E’ consolidata da secoli la certezza che uno dei santi destinatari del maggior numero di richieste di grazie sia sant’Antonio. Qualcuno interpella il santo abate, quello titolato alla protezione delle antiche stalle dei bergamini, mentre la maggioranza propende per quello venerato a Padova.

La situazione contingente che sta conducendo sempre più in alto l’Atalanta ed in particolare lo scatto qualitativo di quel Robin, calcisticamente nato a Bergamo di cui è un orgoglio, ma ormai ingolosisce le più grandi società calcistiche, mi induce a rivolgermi ad un terzo Antonio, quello che ormai tutti i suoi colleghi definiscono ‘beato’ per la situazione pregevole ed efficiente che ha saputo consolidare, nella squadra e nell’ambiente.

L’oggetto della richiesta non è particolarmente originale, in quanto tutta la tifoseria sta più o meno considerando questo intervento pressante, indispensabile e forse, anche dovuto.

L’elettricità delle prodezze di Robin, se da un lato ci carica, rischia di folgorarci in vista del dilatato
interesse che si tradurrà in sonanti richieste di cessione.

La cosa, se da un lato solletica tasche sociali e saccocce private, a noi tifosi trasfonde la grande paura di perdere una pedina fondamentale del nostro schieramento, proprio ora che il titolo di reale ed assoluta efficienza della squadra sta quagliando prospettive sempre più concrete.

Tutti percepiamo l’abilità commerciale del nostro Presidente e ne godiamo in quanto ha consentito di veicolare la crescita della squadra e dei comuni sogni di gloria, in maniera incredibile.

Al di là delle sue professioni di contenimento delle ambizioni, dissimulato nel puntare alla salvezza, abbiamo percepito il desiderio di dare un senso concreto al miracolo in corso, anche se respingere i piatti d’oro che gli saranno profferti, cozzerà in modo sensibile sul quadrante economico del suo essere, coniugato nel significato di avere.

In parole spicce chiedo, anche a nome di tanti altri che immagino associati a questa richiesta, che il nostro Presidente, quantomeno per la prossima stagione, non privi la squadra della potenzialità che è in corso di espressione, al fine di rendere operativo l’intendimento di puntare concretamente in alto.

L’età del ragazzo ed il suo proseguo del percorso di crescita non metteranno a rischio un valore che non subirà flessione, ma che andrà bensì a consolidarsi ulteriormente, proponendosi per una vendita ancora più interessante.
Sulla parete esterna delle Mura vidi, in passato, germogliare piante di fico selvatico, con i relativi frutti che, nonostante il trascorrere del tempo restavano piccoli e solidi come una pietra.

Non lasci che una squadra eccezionale come la nostra resti anonima come tutte quelle che formano la predominanza sterile: non lo merita il suo pool aziendale, la sua famiglia e manco la più grande, fantastica ed appassionata tifoseria che la sostiene.

Stringersi un attimo attorno al momento di maggiore potenzialità ed accendere quel poco in più di propellente verso la tanto agognata meta, sarebbe un regalo per tutti i riferimenti che sostengono e fanno grande l’Atalanta, a partire da lei.

Ce lo deve come compensazione al fatto di essere stati, come sempre ci raccomanda, BRAVI.

Come io richiedo ed auspico possa essere anche lei, signor Presidente.

La ringrazio comunque, a nome mio e di non pochi altri.

Forza Atalanta !!

ReMo