24/08/2016 | 23.29
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Provaci ancora Gasp

Premessa: il calcio è uno sport e come tale deve unire, soprattutto in questi momenti tragici per l’Italia.
Male la prima, ma ci siamo emozionati. Gli errori e i meriti del mister serviranno per il futuro, ma ci aspetta un campionato divertente e imprevedibile. A cominciare dalla prima trasferta in quel di Genova.


IN FONDO E’ SOLO UNO STUPIDO SPORT

Prima di parlare di calcio una premessa è doverosa. Parlare di tattica e altri argomenti futili dopo la tragedia appena avvenuta in Italia diventa difficile e molti pensieri corrono alle vittime e a chi ora sta impiegando il suo tempo per dare un aiuto, per quanto piccolo, a queste popolazioni terremotate.
Sicuramente anche l’ambiente calcio si mobiliterà per raccogliere fondi, come ha sempre fatto in queste occasioni e come è giusto che sia, avendo gran voce nel campo mediatico e diventando importante veicolo di informazione. Anche i tifosi non sono mai mancati nel dare un supporto, in questi momenti che uniscono ogni regione d’Italia.
Anche in ambito sportivo tutto deve portare all'unire piuttosto che al dividere, a volte anche a discapito del risultato finale. Ho ancora negli occhi alcuni istanti olimpici che ci ricordano come alla base di ogni sport vi sia la fratellanza e la sportività, non la vittoria ad ogni costo. E vorrei che ogni tanto anche il calcio se ne ricordasse, a cominciare da quel “terzo tempo” che sembra così facile da vedere nelle altre discipline e negli sport di squadra, perfino il pugilato e il rugby in cui se le danno si santa ragione, ma nel calcio ancora rimane un’utopia e quando applicato sembra una forzatura della federazione. Eppure dovrebbe essere spontaneo, così come tra i tifosi.
Invece viviamo in una cultura della polemica ad ogni costo, dello scontro dentro e fuori dal campo. Chissà se la “moviola” sarebbe davvero la soluzione, visto che non si potrebbe discutere più di tanto. Ho notato come uno sport strambo come l’hockey su prato in realtà non differisca molto dal calcio, per dinamicità e velocità delle azioni. Si vero, si tratta di una pallina passata e tirata con una mazza, ma esistono le aree, i corner corti che assomigliano ai nostri rigori, i falli, i cartellini gialli, rossi e pure verdi, insomma per molti versi si assomigliano. E se uno sgambetta l’avversario in area o ferma la pallina con il piede, ecco che arriva il corner corto, ma non senza prima visionare la moviola: pochi secondi ed ecco la sentenza dell’arbitro addetto al video. Non ditemi che non sarebbe fattibile anche su un campo da calcio.
Tuttavia i miei dubbi rimangono, perché esistono stadi in cui la decisione dell’arbitro viene accettata serenamente, a partire dai calciatori, forse perché in realtà è l’atteggiamento verso lo sport a fare la differenza.


