24/02/2018 | 11.45
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Riconquistiamola! - by Giuliobas

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Hey, piccolo, piangi pure perché tutti in quel momento così particolare e pieno di pathos abbiamo reagito così. Sono passate ormai più di ventiquattr'ore, eppure il nostro cuore nerazzurro non si è sbarazzato di quell'amarezza ancora vivissima, una ferita aperta che rimarrà per sempre nella nostre menti.


Sotto la pioggia, insieme alle gocce d'acqua sono scese tante lacrime di tutti, nessuno escluso, anziani, papà, mamme, ragazzi e bambini, proprio come questo piccolo tifoso. Un bambino che ogni sera prima di addormentarsi e dare il bacio della buonanotte ai genitori era solito sentirsi raccontare una fiaba che terminava sempre con un liete fine che lo faceva scivolare sotto le coperte sereno e immergere nel mondo dei sogni tranquillo.


Ecco giovedì sera, il sogno era diventato realtà, lo scenario non era proprio la sua cameretta colorata e il suo letto caldo ma un Mapei Stadium stracolmo di passione, il suo abbigliamento era tutt'altro che il pigiama comodo ma una giacca pesante a scalfire l'acqua ed una sciarpa neroazzurra intorno al collo. La favola Atalanta è gia iniziata da molto tempo, un anno e mezzo fa quando il Principe Azzurro Gasperini "baciandola" e sposando la Dea, cambiando completamente la mentalità della squadra, ma ora in una serata di fine febbraio cerca l'ennesimo lieto fine di un'avventura già di per sé incredibile che l'ha vista assoluta protagonista giocando a viso aperto contro Everton, Lione e anche a Dortmund. Toloi segna sotto la Tribuna Sud, prendendosi la rivincita dopo le sbavature in terra teutonica, lo stadio esplode, i minuti passano lenti e inesorabili, la tensione sale, i tifosi guardano una volta il campo e una il tabellone, non ci stanno più dentro.


La gara viaggia sul filo dell'equilibrio, un gol dell'Atalanta avrebbe chiuso i conti e reso il finale di gara una festa, un gol del Borussia invece avrebbe voluto dire salutare la competizione: Papu dopo cinquanta metri di corsa, servito alla perfezione da un fenomenale Cristante,  spara su Burki, mentre dall'altra parte Berisha non trattiene il pallone e per Schmelzer è un gioco da ragazzi spingere la sfera oltre la linea e portare la sua squadra dritta agli ottavi. È come un gancio secco ricevuto da un pugile e l'Atalanta non si rialza. O meglio non si rialza solo nel punteggio, ma a testa alta si prende i meritati applausi che appena il signor Manzano ordina la fine del match sgorgano quasi istintivi, spontanei da tutto il suo popolo. Il grande sogno crolla, si scioglie, quel sogno che ha spostato migliaia e migliaia di tifosi perché "Siam Bergamaschi e non conosciam confine".


È stato bello, dopo 26 anni siamo tornati a respirare l'aria europea e ne siamo usciti alla grande "...Ma c'è il dolore che sale e fa male", come cantava Arisa in una canzone dannatamente bella quanto malinconica, il rammarico di essercela giocata sempre alla pari, senza mai snaturare il nostro credo e le nostre caratteristiche e fatta sfuggire per qualche errore di troppo. 


Piangi pure, piccolo mio, perché tutti lo abbiamo fatto: chi con le lacrime,chi anche solo nel cuore. Piangi ma sii orgoglioso di questo gruppo, di questo mister e di questa società: ci hanno regalato qualcosa di stupendo, hanno reso a tutta la gente che attendeva questi momenti da una vita indimenticabile questo cammino pieno di emozioni: le memorabili trasferte in monumenti del calcio mondiale come il Goodison Park che trasuda di football o il WestfalenStadion che dà l'idea della grandezza della nostra Atalanta, forse ammirati soltanto in TV, le volte in cui si è esultato tanto da perdere la voce, i battiti incessanti del cuore che, messo a dura prova in molte circostanze, pompava alla velocità della luce, gli abbracci scambiati e anche i pianti. Si non ci vergognamo, abbiamo pianto di gioia prima e poi la scorsa notte di tristezza come quel tenero bambino che si è visto infrangere la favola più bella alla quale mai aveva assistito.


Un grazie particolare a tutta l'Italia che per una sera si è vestita di neroazzurra ed ha tifato per la compagine bergamasca: gli apprezzamenti e i complimenti devono rendere fieri tutti, dal presidente,ai giocatori passando per i tifosi.


Forse il destino non è mai stato particolarmente favorevole alla Dea e ai suoi tifosi abituati ad ingoiare bocconi amari e nemmeno nel doppio confronto con i gialloneri la fortuna ha sorriso all'Atalanta. E questo fa male, tanto male. Nella testa non smetteremo di rivivere come in un film la cavalcata neroazzurra, sarà come un martello pneumatico che picchia nella nostra testa quasi a trovare una consolazione, ma la racconteremo comunque con grande orgoglio a figli e nipoti. Lo farai anche tu piccolo atalantino, spodesterai la solita fiaba di Cappuccetto Rosso e inizierai a narrare con fierezza quella della Dea. Le sconfitte non fanno mai bene, ma da esse si imparano gli errori e si riparte più forti di prima. Perché questa eliminazione dall'Europa League non deve essere un addio ma un "Arrivederci": e per far sì che sia così non bisogna mollare assolutamente di un centimetro,


RICONQUISTIAMOLA!


E allora sai cosa ti dico: hey piccolo, non piangere più,l'Europa è casa nostra, la Favola ricomincerà e avrà un finale ancora più bello!

By staff
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