14/10/2021 | 21.00
14

Quando Bergamo è meglio che scompaia

da "Atalanta, Fubal e dintorni" - periodico di A.T.A.

-----

Verso la metà del mese di settembre è successa un fatto al quale pochissimi media, sia giornali che televisioni, ha ritenuto opportuno dare spazio.
Più o meno tutti ci dovremmo ricordare di Calciopoli e di cosa successe nell’estate del 2006 quando il calcio italiano venne stravolto dalle inchieste che dimostrarono la pesante commistione tra classe arbitrale ed alcuni dirigenti di squadre di serie A.
A gestire le designazioni arbitrali in quell’epoca erano gli ex arbitri Pierluigi Pairetto e Paolo Bergamo.
A metà settembre di quest’anno appunto, Paolo Bergamo era stato reintegrato all’interno dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA) sulla base dei nuovi regolamenti approvati in questi mesi dalla nuova guida dell’AIA, l’ex arbitro Trentalange.
Fortunatamente questo “rientro” ha fatto andare su tutte le furie i vertici della Figc, con in testa il Presidente Gravina che aveva immediatamente chiesto spiegazioni al signor Trentalange.
All’epoca di Calciopoli, l’ex arbitro Bergamo si era dimesso dall’AIA pochi giorni dopo l’avviso di garanzia per Calciopoli e non prima di ricevere l’avviso. Sulla base di questo fatto puntuale, il reintegro di Bergamo all’interno dell’AIA non poteva essere ammesso (cosa invece possibile se nel 2006 si fosse dimesso prima di aver ricevuto l’avviso di garanzia).
Tempo zero quindi ed il buon Bergamo ha rassegnato le dimissioni, cosa buona e giusta, anche se conoscendo le motivazioni che lo hanno portato a rinunciare ci sorge spontanea una domanda.
Ma come, una persona viene condannata per aver pesantemente condizionato gli esiti delle partite di serie A per anni ed anni come le cronache giudiziarie hanno a più riprese confermato, e lo si reintegra sottotraccia nella stessa struttura?
Per carità, scontata la pena, giusto che una persona a prescindere dal reato commesso possa riscattarsi ed essere reintegrato nel tessuto sociale per una riqualificazione e rivalsa umana che a tutti deve essere sempre concessa.
Se ci è permesso troviamo però singolare che ci sia stato un tentativo per reintegrarlo nello stesso mondo che lui stesso ha contribuito a distruggere in termini di credibilità.
Se proprio il signor Paolo Bergamo, all’età di 78 anni, non riesce a stare lontano dalle gare e vuole continuare a dare il proprio contributo, auspichiamo per lui che possa trovare nel mondo arbitrale delle bocce una valvola di sfogo per la sua passione. Con grandissimo rispetto del gioco delle bocce ovviamente.
By staff
14 commenti