Perche' NON siamo il Leicester
Oggi il quotidiano locale ha intervistato lungamente Ranieri sull'onda emotiva che vede l'Atalanta ripercorrere i fasti del Leicester dell'anno scorso.
Un leit motif trito e ritrito che non solo rischia di creare inutili ed esagerate aspettative tra i tifosi, con il rischio di ricadute pericolose a livello morale su tutto l'ambiente e che si basa su paragoni errati.
Il Leicester, pur essendo squadra tra le meno ricche della Premier, muove un volume in denaro che e' diverse volte il nostro ed è in mano a un miliardario asiatico, non proprio a un mecenate, tifoso e del posto, come il Tone. Basta ricordare come l'anno scorso il Leicester ci pago' Benalouane qualcosa come 7 milioni di euro, nessuna squadra italiana avrebbe osato tanto.
Altra cosa : la distribuzione dei proventi in Inghilterra è molto piu' proporzionata della nostra. Per intenderci, economicamente parlando, c'e' molta meno differenza tra un Leicester e un Manchester United che tra un Atalanta e una Juventus, tanto per dire.
Al di la' delle differenze tra i bilanci, che il campo puo' comunque mitigare, è una delle firme piu' prestigiose della Gazzetta, Paolo Condo' a ribadire il suo "NO" a un paragone come questo
"Atalanta come il Leicester? C'è una differenza: il Leicester l'anno scorso ha disegnato la sua strepitosa traiettoria fino a vincere il titolo, perchè in corrispondenza della sua grande stagione, tutte le altre grandi hanno fallito in Inghilterra. Quest'anno la Juventus non ci pensa nemmeno. E' impressionante dopo 13 giornate: dopo il pareggio del Milan, ci sono 7 punti tra la Juventus e le sue dirette inseguitrici. La targa non si vede a 7 punti".
Per non dire che, dopo 13 giornate della Premier dell'anno scorso "le Volpi" era gia' in testa con 28 punti. Senza avere una Juve quasi imbattibile alle spalle o altre squadre che, oltre la nostra, stanno facendo un campionato oltre le previsioni come Milan, Lazio e Torino. Perche' se siamo a 8 punti dalla vetta è anche vero che siamo un solo punto sopra il Napoli che, ora come ora, è fuori anche dall'Europa League.
E allora, seguendo il Gasp e le sue parole, possiamo, al massimo, dire che si respira un "clima da Leicester" a Bergamo ma considerarci squadra che possa riprenderne le imprese sono arzigogoli che sfiorano la pura utopia.