Ormai da anni il capo carismatico della curva, il “Bocia”, è lontano dagli spalti, colpito da inchieste e svariati divieti di accesso alle manifestazioni sportive (i Daspo). A fine anni Novanta ha fondato il gruppo Atalanta Supporters riuscendo poi a fonderlo con altri (Nomadi, Bna e Wild Kaos) all’interno di una nuova entità chiamata Curva Nord. È una stagione nuova per gli ultras, segnata sì dagli scontri, ma anche da eventi eccentrici come la festa della Dea del 2013 (col carrarmato che schiaccia due auto coi colori di Roma e Brescia) e, negli ultimissimi anni, dalle trasferte in Europa al seguito dell’Atalanta firmata Percassi-Gasperini. I compagni di curva del Bocia avevano anche organizzato una manifestazione il 13 aprile 2019 per chiedere alle istituzioni di permettere al loro capo di tornare allo stadio. Nulla è cambiato. Galimberti si è trasferito nelle Marche, in una sorta di autoesilio rotto in poche occasioni: un rientro a Bergamo in piena zona rossa, quando non si poteva varcare i confini regionali, e la partecipazione alla festa per la promozione in Serie B della Ternana, che gli è costata un altro Daspo. Di fronte a questa lontananza, i più giovani hanno cercato di supplire la sua assenza, ma il ricambio generazionale è stato bloccato dalle diffide e dall’assenza di partite, momento clou dell’essere ultras. Il Bocia, racconta il vecchio ultras ben informato, sarebbe tornato a Bergamo per partecipare all’ultima riunione.
Nonostante la lontananza dagli stadi, gli ultras atalantini avevano fatto sentire la loro voce contro un calcio diventato “industria”, pronto a ripartire anche nei momenti tristi della pandemia. Il 26 marzo 2020, ad esempio, proprio il Bocia aveva scritto al presidente Percassi ipotizzando lo stop del campionato dell’Atalanta: “Ora esultare per un gol di Gomez non ha più senso. Vorrebbe dire essere egoisti e non rispettare la Bergamo che ci ha lasciato tragicamente e quella che deve ancora piangere!”. Erano seguiti, in città e altrove, striscioni contro il riavvio del campionato. Ultima proteste, quella contro lo “spezzatino”, senza partite giocate in contemporanea per fare un favore ai network proprietari dei diritti televisivi (un progetto sfumato). Fatta eccezione dei saluti alla squadra e della “scorta” di motorini che affiancavano il pullman diretto allo stadio, la Curva non ha più avuto occasione di mostrarsi e adesso arriva allo scioglimento. “Ci sarà un momento di vuoto e confusione, come allo stadio della Juventus”, ipotizza il vecchio ultras pensando alle inchieste che hanno smantellato i gruppi ultras bianconeri.
fonte ilfattoquotidiano.it