11/02/2024 | 09.09
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Salary Cap e Coppa Italia “mini”: il piano della Serie A per la riforma



Dagli arbitri alle finestre per le pause Nazionali: sono diverse le proposte del massimo campionato italiano per riformare il mondo del calcio.

Dodici articoli e 45 voci sono costituiscono l’essenza del documento proposto dalla Serie A per la riforma del calcio italiano. Questo testo variegato – spiega La Repubblica nella sua edizione odierna – comprende proposte insolite, idee rivoluzionarie e concetti dal sapore folkloristico. Le 25 pagine saranno presentate lunedì ai 20 club, fungendo da base per l’inizio della battaglia contro la FIGC in Federcalcio il martedì successivo.

La proposta più significativa mira a introdurre un “salary cap” nel campionato, limitando le spese in modo analogo al modello spagnolo, al fine di evitare stipendi sproporzionati rispetto al fatturato dei club. In pratica, si propone di stabilizzare i bilanci prima di effettuare nuovi acquisti. La Serie A suggerisce anche l’adozione di contratti di otto anni per i calciatori, seguendo l’esempio della Premier League (anche se a livello di regolamenti UEFA, gli ammortamenti vanno calcolati comunque su massimo cinque anni).

Per fronteggiare i problemi finanziari, si propone una riduzione automatica del 30% degli stipendi dei giocatori per le squadre retrocesse e l’abolizione del “prelievo forzoso” esercitato dalla Serie B. Un focus particolare è dedicato alla Serie C, sostenendo la necessità di ridurre il numero di club professionistici italiani. La proposta suggerisce criteri più selettivi per l’iscrizione, promuovendo una sorta di selezione naturale.

La Serie A, tuttavia, si oppone a criteri più rigidi per le proprie iscrizioni, sottolineando la necessità di una governance federale equilibrata. Le squadre propongono anche un sistema di arbitri professionisti indipendenti dalla FIGC e una significativa riduzione della Coppa Italia, con partite che valgono sia per la coppa che per il campionato. Si suggerisce inoltre di qualificare per le coppe europee non solo la squadra vincitrice, ma anche la finalista.

Le proposte si estendono oltre i confini nazionali, con richieste da presentare a UEFA e FIFA. I club mirano a ridurre il numero di partite accorpando le sessioni di ottobre e novembre per le nazionali e rivisitando il sistema di qualificazione a Mondiali ed Europei. L’ultimo capitolo del documento affronta le richieste alla politica, con proposte che impattano minimamente sulle casse pubbliche.

La Serie A desidera una percentuale sulla raccolta delle scommesse, da distribuire tra i campionati in base alle puntate ricevute e da investire in infrastrutture e giovani. Viene chiesto anche il ripristino del Decreto Crescita, con detrazioni fiscali per gli stranieri e il prolungamento delle deduzioni per il professionismo femminile. Infine, si propone il riconoscimento facciale per la sicurezza negli stadi, con costo zero per lo Stato e rispetto della privacy dei cittadini.

fonte calcioefinanza.it
By marcodalmen
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