Questioni di classe

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Alle elementari facevo parte della classe più disciplinata di tutta la scuola. Ci portavano sempre come esempio: sembrava che venissimo da famiglie benestanti, mentre in realtà arrivavamo tutti da quartieri popolari.
Il merito era della nostra maestra, una signora ormai vicina alla pensione, nata a cavallo di due secoli: robusta, severa, ma anche buona e giusta.
La nostra compostezza, però, svaniva ogni volta che arrivava una supplente. Bastava poco, e la classe diventava un caos: nessuno riusciva a contenere la nostra vivacità. Quando la maestra titolare tornava “volavano gli stracci”, come si dice dalle nostre parti. Ogni volta.
Mi è tornato in mente quel periodo leggendo quanto successo a Udine, durante la partita, che molti nostri lettori hanno notato e cioe' un gesto di intolleranza tra Lookman e Pasalic. Io non l’ho visto, non me ne sono accorto, e sinceramente non voglio nemmeno andarlo a cercare nei filmati: temo di trovare conferma di qualcosa che, ultimamente, accade un po’ troppo spesso.
Nelle ultime partite abbiamo già assistito a piccoli screzi tra Bellanova e Samardzic, tra Ederson e De Roon, tra Ederson e CDK e persino a qualche parola "convinta" contro il gruppo e ai microfoni da parte di Marco Carnesecchi. Ma come mai fino a poco tempo fa non volava una mosca, e ora si moltiplicano questi “dispettucci” tra compagni?
Il vecchio Vujadin Boskov diceva che “la testa dei calciatori serve solo a tenere insieme le spalle”. Forse la precedente gestione tecnica era così impegnativa e mentalmente pressante che, ora, i giocatori si sentono più liberi — forse troppo — di esprimersi come vogliono?.
Mi viene in mente la prima Inter dopo Mourinho e il Triplete: dopo la sua guida e i suoi trionfi arrivarono Benitez, Leonardo e lo stesso Gasperini ma nessuno riuscì davvero a domare quel gruppo ormai “liberato” dall’influenza psicologica totalizzante del portoghese e dei successi ottenuti sotto la sua ala.
Ecco, temo che mister Juric possa trovarsi in una situazione simile: non so se per mancanza di capacità, ma perché deve gestire una squadra che si è appena scrollata di dosso il peso, e forse anche la disciplina ferrea, dell’era Gasperini e della sua personalita' geniale ma anche bipolare e, dunque, obbiettivamente non facilissima da sopportare.
E non è facile ristabilire subito un equilibrio quando si passa da un controllo totale ad, anche solamente, un poco piu' di libertà improvvisa. Se dovessi aver ragione vedo gran poche possibilita' che il Comandante Ivan riesca a raddrizzare la baracca. Sono incroci di caratteri ed abitudini acquisite, la preparazione tattica ed atletica non c'entrano.
Vediamo cosa succede tra Marsiglia e Sassuolo. Sicuramente dopo queste due partite ne sapremo ancora un po' di piu'.
Calep
By staff