IL GIUSTO SPIRITO

Devo dirvi la verità, a me Gasperini piace. Credo che sia Colantuono che Reja abbiano fatto un gran lavoro e meritino grande riconoscenza, ma ho sempre desiderato un cambiamento radicale nell’atteggiamento in campo.
Sinceramente credo che la partita debba essere un momento di sano divertimento, che serva per dimenticare tutto il resto e farmi arrabbiare, gioire ed emozionare in generale solamente per quanto avvenga in campo. Se la partita diventa noiosa e prevedibile, al di là di un prezioso pareggio o di un prezioso vantaggio mantenuto fino alla fine, mi posso accontentare come tifoso dell’Atalanta ma sicuramente non mi diverto. E questo è un peccato.
Domenica a fine intervallo sorridevo mentre ero al telefono con un amico disfattista, o realista a seconda dei punti di vista, pensando e riferendo che con questo mister in panchina non mi sarei stupito di una incredibile rimonta. Con gli allenatori precedenti non avrei mai pensato in un intervallo di Atalanta-Lazio 3 a 0 la stessa cosa, per due motivi principalmente: per il fatto che nessuno avrebbe rischiato la goleada pur di rimontare; perché davanti non c’era il Cesena, ma la Lazio che, per quanto rimaneggiata, ha pur sempre ottimi giocatori.
Ci siamo andati vicino, ma alzi la mano chi non è uscito dallo stadio dicendo di aver assistito a una partita emozionante come poche se ne erano viste negli ultimi anni. E la testimonianza è stata l’esplosione del Bortolotti al secondo gol e l’entusiasmo con cui si è provato a trascinare la squadra al pareggio.
Ricordiamo che il mercato è aperto, che questa è la prima prestazione di campionato e soprattutto che in passato abbiamo assistito a partite ben peggiori. Preferivate l’ Atalanta-Verona 0 - 0 di due anni fa?
Sicuramente ci sono stati degli errori, che l’Atalanta ha pagato caro per la sua spregiudicatezza, ma si sa che la coperta corta porta anche a questo: se si è umili e ci si copre poi si fa fatica in avanti, mentre se si attacca dall’inizio alla fine al primo errore puoi lasciare ampie praterie agli avversari.
L’Atalanta ha sempre predicato umiltà, ma se si vuole alzare l’asticella allora bisogna anche rischiare qualcosa. Quest’anno con Gasperini arriveranno anche risultati che faranno storcere il naso e servirà pazienza, soprattutto se non saremo nelle zone più tranquille della classifica.
Un giornalista, seduto di fianco a me allo stadio domenica, ha riferito in radio, dopo il terzo gol dei laziali: “Ma il risultato può ingannare, l’Atalanta sta giocando bene e da quanto visto farà sicuramente un ottimo campionato”. Scongiuri a parte lo spettacolo visto quella sera è stata comunque un’ottima pubblicità, perché la gente dopo tanti anni avrà voglia di divertirsi e con questo mister verrà accontentata, speriamo anche con buoni risultati ovviamente.


IMPARIAMO DAGLI ERRORI

Con la Lazio qualcosa è andato storto e Gasperini lo ha ammesso. Inutile andare ad analizzare schemi e tattiche: se provi tutta l’estate un modulo con certi uomini e poi cambi tutto all’ultimo ti prendi le tue responsabilità, e va dato atto al mister di non averci girato intorno. La velocità con cui è intervenuto in campo fa ben sperare, anche se forse qualcosa andava fatto ancora prima del terzo gol avversario. Sicuramente se fossimo andati in vantaggio con Paloschi avremmo visto un’altra gara e un’altra gestione, ma anche l’atteggiamento sul triplo svantaggio è una grande dimostrazione di forza.
La difesa rimane altissima e quindi diventa importantissimo il filtro di centrocampo e la tattica del fuorigioco, almeno se gli avversari non partono dalla propria metà campo. Domenica ci sono stati errori personali che hanno scatenato le ripartenze e questo è un fattore importantissimo: la qualità del passaggio e la precisione diventano fondamentali per il possesso palla. Se a Paloschi dai un pallone troppo forte e questo spalle alla porta fatica a controllarla è un rischio, così come se effettui un passaggio orizzontale sbagliato che diventa preda dell’avversario. Con questo atteggiamento ogni palla persa diventa una possibile palla gol degli avversari, come in effetti è successo domenica, e servono ottimi sradicatori di palloni o gente smaliziata che non teme il cartellino. Molti si sono stupiti dei solo due ammoniti tra i nerazzurri: in realtà avremmo preferito un giallo in più e un gol in meno dei laziali, così come crediamo che a carte invertite saranno spesso gli avversari a spendere cartellini per frenare le nostre ali. In realtà D’Alessandro per due volte ha costretto Lukaku a rischiare il secondo giallo ma l’arbitro ha graziato il giocatore almeno in una occasione.
Ecco perché forse Gasperini ha avuto timore di rischiare Carmona, un giocatore che in mezzo al campo è fondamentale ma quando non è al meglio sbaglia passaggi elementari. Al suo posto Kurtic non ha fatto meglio da quel punto di vista ma ha mostrato una forma invidiabile. In compenso la nota più positiva della serata è stata la grande prestazione di Kessie, oltre ad un sorprendente Spinazzola, che ha macchiato la sua prova solo in occasione dello scivolone finale su Basta. E Petagna ha dimostrato di poter dare una mano, per quanto giovane e inesperto.
Ripartiamo e facciamoci coraggio. A Genova sarà più difficile ancora, per l’ambiente che Gasperini conosce bene e perché sarà la prima trasferta. A prescindere dal risultato io non vedo l’ora di rivedere la squadra in campo e di farmi sorprendere ancora con una nuova storia. Magari stavolta con lieto fine.
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