02/03/2017 | 08.03
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Petagna, attaccante…

I migliori attaccanti goffi in Serie A

Budimir, Simy, Petagna e altri centravanti privi di grazia.

La serie A 2016/17 è diventata la sacra terra del riscatto per gli attaccanti grossi. Kalinic continua ad essere una merce rara con il suo gioco di sponda e i continui tagli in profondità; Dzeko, dopo un primo anno difficile, segna a ripetizione; mentre Mandzukic – addirittura dirottato sulla fascia come il più piccolo degli Insigne – si sta trasformando in una delle armi tattiche più indecifrabili del campionato.

Questi tre però sono grossi in modo atipico: nonostante chili e centimetri riescono a muoversi per il campo in maniera più che dignitosa, diventando utili alla manovra non solo come cristoni che vincono i duelli aerei, ma anche per le loro capacità di giocare un calcio associativo e di sacrificio.

Nel calcio moderno gli attaccanti monodimensionali trovano sempre più difficoltà: per diventare grandi centravanti – oltre a fare tonnellate di gol – sono richieste qualità rare per chi è alto e grosso. Devi essere una ballerina come Lewandoski, oppure uno che si sbatte à la Cavani, magari avere almeno un po’ di quello che ha Ibrahimovic, altrimenti l’Olimpo del calcio ti è precluso. Fortunatamente alla serie A non servono tanti grandi centravanti – ne basta giusto qualcuno – servono più mestieranti zeppi di centimetri, giocatori in grado di dare un senso a quel momento della partita in cui l’unico piano tattico è “palla lunga e poi vediamo”.

Generare quante più seconde palle possibili e far salire la squadra, questo è richiesto agli attaccanti più alti della nostra Serie A, proprio perché mutuando un modo di dire del basket: i fondamentali si insegnano, l’altezza no.

In questa stagione, però, molte squadre hanno confuso l’attaccante alto con quello goffo, ovvero calciatori molto alti e grossi che però queste caratteristiche non se le portano sul campo come un vanto leggero, ma come la spada di Damocle delle loro carriere: da un momento all’altro magari saranno troppo goffi per continuare a giocare ad alto livello ma, per il momento, sono goffi il giusto.

La goffaggine, oltretutto, non è necessariamente una caratteristica negativa: gente come Vieri e Toni non era per nulla aggraziata eppure ha scritto la storia del nostro campionato, ma è vero che se non applicata al giusto talento o determinazione difficilmente essere goffi aiuta ad avere carriere brillanti.

Ecco gli attaccanti col peggior rapporto centimetri/efficienza della serie A, in ordine sparso perché non si spara sulla Croce Rossa.

Andrea Petagna

Andrea Petagna guida il riscatto di tutti gli attaccanti intrupponi. Se solo ti chiudi in palestra fino a farti crescere un collo gigante, se solo trovi il giusto allenatore, i giusti compagni, se solo il sistema di gioco ti si costruisce perfettamente intorno e nessuno ti chiede di segnare mai. Se solo tutte queste cose si allineano come i pianeti di tanto in tanto, un attaccante goffo può essere dignitosamente titolare in serie A. Ma tutto questo non cancella la piccola sensazione di difficoltà che rimanda ogni giocata di Petagna sul campo da calcio. Petagna è quello che da ragazzino faceva cadere l’acqua a tavola, che sudava più di tutti ad educazione fisica, ma che aveva dei muscoli così gonfi che poi finiva per avere sempre ragione.

Petagna – pur ancora molto giovane – è una promessa da diversi anni, tanto da sembrare già una di quelle che finiscono per rimanere tali. È invece sbocciato nel momento in cui, dopo tanto tribolare, è riuscito a venire a patti con il suo fisico inadatto per giocare un bel calcio perdendo 5 chili in un estate. Ha rubato il posto a due attaccanti super agili come Paloschi e Pinilla comportandosi come quello che è: un piccolo carro armato alla testa di tanti piccoli carri armati. Petagna è il terminale perfetto per la squadra di Gasperini, la cui idea di gioco è quella di schiantare gli avversari: lavora duro su ogni pallone, permette un’opzione di risalita rapida alla squadra usando il corpo come un muretto, si sacrifica anche in zone del campo che non dovrebbero essergli congeniali, ma soprattutto ha trovato nell’altruismo un modo come un altro per svoltare. Mentre gli attaccanti coordinati come Higuain segnano 18 gol ma forniscono un solo assist, quelli goffi come Petagna segnano 5 gol (di cui 3 con i primi 3 tiri) ma con 4 assist. Per Petagna dieci gol “sono tantissimi”, proprio perché il suo fisico non è ancora sufficientemente armonico da poterli sostenere.

Rispetto agli altri giocatori di questa lista, Petagna non è così goffo. In questa stagione sta dimostrando di avere una sua dimensione, compiuta, a cui tutti gli attaccanti macchinosi devono guardare con interesse. Tre anni fa, mentre si apprestava a lasciare il Milan per il classico pellegrinaggio delle punte giovani, Allegri gli scrisse in un sms “Puoi sbagliare tutto, ma non l’atteggiamento“, un consiglio che Petagna sembra aver fatto suo. Ecco questo sembra un buon consiglio per tutti quegli attaccanti non baciati dalla dea della coordinazione, lasciar parlare la determinazione, usare quelli che sembrano svantaggi come vantaggi e fregarsene del resto.

Dopotutto la bellezza avrà pure salvato il mondo, ma mai una piccola squadra di Serie A.

fonte ultimouomo.com

By marcodalmen
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