03/12/2018 | 11.45
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Il quotidiano di Napoli sulla questione cori e sulle dichiarazioni di ieri del Gasp

Questo e' quanto scrive in data odierna il quotidiano di Napoli "Il Mattino" nella sua versione cartacea

 

Atalanta-Napoli
Gasperini e i cori razzisti che brutta figura con Ancelotti
Pino Taormina

GASPERINI: «SUI CORI SI FA SPECULAZIONE»

L’allenatore dell’Atalanta minimizza la questione sollevata da Ancelotti
«Si cercano polemiche sul nulla, a Bergamo clima fantastico per giocare»

Giampiero Gasperini, uno dei grandi signori del calcio italiano quasi sdogana i cori razzisti degli ultrà: «I cori? In queste ore ho sentito parecchie cose di cattivo gusto, soprattutto speculazioni rivolte alla polemica. L’ambiente di Bergamo è sempre stato fantastico per giocare a calcio, certamente lo sarà anche nella gara con il Napoli».
È la risposta del tecnico dell’Atalanta sui rischi di una possibile interruzione della partita in caso di cori razzisti o di discriminazione così come sollecitato sia dai vertici della Federcalcio.


L’allungo della Juve a +11, dopo la tredicesima vittoria in quattordici partite, obbliga il Napoli a non compiere passi falsi nelle prossime giornate se vuole tenere aperto il confronto a distanza con la capolista. Dunque, a otto giorni dalla sfida decisiva per l’accesso agli ottavi Champions, gli azzurri non si lascino distrarre dal pensiero del Liverpool ma siano concentrati sull’Atalanta e una partita da sempre complicata per fattori tecnici e ambientali.

Nello stadio Azzurri d’Italia ascoltiamo da anni vergognosi cori contro Napoli e il Napoli: durante una partita addirittura li urlava un gruppo di piccoli tifosi atalantini in tribuna. All’arbitro Giacomelli è affidato stasera il compito di valutare il peso di queste offese e decidere la sospensione della partita, come prevede l’articolo 62 delle norme federali. Vedremo se l’appello di Ancelotti e soprattutto il monito di Gravina sono stati motivi di riflessione per gli ultrà di Bergamo come di altre città dove il gioco preferito nelle curve è l’insulto ai napoletani, finora sanzionato in maniera sporadica e blanda. Servono misure forti perché non si può offendere i morti, come è accaduto a Firenze, o un popolo. Auguriamoci di assistere non a una serata di squallore razzista ma a una bella partita tra due squadre d’attacco (25 i gol dell’Atalanta e 26 quelli del Napoli).

Dovrà in particolare augurarselo Gasperini, che ha dichiarato: «I cori? Speculazioni di cattivo gusto. Il clima e l’ambiente di Bergamo da qualche anno sono fantastici per giocare a calcio. Il resto sono tentativi di sviare». Davvero nelle precedenti Atalanta-Napoli l’allenatore non ha sentito cori razzisti? E allora ha ragione Thuram quando dichiara che il vero problema è l’indifferenza di allenatori e calciatori davanti a questo male.

Nelle ultime due partite interne l’Atalanta ha vinto su Parma e Inter, realizzando sette reti. È la squadra in cui hanno segnato di più i difensori (dieci gol), la fantasia del Papu Gomez può fare la differenza, così come temibile è la forza fisica di Zapata, l’attaccante colombiano che fu preso dal Napoli come vice Higuain e che ha dovuto poi cercare gloria altrove. La lezione della partita con il Chievo dovrebbe essere servita agli azzurri. Si complicherebbero la vita sbagliando l’approccio anche nella partita di Bergamo, giocando a bassa intensità, al contrario di quanto chiede Ancelotti. L’Inter, che si presentò qui dopo il match con il Barça, venne presa a pallate dall’Atalanta. L’obiettivo del Napoli è il passaggio agli ottavi Champions, ma si deve tentare di restare nella scia della Juve, che al momento appare insuperabile, e comunque staccare l’Inter che ieri sera l’ha raggiunta.


