20/12/2018 | 04.44
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Petagna si è raccontato in TV: “..Speravo di rimanere..”

Andrea Petagna si è raccontato su Sky, nella trasmissione “I Signori della serie A” programma spin-off de “I Signori del Calcio”, dedicata ai giovani protagonisti della Serie A.


Ovviamente, in un bel capitolo della lunga intervista, ha parlato dei suoi due anni con la nostra amata Atalanta.
 Lo ha fatto sempre col sorriso sulle labbra, emozionato, dimostrando indubbia umiltà mista a giusta ambizione.
È apparso riconoscente e nostalgico, nonostante una cessione estiva improvvisa a ritiro in corso, ad un passo dal secondo anno consecutivo in Europa.
 
Innanzitutto, Andrea, racconta dei bellissimi due anni che porta nel cuore, riconoscendo di avere avuto una fortuna enorme nell’incontrare Gasperini, definendo un fenomeno colui che poi lo ha fatto maturare calcisticamente, regalandogli ampio spazio nel gioco corale della squadra.
Approfondisce il concetto dicendo che è un allenatore in grado di mettere nelle condizioni, ogni giocatore, di esprimere le proprie caratteristiche al meglio.

Gasperini ha sempre voluto che il suo gioco fosse a servizio della squadra, fino a farlo gioire e ragionare più in funzione degli innumerevoli assist che per i pochi gol segnati.

Insegnamenti che si porterà sempre dietro, due anni in cui si è divertito tantissimo in campo, toccando tante palle e giocando per i compagni come piace a lui; i compagni lo cercavano molto in campo, lui prendeva palla e cercava il Papu, al resto ci pensava lui.

Ha ripercorso i fatidici giorni tra Pescara col Crotone e di Bergamo contro il Napoli, in cui Gasperini buttò in campo quei giovani “sconosciuti”, che sarebbero poi diventati il perno per l’annata storica del quarto posto in classifica.

Tutti compagni, poi, approdati in grandi squadre, da Gagliardini a Spinazzola, Caldara, Kessie, Conti, fino all’amico Cristante, presente nella sua vita sin dalle giovanili del Milan all’età di 10 anni.

L’amicizia col Papu sta continuando a distanza, nata negli spogliatoi e nelle partitelle d’allenamento, e sfociata poi, per divertimento e con enorme successo, sui social network.

Giocare accanto a Gomez e Ilicic è la cosa che gli manca di più, tanta roba, dice Andrea.

E poi l’esperienza in Europa, vissuta con un entusiasmo ed emozione difficilmente ripetibili.

Recentemente, ha sottolineato Petagna, rivedendo le immagini dell’esordio 3-0 contro l’Everton, non sono mancati i brividi.

Il passaggio dell’intervista che riguarda l’Atalanta termina con il racconto della doppietta del 17 settembre scorso, proprio contro di noi.

Ci teneva molto a fare una grande partita contro l’Atalanta, si definisce rammaricato per il fatto che qualcuno si sia arrabbiato per le sue esultanze, che lui etichetta come “liberatorie”, dopo alcune feroci critiche ricevute a Bergamo.
Una esultanza mai compiuta per mancanza di rispetto verso i tifosi.

E poi, parole testuali, “Ho esultato anche per il fatto che mi hanno fatto andare via, dove speravo di rimanere”.

 

Nell’intervista non si fa riferimento al fatto che Petagna sia, di fatto, ancora un giocatore dell’Atalanta, in prestito con riscatto automatico in caso di salvezza della Spal.

Andrea sarà ricordato, probabilmente, come l’attaccante più anomalo della Dea, perno delle due (finora) migliori annate della storia dell’Atalanta.

Un attaccante giovane, generoso, determinante in tantissime gare, eppure uno dei meno prolifici in termini di reti in relazione ai tanti minuti giocati.

Forse per questo è uno dei calciatori più discussi, vera e propria “croce e delizia”, con il potere di dividere gli atalantini tra “amore” e “odio”.

Resterà, comunque e per sempre, il centravanti dell’Atalanta dei record.

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By staff
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