12/12/2021 | 00.30
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Prendiamo le dovute distanze…- By ReMo

Superfluo dirvi, compagni nerazzurri, che il contraccolpo della sconfitta è stato schiantante.

Inutile giocare con le parole e giusto ammettere che ci sono sconfitte possibili, logicamente prevedibili ma non disastrate come ha potuto risultare questa estromissione dalla Champions.

La malefica infilata che da subito ha brutalmente inabissato le nostre attese ha scatenato una ridda di commenti malevoli, irridenti e pieni di odio, inconcepibili per un vero tifoso ed anche assurdi per il pluriennale percorso trionfale che l’Atalanta ha inanellato sotto la conduzione di Gasperini.

Certo essere atalantini non significa avere l’anello al naso e nemmeno le fette di salame sugli occhi e tutti ci siamo resi conto del percorso negativo, partito con una imperfetta formulazione della squadra e culminata col forfait di interpreti che sino a pochi giorni prima erano risultati da urlo. D’ altro canto malgrado i ragazzi siano perennemente nel mirino del Mister, impegnati per raggiungere e mantenere il meglio della condizioni, hanno la perfettibilità dell’essere umani che, non sempre, consente il raggiungimento del miglior risultato perseguito.

I nostri eroi conclamati hanno mostrato la precarietà del proprio tallone d’Achille, presupposto dell’eroe omerico ma comune ad ogni mortale, anche e addirittura per lo stesso Gian Piero.

Abbiamo molte volte rapportato il nostro affetto di tifosi, verso la squadra, a quello che alberga in ogni famiglia, sebbene non mi risulti che la cattiva riuscita di un piatto gastronomico, da parte della mamma, abbia mai suscitato livori da ripudio della congiunta. L’Atalanta è caduta, ma badate bene, mai travolta, visto che il divario passivo è stato di una sola segnatura, con il rimpianto di due legni, in luogo di altrettante segnature: insomma, se resa è stata mi pare resti onorevole.

Eppure come rilevato anche su questo sito, si è scatenata una diatriba incivile, ingenerosa e becera nei confronti di una squadra che tutti, possiamo e dobbiamo dirlo, ci invidiano. Dico invidiano con la precisa intenzione di citare uno dei vizi cardinali, che genera cattiverie assurde e degeneranti.

Sono in molti che hanno, proprio in questa logica, il dente avvelenato con Gasperini e sappiamo da tempo come lo si accompagni con epiteti ed insolenze che gli vengono solo dal fatto di essere uno dei personaggi sportivi più preparato, lungimirante e creativo, la cui squadra raccoglie molti, troppi successi, spesso pesanti anche nei punteggi. La logica di una gratificante novella sportiva, quale è la storia nerazzurra, dal momento del suo avvento, deve avere breve durata, spegnersi in spazi di tempo ridotti, per non disturbare: cosa non avvenuta, che ha indotto fastidi e rabbia in molti media che la propalano a stuoli di poveri mentecatti.

L’evento, tanto lungamente atteso, ha dato la possibilità alla tanta acrimonia repressa, di esplodere con la violenza e l’assurdità tipica dei personaggi non aventi equilibrio, dignità e cervello.

Meglio invidiati che compatiti, si dice, ma la melma che ti tirano è il retaggio conseguente, assurdo ed inevitabile che dobbiamo sorbirci.

Lasciamo che siano i beceri a crogiolarsi nel pantano ma, quantomeno, vediamo di dissociarci, in maniera congrua e consapevole da coloro che pare ignorino l’infausto destino dei ragli d’asino.

Stringiamoci d’attorno alla nostra squadra con una intensità ed un affetto, se possibile ancora e sempre maggiore, certi come dobbiamo essere che saprà rapidamente riprendersi e proseguire verso traguardi che ci attendono.

Ai debosciati invidiosi regaleremo ulteriori motivi di avversione, per noi immotivati ed assurdi, che agevoleranno i loro bruciori gastrici ed anali: con buona pace loro.

Animo Atalanta, abbiamo tre traguardi da perseguire….

 

By ReMo
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