31/01/2020 | 23.10
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Il rito ed il Santo

masiello portafortuna

Il rito per noi tutti è quello di andare all’Atalanta, di solito al Brumana o al Bortolotti per i più vecchi, o al Gewiss Stadium per chi si avvicina e non conosce la storia, per pochi o addirittura nessuno credo l’Atleti azzurri di Italia nome che mai ha incontrato i favori della tifoseria nerazzurra.

Ma il rito non è solo questo, è anche fare qualcosa o indossare qualche capo che ricordi altre occasioni in cui i nostri hanno vinto, meglio se giocando bene.

Fra 20 giorni si tornerà a San Siro, stesso orario della metro, stesso punto di incontro con l’amico e compagno di classe (ormai tante primavere fa) con cui ci diamo appuntamento prima della partita e con cui tornerò a Bergamo dopo, stesso panino e stessa birra, mangiati e bevuti in pedi in mezzo al viavai dei tifosi in attesa di entrare allo stadio. Stesso orario per entrare, prima, un bel po’ prima perché l’atmosfera che si gusta prima dell’incontro è parte integrante dello spettacolo, per guardare il riscaldamento dei nostri e scaldare la voce per i cori.

Diverso però sarà per Andrea “il Santo”.  Andrea non sarà li, almeno non con addosso la nostra maglia a salutare i tifosi a calcare quel terreno. Voglio credere che sarà con noi con lo spirito, attaccato alla tv. Meglio ancora voglio sperare di vederlo lo stesso a bordo campo prima della partita a salutare e tifare quelli che erano i suoi compagni fino a pochi giorni fa. Mi accontenterò anche di vederlo inquadrato dalla tv mentre in tribuna gioisce per un nostro goal.

A quel punto il rito ed il Santo si incontreranno per celebrare quella che in modo un po’ profano, può essere chiamata la liturgia dei tifosi. Voglio pensare che il mio rito abbia contribuito, insieme a quelli di tanti altri tifosi, a portarci avanti e che il turno successivo potremo partecipare tutti, ancora più numerosi ad una nuova celebrazione presso lo stadio intitolato ad un santo ed insieme al Santo.

By brignuca
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