Sani problemi di abbondanza
Sani problemi di abbondanza.
Ora che l’inserimento dei nuovi arrivati esplode in sorprese, semplicemente favolose, si profilano disquisizioni e confronti che potrebbero essere solo controproducenti. La mancata presa di conoscenza delle loro specifiche qualità, sta man mano sciogliendosi tramite l’inserzione in squadra, delle nuove pedine, centellinate con parsimonia, accrescendo attese sempre più corpose. Ha rotto il ghiaccio Sam Lammers, inserito nei minuti finali della gara contro il Cagliari, che dopo una sequenza di passi, stile ballo sulle punte, ha piazzato la sfera nell'angolino.
Stupefatta meraviglia ed immediata comparazione con il mago Josip. L'altro ieri l’esordio è toccato al russo Miranchuk, che, proprio su di un pallone passatogli da Ilicic, ha sciorinato una prodezza d’alta scuola, realizzando la nostra quarta segnatura. Nuove grida di favorevole stupore hanno salutato anche questo straordinario episodio tracciando un ulteriore parallelo col Maestro.
Premesso, peraltro, che il nuovo acquisto Mojica già aveva positivamente imperversato, qualche giorno prima, suscitando positivi consensi, da taluni ricollegati al talento dell’illusionista. Insomma, proprio ora che il maestro rientra in piena attività, evidenziata con lo splendido tiro, finito sul palo, si moltiplica, a giudizio di qualche osservatore, la parvenza di un suo simile od addirittura presunto vice, che, a mio avviso, troppo rapidamente è stato etichettato per tale. Che il nostro parco giocatori si sia arricchito di tanto promettenti auspici, è la più bella e confortante notizia, sempre che se ne gestiscano intelligentemente effetti ed impiego.
L’uscita di scena del nostro maestro illusionista, ha profondamente allertato la nostra urgenza , non solo di ritrovarlo, ma di reperire una sostituzione di pari validità, quasi che si trattasse di cosa facile. L’avvenuto rientro e la quasi raggiunta efficienza operativa, alla luce degli impegni che ci attendono resta, per nostra fortuna, la motivazione più valida della nostra fiducia e delle nostre aspettative. Certamente l’integrazione di ragazzi tanto superbamente attrezzati, non può che migliorare i nostri sogni di gloria, ma sempre tenendo conto dell’unicità di ogni singolo talento, da inquadrare e da porre al servizio del collettivo.
La formazione tipo potrà e dovrà disporre di rotazioni, sul cui avvicendamento giocherà un ruolo fondamentale, l’esperienza e la sagacia del Gasp, al fine di integrare al meglio le variabili, tenendo
in assetto il giusto equilibrio raggiunto. Non sono i nomi a costituire la validità di una squadra, ma l’ottimizzazione dei singoli ruoli, nel contesto dell’organico che scende in campo. Ricordo, nel passato, gare disputate, normalmente per fini filantropici, tra una squadra nazionale ed una formazione denominata il resto del mondo, ove figuravano presenze, tra le più prestigiose del gioco del calcio, a livello mondiale.
Spesso, costoro, uscivano sconfitti, a dimostrazione che l’amalgama reale dei singoli, anche se qualitativamente inferiore, trovava il modo di travolgere nomi e figure , di ben più grande rilevanza. La coesione e l’amicizia che attualmente accomuna al meglio i nostri ragazzi, non verrà meno in quanto si imporrà la logica del bene comune, senza dualismi e raffronti, solo negativi, che possano frantumare l’unità dello spogliatoio. Deve essere conservato il sano provincialismo atalantino che raggruppa persone di svariate nazioni, con medesime convinzioni e finalità, quasi pervenissero dallo stesso borgo cittadino, raccolti sotto un unico campanile.
Creare antagonismi, come abbiamo potuto osservare in società , solo territorialmente prossime, ha
causato fazioni avverse, dove nemmeno il nostro scafato mister, ha potuto uscirne indenne. Esperienze che non coinvolgeranno il nostro sodalizio, potenzialmente dilatato a grandi prospettive, ma racchiuso d’attorno ai nostri sani principi di sempre.
A difesa dei nostri colori e nell’impegno di diventare più grandi, ma restando l’Atalanta di sempre.