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L’esperto: «Razzismo? Si giochi a porte chiuse»

Francesco Bocchini, docente di diritto pubblico e avvocato dell’Associazione Calciatori e dell’AssoAllenatori replica alle parole di Gasperini. «Speculazioni di cattivo gusto? I cori dei tifosi che esprimono discriminazione nei confronti dei calciatori, degli allenatori e delle tifoserie avversarie, che rappresentano l’immagine della città, sono, per la giurisprudenza della Corte di Cassazione, aggressioni verbali prive di ogni considerazione critica. C’è, per la giurisprudenza penale, una lesione della persona, sia sotto il profilo della dignità che sotto quello del disprezzo dell’immagine pubblica, che non può passare inosservata. Infatti, la giurisprudenza della Corte Costituzionale ha sempre ritenuto che la persona umana sia il fine dell’organizzazione sociale. Ecco perché dobbiamo riflettere sull’applicazione di sanzioni più rigide, perché la pena, in uno Stato di diritto, ha una funzione non tanto afflittiva ma soprattutto preventiva. E sanzioni come la chiusura degli stadi avrebbero una funzione preventiva fondamentale. Non basta l’ammenda perché è una pena troppo blanda rischia di mettere in crisi l’efficacia della normativa, e quindi l’effettività della pena ben più rigida prevista dalla normativa sportiva, come la chiusura degli stadi o la squalifica del campo».


OCCHI PUNTATI SU GIACOMELLI TOCCHERÀ ALL’ARBITRO FERMARE LA GARA COME DA
INDICAZIONE DEI VERTICI DELLA FIGC

L’indignazione per il becerume di tante curve italiane in qualche modo è sorprendente, e chissà se è del tutto sincera. Uno spera che segni un nuovo inizio. Se lo augura, vista la mobilitazione. Poi però arriva Giampiero Gasperini, uno dei grandi signori del calcio italiano, che con un’alzata di spalle, usando parole che suonano come un comodo lasciapassare per gli ultrà razzisti quasi li sdogana: «I cori? In queste ore ho sentito parecchie cose di cattivo gusto, soprattutto speculazioni rivolte alla polemica. L’ambiente di Bergamo è sempre stato fantastico per giocare a calcio, certamente lo sarà anche nella gara con il Napoli». Ed è quello che tutti si augurano, ovvero di non sentire ripetere quei buu razzisti contro Koulibaly che a gennaio di quest’anno hanno portato alla chiusura della curva (pena sospesa) o quei cori sul Vesuvio di cui, a dire il vero, lo stadio di Bergamo non ha certo il copyright.

L’ATTESA
Nessuna società, nessun presidente, ha mai avuto il coraggio di dire no, noi non ci stiamo, quel linguaggio e quella bassezza non ci appartengono, quella gente non è la nostra gente. Perché dovrebbe dirlo un allenatore? D’altronde, anche Massimiliano Allegri, che ha giustamente invocato la galera per gli autori delle scritte vergognose sull’Heysel e contro il grande Gaetano Scirea apparse all’esterno dello stadio Franchi di Firenze, è lo stesso che dopo un’oretta ripetuta di cori offensivi della curva juventina contro Napoli e i napoletani rispose in conferenza: «Io non ho sentito nulla». Già, perché dovrebbero essere loro a mettersi contro i propri ultrà? Marco Giampaolo, che pareva in pole per il dopo Sarri, al termine di Sampdoria-Napoli, l’unica gara della nostra serie A interrotta per cori di discriminazione territoriale, candidamente ammise: «Non è razzismo, sono solo sfottò». Beato lui che vi
trovava qualcosa per cui ridere.

LA DERIVA
A Napoli, gli striscioni apparsi alla Sanità contro la Juve, quelle scritte disonorevoli, sono già finite nel mirino della Digos e degli uomini della questura di Napoli, diretti da Antonio De Jesu. Anche lì, ma che razza di ironia ci può essere nello scrivere: «Non ho ucciso mia moglie perché mi tradiva ma perché era juventina?». È l’anno terribile dell’intolleranza, degli ultrà ricattatori, della violenza verbale in curva e in tribuna. Vengono esposte senza alcuna opposizione scritte che oltraggiano il dolore e la morte, e dove dissociarsi dovrebbe essere l’abc. Non sempre è così, ed è un vero peccato.

ARBITRO AL CENTRO
La trasferta è di quelle non vietate. Serve la tessere del tifoso ma saranno quasi in mille questa sera. Anche loro, osservati speciale. Proprio come quelli dell’Atalanta che hanno annunciato che non rinunceranno ai loro coro di sfottò tipo «noi non siamo napoletani». Cosa farà Giacomelli in tal caso?
L’indicazione della Figc dice di interrompere la gara per quelli più pesanti tipo «Vesuvio lavali con il fuoco». Dunque, attenzione massima da parte sia del direttore di gara che dei suoi assistenti. Perché è chiaro che dopo le parole di Carlo Ancelotti, nulla può passare sotto traccia. È il momento per l’Italia del calcio di usare la clava contro ogni sospiro di razzismo e dintorni, riuscendo di fatto a far recepire le norme più dure.

By staff
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