27/09/2019 | 10.15
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Da Roma: analisi tattica della partita

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ROMA ATALANTA – Quando gli eco e gli entusiasmi di Bologna sono ancora vivi, la Roma trova sul suo cammino la prima sconfitta stagionale, al termine di 90 minuti dove la tattica rivoluzionaria di Gasperini, il tecnico più fuori dagli schemi e innovativo del calcio italiano, manda fuori fase la proposta ad ampio respiro di Fonseca, troppo presto fatto assurgere a nuovo guru del campionato italiano da una stampa sempre troppo frettolosa nel cercare il nuovo a tutti i costi, quando il calcio rimane materia semplice nell’interpretazione; una battuta d’arresto per i giallorossi che non può e non deve incidere sul processo di crescita che il tecnico lusitano sta sapientemente portando avanti con grande umiltà e convinzione, componenti importanti per imporsi su un gruppo che dimostra di seguire la propria guida tecnica in maniera evidente.

MODULI E SVILUPPI DI GIOCO – Gasperini vara, al cospetto di quello che sarebbe potuto essere il suo palcoscenico di stagione quando veniva accostato alla panchina della Roma, il suo dogmatico 3-4-1-2 con De Roon e Freuler eccellenti mediani metronomi ma al tempo stesso custodi del centrocampo e padroni dei tempi di gioco e di pressione,con IlicicGomez, e Malinovsky attaccanti estremamente mobili sul fronte avanzato e primi portatori di pressing, mentre Hateboer Castagne completano il quadro allargando il campo per fare scivolare in ritardo la Roma sugli esterni; Fonseca da ampio spazio al turnover con Smalling che fa il suo esordio stagionale, e con Florenzi che si accomoda sul fronte avanzato, salvo fare rientro alle latitudini difensive dopo l’uscita di Spinazzola, mentre davanti sta a Zaniolo Pellegrini andare a giocare alle spalle di Dzeko, con il sacrificato di turno che è Mkitaryan.

ATALANTA OSTICA,CON GLI UOMINI TRA LE LINEE E CHE ATTACCANO LA PROFONDITÀ – La gara, pur avendo un avvio equilibrato, vede l’Atalanta presidiare ogni zona del campo con disarmante facilità, pur non generando un indice di pericolosità significativo, ne godendo beneficio dal possesso palla e supremazia territoriale; Gasperini ancora una volta incarta il tecnico straniero di turno, con una sorta di marcature a uomo rigorosamente dentro alla zona, alternando momenti di feroce pressione offensiva a momenti in cui l attesa e l’attenzione per il break sulla linea di passaggio diventano il diktak principale; Fonseca legge la difficoltà dei suoi e decide di andare a specchio, con Florenzi Spinazzola quarti di un centrocampo a 4, mentre dietro i 3 guidati da Fazio faticano a gestire le ripartenze in campo aperto degli avanzati ma così facendo agevola tutti i duelli singoli dentro al campo, che opera l’Atalanta, dando ulteriori riferimenti agli avversari, che possono gestire con più oculatezza la fase di non possesso; Pellegrini Zaniolo subiscono una sorta di taglio dei viveri, laddove ogni linea di passaggio per e da loro viene inibita, mentre Dzeko viene messo in mezzo dai 3 centrali orobici e deve ben presto battere le zone esterne dell area di rigore; troppo spesso in serata la Roma deve correre verso la propria porta quando invece Fonseca vorrebbe il contrario, e il contraccolpo diventa pesante sostenerlo quando devi abbassarti e ripartire basso con un avversario che viene a prenderti in ogni zona del campo.

RIPRESA IN CRESCENDO FISICO PER L’ATALANTA,LA ROMA GRADUALMENTE SI CONSEGNA – Le attenzioni a tutto campo degli uomini di Gasperini soffocano, attraverso il pressing, la manovra giallorossa che per tutto l’incontro fatica a prendere quota; a onor del vero, i nerazzurri brillano soprattutto per intensità del pressing e marcature tenaci nei duelli individuali, ma le occasioni principali rimangono quelle che la Roma, nonostante la manovra farraginosa e improduttiva, fallisce con SmallingDzeko, e la più clamorosa con ZanioloGasperini ottiene quella qualità necessaria per vincere le gare anche da giocatori di qualità non eccelsa grazie all’intensità che mettono in campo interpreti di medio livello come Freuler De Roon, sempre presenti e rapidi nelle letture; quando entra Zapata l’Atalanta ritrova peso e sostanza nei 30 metri finali e sul suo gol cala il sipario della gara dei giallorossi, che con Jesus per SpinazzolaMkhitaryan per Zaniolo, e alla disperazione Kalinic per Fazio, sbattono sul muro di una squadra cinica, premiata forse oltre misura per via di un indice di pericolosità mai degno di nota oggi, ma sufficente per superare una Roma poco brillante, scarica agonisticamente, confusionaria e farraginosa.

Maurizio Rafaiani

Fonte romanews.eu

By sigo
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