ReMo
Ora che l’inserimento dei nuovi arrivati esplode in sorprese, semplicemente favolose, si profilano disquisizioni e confronti che potrebbero essere solo controproducenti. La mancata presa di conoscenza delle loro specifiche qualità, sta man mano sciogliendosi tramite l’inserzione in squadra, delle nuove pedine, centellinate con parsimonia, accrescendo attese sempre più corpose. Ha rotto il ghiaccio Sam Lammers, inserito nei minuti finali della gara contro il Cagliari, che dopo una sequenza di passi, stile ballo sulle punte, ha piazzato la sfera nell'angolino.
Stupefatta meraviglia ed immediata comparazione con il mago Josip. L'altro ieri l’esordio è toccato al russo Miranchuk, che, proprio su di un pallone passatogli da Ilicic, ha sciorinato una prodezza d’alta scuola, realizzando la nostra quarta segnatura. Nuove grida di favorevole stupore hanno salutato anche questo straordinario episodio tracciando un ulteriore parallelo col Maestro.
Premesso, peraltro, che il nuovo acquisto Mojica già aveva positivamente imperversato, qualche giorno prima, suscitando positivi consensi, da taluni ricollegati al talento dell’illusionista. Insomma, proprio ora che il maestro rientra in piena attività, evidenziata con lo splendido tiro, finito sul palo, si moltiplica, a giudizio di qualche osservatore, la parvenza di un suo simile od addirittura presunto vice, che, a mio avviso, troppo rapidamente è stato etichettato per tale. Che il nostro parco giocatori si sia arricchito di tanto promettenti auspici, è la più bella e confortante notizia, sempre che se ne gestiscano intelligentemente effetti ed impiego.
L’uscita di scena del nostro maestro illusionista, ha profondamente allertato la nostra urgenza , non solo di ritrovarlo, ma di reperire una sostituzione di pari validità, quasi che si trattasse di cosa facile. L’avvenuto rientro e la quasi raggiunta efficienza operativa, alla luce degli impegni che ci attendono resta, per nostra fortuna, la motivazione più valida della nostra fiducia e delle nostre aspettative. Certamente l’integrazione di ragazzi tanto superbamente attrezzati, non può che migliorare i nostri sogni di gloria, ma sempre tenendo conto dell’unicità di ogni singolo talento, da inquadrare e da porre al servizio del collettivo.
La formazione tipo potrà e dovrà disporre di rotazioni, sul cui avvicendamento giocherà un ruolo fondamentale, l’esperienza e la sagacia del Gasp, al fine di integrare al meglio le variabili, tenendo
in assetto il giusto equilibrio raggiunto. Non sono i nomi a costituire la validità di una squadra, ma l’ottimizzazione dei singoli ruoli, nel contesto dell’organico che scende in campo. Ricordo, nel passato, gare disputate, normalmente per fini filantropici, tra una squadra nazionale ed una formazione denominata il resto del mondo, ove figuravano presenze, tra le più prestigiose del gioco del calcio, a livello mondiale.
Spesso, costoro, uscivano sconfitti, a dimostrazione che l’amalgama reale dei singoli, anche se qualitativamente inferiore, trovava il modo di travolgere nomi e figure , di ben più grande rilevanza. La coesione e l’amicizia che attualmente accomuna al meglio i nostri ragazzi, non verrà meno in quanto si imporrà la logica del bene comune, senza dualismi e raffronti, solo negativi, che possano frantumare l’unità dello spogliatoio. Deve essere conservato il sano provincialismo atalantino che raggruppa persone di svariate nazioni, con medesime convinzioni e finalità, quasi pervenissero dallo stesso borgo cittadino, raccolti sotto un unico campanile.
Creare antagonismi, come abbiamo potuto osservare in società , solo territorialmente prossime, ha
causato fazioni avverse, dove nemmeno il nostro scafato mister, ha potuto uscirne indenne. Esperienze che non coinvolgeranno il nostro sodalizio, potenzialmente dilatato a grandi prospettive, ma racchiuso d’attorno ai nostri sani principi di sempre.
A difesa dei nostri colori e nell’impegno di diventare più grandi, ma restando l’Atalanta di sempre.
ReMo
By sigo