La conferenza stampa si è aperta con l’intervento del presidente della FIGC, Gabriele Gravina, che ha spiegato la scelta di affidare la panchina della Nazionale a Gennaro Gattuso. Una decisione condivisa, sostenuta anche da Gianluigi Buffon, che ha avuto un ruolo determinante nella definizione del progetto tecnico. Gravina ha evidenziato il valore umano e professionale di Gattuso, sottolineando la sua capacità di gestire la pressione e di mettere sempre il gruppo al primo posto. Ha inoltre annunciato il lancio di un progetto giovanile affidato a Prandelli, con il supporto di Perrotta e Zambrotta, in parallelo al lavoro del nuovo commissario tecnico.
Gattuso ha poi preso la parola presentandosi con grande emozione, definendo la nomina come un sogno che si realizza. Ha dichiarato che il suo obiettivo è riportare l’Italia al Mondiale, lavorando sull’unione del gruppo, sull’entusiasmo e sulla mentalità. Ha ribadito l’importanza di formare una squadra, più che valorizzare i singoli, e di riportare gioia e spirito di appartenenza.
Parlando della situazione attuale, Gattuso ha espresso fiducia nelle potenzialità del gruppo e nella necessità di ricreare l'entusiasmo. Ha evidenziato il dato critico del 68% di stranieri in Serie A, collegandolo alla difficoltà di crescita dei giovani italiani, pur riconoscendo i buoni risultati delle giovanili.
Riflettendo sulla propria evoluzione professionale, Gattuso ha sottolineato come negli anni abbia cambiato visione, abbracciando un’idea di calcio più moderna e riflessiva, capace di entrare nella testa dei giocatori, i quali – a suo dire – oggi sono più professionali ma meno inclini a creare gruppo.
Parlando del suo staff, ha annunciato la presenza di Leonardo Bonucci e il coinvolgimento di Prandelli, Zambrotta e Perrotta nel lavoro con i giovani. Ha rivendicato i risultati ottenuti nella sua carriera, sia con il Napoli e il Milan, sia nelle esperienze estere.
Gattuso ha spiegato che il calcio sarà la sua vita quotidiana: viaggi, partite, confronti continui con i calciatori. Buffon, intervenuto a sostegno della scelta, ha ricordato come da giocatore percepisse sempre la compattezza delle squadre allenate da Gattuso, elogiandone la crescita e la volontà di evolversi.
Nel corso della conferenza, Gattuso ha rivelato di aver sentito anche Marcello Lippi, esprimendo il desiderio di ricreare quel senso di gruppo che ha caratterizzato i momenti più alti della Nazionale.
Parlando dei giovani, ha evidenziato l’importanza di approcciarsi a loro con empatia e flessibilità, e ha raccontato con emozione il momento in cui ha ricevuto i complimenti dei genitori. Sul piano tattico, ha dichiarato che i moduli contano poco se non si riesce a giocare nella metà campo avversaria e fare male in area.
In merito ai giocatori che rifiutano la convocazione, ha chiesto collaborazione a Gravina e Buffon per capirne le motivazioni, ribadendo che chi è convocato deve comportarsi con serietà e spirito di squadra, come si faceva un tempo.
Gattuso ha poi spiegato di aver contattato personalmente 35 calciatori, tra cui Chiesa, ribadendo che le porte della Nazionale sono aperte per chi dimostra valore in campo. Ha sottolineato la necessità di aiutarsi reciprocamente in campo per superare le difficoltà.
Riguardo alla recente sconfitta con la Norvegia, ha ammesso che la Nazionale non ha avuto la stessa forza fisica e mentale dell’avversario, e che la maglia azzurra porta con sé una pressione inevitabile, dovuta alla sua storia.
Ha espresso grande stima per il lavoro del suo predecessore Spalletti, definendolo un maestro di calcio e promettendo di mantenere una linea di continuità per via del poco tempo a disposizione per grandi cambiamenti.
Ha chiarito di non essere un sergente di ferro, ma di pretendere il massimo impegno durante allenamenti e partite. Ha poi elogiato la Calabria, sperando che da questa nuova esperienza si possano raccontare solo cose belle, e ha confidato di non aver ancora avuto il tempo per riflettere sulle emozioni personali, essendosi immerso subito nel lavoro.
Buffon ha ribadito che a questi livelli la figura dell’allenatore è importante, ma che serve anche coesione. Citando Mourinho, ha detto che non esistono maghi, ma solo lavoro di squadra, senso di appartenenza e capacità di tirare fuori il meglio dai giocatori.
Gattuso ha infine commentato la situazione di Acerbi, affermando di non averlo contattato per ora perché ha in mente altre soluzioni, pur riconoscendone il valore e mantenendo per lui rispetto e stima.
Gravina ha chiuso la conferenza con un chiarimento su Claudio Ranieri, spiegando che non vi era un accordo predefinito e che la decisione di non procedere è stata reciproca, dopo un confronto cordiale anche con Dan Friedkin.
La conferenza si è conclusa con un’intervista a Gattuso a Sky Sport, in cui ha ribadito l’orgoglio e la consapevolezza della difficoltà della sfida. Ha parlato dei giovani, del problema degli stranieri, e della necessità di vincere e convincere per tornare ai Mondiali.