01/05/2023 | 09.09
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Scudetto, Europa e salvezza: quanto vale il piazzamento in Serie A



La posizione in classifica nel massimo campionato italiano porta con sé anche un valore economico, con differenze più o meno accentuate.


Quanto vale il piazzamento in Serie A? La Serie A si prepara a mandare in scena gli ultimi incontri della stagione, con molti verdetti ancora tutti da scrivere. Il Napoli attende solamente la matematica per conquistare il suo terzo Scudetto, mentre tutto è ancora apertissimo per quanto riguarda la corsa all’Europa e la lotta per non retrocedere, che vede coinvolte ancora diverse squadre.

Il piazzamento finale in Serie A non è importante solamente da un punto di vista del risultato sportivo, ma si intreccia anche con aspetti economici sempre più rilevanti per le società calcistiche. Concludere la stagione con più o meno punti – e di conseguenza in una determinata posizione in classifica – porta a incassare di più o di meno sulla base della distribuzione dei proventi da diritti televisivi.

Quanto vale il piazzamento in Serie A? La ripartizione dei diritti tv


La ripartizione dei proventi da diritti tv viene effettuata sulla base di criteri precisi imposti dalla Legge Melandri (revisionata poi dalla riforma Lotti) e che prevede una distribuzione delle risorse provenienti dalla commercializzazione delle partite come segue:

  • 50% in parti uguali;

  • 30% in base ai risultati sportivi (di cui il 12% basato sul piazzamento e il 3% sui punti della stagione in corso, il 10% sulla base dei risultati conseguiti negli ultimi cinque campionati e il 5% sulla base della graduatoria formata tenendo conto dei risultati sportivi conseguiti a livello nazionale e internazionale dalla Stagione Sportiva 1946/47 alla sesta antecedente a quella di riferimento);

  • 20% in base al bacino d’utenza (di cui 8% in base alla audience televisiva certificata Auditel e 12% in base agli spettatori paganti).


Quanto vale il piazzamento in Serie A? La classifica dal 1° al 20°


Nel complesso, il 12% delle risorse finali viene distribuito tra i club in base alla posizione in classifica. Secondo quanto appreso da Calcio e Finanza, per la stagione 2022/23 questa cifra ammonta a poco più di 122 milioni di euro. Il dato non è fisso, ma può variare anche sulla base di nuovi contratti per i diritti internazionali che vengono siglati in stagioni differenti.

Dunque, sulla base dei dati a disposizione, si può stimare che la prima posizione in classifica garantirà 19 milioni di euro, mentre per l’ultimo posto è previsto un minimo di 400mila euro. Considerando la sola parte di ricavi da distribuire sulla base della classifica di questa stagione, queste sono le cifre che i club incasseranno, dal 1° al 20° posto:

  1. 19 milioni di euro

  2. 16 milioni di euro

  3. 13,7 milioni di euro

  4. 11,4 milioni di euro

  5. 9,9 milioni di euro

  6. 8,4 milioni di euro

  7. 6,9 milioni di euro

  8. 6,1 milioni di euro

  9. 5,3 milioni di euro

  10. 4,6 milioni di euro

  11. 3,8 milioni di euro

  12. 3,4 milioni di euro

  13. 3 milioni di euro

  14. 2,7 milioni di euro

  15. 2,3 milioni di euro

  16. 1,9 milioni di euro

  17. 1,5 milioni di euro

  18. 1,1 milione di euro

  19. 0,8 milioni di euro

  20. 0,4 milioni di euro


A questa cifra, per ogni club va poi sommata la quota uguale per tutti i club, che nel 2022/23 ammonta a circa 25,5 milioni di euro. Restano poi chiaramente da definire le quote distribuite sulla base degli altri parametri, tra audience in tv, spettatori allo stadio, punti conquistati e i calcoli sui piazzamenti per le stagioni precedenti.

Chiaramente, se la differenza tra un nono e un decimo posto è effettivamente minima, quella tra quarto e quinto o tra sesto e ottavo non si esaurisce nei pochi milioni di euro di divario definiti dalla distribuzione dei diritti tv, ma in quel caso il risultato sportivo – fondamentale per la qualificazione in Champions o in Europa League – potrà portare un boost di altre decine di milioni di euro per i bilanci 2023/24.

fonte calcioefinanza.it

By marcodalmen
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