Rocchi: 'Il tempo effettivo stravolgerebbe il calcio'
La pausa per le nazionali capita nel momento forse peggiori per gli arbitri italiani, visto che arriva dopo una giornata di campionato che ha visto più di un episodio controverso, che hanno riportato in auge la discussione relativa al VAR.
Non una mezzi termini Gianluca Rocchi, designatore arbitrale CAN A e B, che è intervenuto alla presentazione della seconda edizione del Codice di Giustizia Sportiva FIGC: «Se sono soddisfatto degli arbitraggi di questa ultima giornata? No».
Su quanto riguarda l’uniformità di giudizio, con episodi simili che vengono interpretati in maniera diversa, non solo dagli arbitri in campo, ma anche dagli addetti al VAR: «La formazione è fondamentale, specialmente in un gruppo. Noi siamo 46 arbitri: o metto un chip dentro ciascuno di loro, oppure ognuno ha una testa pensante e una sua filosofia. L’obiettivo è avere una linea comune: possono essere liberi di rappresentare il proprio pensiero, ma se prendiamo una decisione va seguita tutti insieme. L’ideale sarebbe avere omogeneità al cento per cento, ma è praticamente impossibile: si tratta di essere umani. Anche con una norma scritta benissimo, resta a chi giudica la possibilità di interpretazione».
Sulla possibilità di introdurre nel prossimo futuro il VAR a chiamata, opzione prevista negli sport come volley, tennis e football americano: «Sono proposte su cui c’è una discussione IFAB, non posso discuterne troppo. Per quanto riguarda il challenge, è una soluzione alternativa. O meglio, potrebbe essere una soluzione complementare per il calcio di vertice: l’obiettivo è avere una decisione corretta. Per quanto riguarda il tempo effettivo, stiamo lavorando sulle perdite di tempo e su altro: se dovesse arrivare nel calcio, stravolgerebbe questo sport, ma probabilmente tutti giocherebbero gli stessi minuti».
Tornando sul VAR a chiamata: «L’esperimento che è stato fatto esclude la chiamata dalla sala di controllo, però stiamo parlando di un torneo dove le camere erano pochissime. In caso di tornei molto più coperti da questo punto di vista potremmo avere la doppia soluzione. La nostra idea sarebbe di avere operatori al VAR solo di ruolo, ci siamo accorti che hanno una filosofia un po’ diversa. La separazione è fondamentale, se si lavora su un gruppo piccolo le interpretazioni sono più comuni che su un gruppo grande. Anche se molto criticati, i nostri VAR sono molto apprezzati e riceviamo ogni settimana offerte dall’estero. Ne mandiamo pochi perché siamo pochi, dispiace aver perso Irrati e Valeri, ma dimostra la bontà del lavoro fatto».
fonte calcioefinanza.it