dove probabilmente fino a una certa ora c’erano tifosi della Fiorentina a mangiare hamburger e patatine, ma a quanto pare non ultrà della Curva Fiesole in cerca di uno scontro. La difesa dei bergamaschi, con l’avvocato Federico Riva che sta mettendo a punto un esposto sul presunto abuso subìto, punta anche a ricostruire con precisione lo schieramento di polizia: quali reparti sono stati impiegati? Anche quello mobile di Roma che era stato coinvolto negli scontri prima di Lazio-Eintracht Francoforte del 13 dicembre 2018, con un gruppo di supporter atalantini a dar man forte ai tedeschi gemellati? E dove era la Digos di Bergamo? Una risposta, su quest’ultima domanda c’è già: la «squadra tifoseria» della Digos di via Noli, costituita proprio per seguire la frangia più calda dei bergamaschi anche in trasferta, a Firenze c’era. Ma con una disposizione ben precisa della questura locale: gli agenti di Bergamo hanno dovuto controllare tutto il deflusso dei tifosi bergamaschi dallo stadio, dal primo bus all’ultima navetta, in tutto 36 mezzi. Quando l’ultimo pulmino ha lasciato il Franchi, sulla superstrada era già successo tutto, c’era già stato il contatto violento tra la polizia e gli ultrà. Da indiscrezioni, inoltre, emerge la chiamata di una pattuglia della polizia da via Aretina, non lontano dal Franchi, al passaggio del primo pullman partito da pochi minuti: gli agenti hanno chiamato la centrale operativa dopo aver notato alcuni bergamaschi col cappuccio sulla testa o con qualche scaldacollo un po’ troppo alto. Ma dopo la chiamata non è successo nulla, fino a mezz’ora dopo, quando la polizia si è schierata attorno a quel pullman sulla superstrada. 

Sono tutte circostanze che l’avvocato Riva punterà a chiarire con indagini difensive, dopo aver depositato l’esposto, ancora in fase di elaborazione. Nel documento potrebbero essere inclusi immagini e fotogrammi estrapolati dai video girati dai supporter: in una foto in particolare — nota già da giovedì scorso, con una serie di ultrà spalle al muro mentre mostrano i documenti — si vede un poliziotto di spalle con un manganello infilato forse nella cintura e appoggiato alla schiena. Sembra, in realtà, un manganello (o «bastone») telescopico, non in dotazione alla polizia di Stato. Nello stesso esposto confluiranno tutti i referti medici, di una trentina di ultrà bergamaschi, che hanno dichiarato in ospedale di essere stati colpiti dalle forze dell’ordine: ci sono anche prognosi fino a otto giorni.

fonte corrierebergamo.it

By marcodalmen
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