Quaresima atalantina
La nostra attesa, assieme alle nostre speranze e fioretti, non terminerà a Pasqua.
Le nostre campane saranno slegate solo qualche giorno dopo, nella Festa della Liberazione.
Sacro e profano uniti, da sempre, da un filo invisibile.
E a dimostrar la tesi, i calendari (sia gregoriano che calcistico), quest’anno sono pazzerelli.
Come questo mese arido di Marzo che volge al termine, con giornate in cui ci si sente d’estate al sole e d’inverno all’ombra.
Bloccato in questo clima colmo di contraddizioni, tra alti e bassi, come la nostra Atalanta.
Tra grandi vittorie e piccoli passi a vuoto, che sanno tanto di penitenza quaresimale.
Tra polemiche di chi giocherà prima e chi dopo, con l’unico pensiero al 25 aprile, con tante tappe intermedie, come fosse una via crucis da percorrere insieme.
Si potrà anche cadere, ma ci si dovrà sempre rialzare, a testa alta verso l’obiettivo.
In pochi giorni siamo entrati in Quaresima, poi è arrivata la Primavera, e domenica entreremo nell’ora legale, andando a giocare a Parma praticamente alle 11.30 con più di 4.000 atalantini al seguito.
La prima tappa della nostra via crucis, vissuta con innegabile e inossidabile fede.
Tra sacro e profano.
Il filo invisibile che ci unisce è la Dea Atalanta.
Pagno