28/11/2017 | 17.01
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Scugnizzeria

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ZERO: Ormai non fa più notizia, anzi direi che quasi passa in secondo piano questo numero che se per le leggi della matematica è considerato positivo o neutro, nel mondo calcistico è purtroppo un fardello ed un risultato imbarazzante. Zero punti dopo 14 giornate sono un record mondiale e se dovevano scegliere un modo per farci ricordare direi che questo rimarrà indelebile al pari dei graffiti fatti dal popolo dei Camuni in Valcamonica.

UNO: Come il sussulto dopo la mezz’ora del primo tempo quando Armenteros ha avuto la possibilità di inzuccare da ottima posizione; fosse entrato quel pallone… chissà… ma con i se e con i ma non si cantano messe o se si vogliono cantare il coro risulterà purtroppo stonato.

DUE: Due ne avevamo che stavano facendo una discreta partita ovvero il Cubano di Svezia e l’ex di turno fin quando Nostra Signora Ciorta puntualmente interviene perché quei due là davanti un po’ di fastidio lo stavano dando e li rispedisce negli spogliatoi il primo per un attacco di dissenteria acuta (!!!) il secondo per il “solito” problemino muscolare. Come si dice… la fortuna è cieca ma la sfiga ci coglie benissimo!

TRE: Scusate non ce la faccio; sarà che ormai aggiu pigliat proprio ad antipatia, ma Costa in campo è l’anticalcio: rimedia un’ammonizione per il ritardo su una chiusura, tira via il piede in un paio di occasioni essendo già ammonito e sbaglia alcuni rilanci provocando le ripartenze orobiche nel momento del massimo sforzo prodotto nel finale. E questo sarebbe il giocatore più “di categoria” che abbiamo in squadra…..

QUATTRO: gli schiaffi che si sarebbero meritati in due ovvero Di Chiara e Puscas. Il primo per la punizione battuta al 90esimo…Tutti in area, sugli spalti a pregare e desiderare che almeno per una volta all’ultimo secondo o quasi possa scaturire un episodio favorevole e lui mette una palla in mezzo che pure il Grande Puffo gli avrebbe urlato “alzala un po’ di più!!”. Il secondo per la palla persa in uscita quando piuttosto che servire Kanoutè in fascia ha fatto un “tortaniello” su se stesso favorendo la ripartenza atalantina che ci è poi costato il gol.

CINQUE: Si parla sempre male di come arrivare allo stadio a Benevento, ma raggiungere in auto quello di Bergamo è peggio. Per riuscire a mettere la macchina nel parcheggio riservato agli ospiti ci è voluto più tempo a girovagare dentro Bergamo che arrivare da Legnano allo svincolo autostradale. Un caos che nemmeno sul rettifilo napoletano alle 9 di mattina può essere paragonabile….

SEI: E qui cominciano le dolenti note, perché si presupporrebbe dover parlare in positivo di qualcosa, ma se il qualcosa è da associare alla squadra direi che di spunti positivi ne trovo veramente pochi, se vogliamo parlare di tutto il resto allora il giochino mi riesce un po’ più semplice e ve lo dimostro.

SETTE: A Djmisti e Dal Pinto. Insieme ai due menzionati al voto due direi che sono stati quasi perfetti. Il primo a giganteggiare in difesa, preciso e puntuale negli anticipi ed anche pronto a spedire il pallone in tribuna se era il caso, il secondo a lottare come un leone in mezzo al campo. La tecnica non sarà sopraffina, ma il cuore, la grinta e la caparbietà sono rimaste quelle dello squadrone che ci ha fatto sognare lo scorso anno, purtroppo smantellato,  onorandola con la fascia di capitano. Mister, forse più che pretendere 11 Costa mi accontenterei di 5 Djmsiti e 5 Dal Pinto. Se po’ fà????    

OTTO: Alla torta rustica della chef Lucia Grasso, che, come il mago Silvan stupisce quando fa apparire il coniglio dal cilindro, apre lo zaino a fine primo tempo dispensando fette della bontà da lei preparata a destra ed a manca sugli spalti. Un raggio di luce, un profumo terronico  che rompe la fredda serata bergamasca e copre gli insulsi profumi dei panini preparati alla meno peggio. Per la serie… se proprio ciavimma ntussecà pa’ partita, almeno c’ cunzulamm cu magnà!!!!

NOVE: Al siparietto “noi vo-glia-mo que-sta vit-to-ria” urlato dai tifosi bergamaschi nella mezza curva a noi riservata, prontamente ribattuto con un “pu-re nu-je foss a ma-ro-nn” che ha suscitato ilarità e sorrisi perfino fra gli stessi ultras nerazzurri. Per la serie -..chi chiagne fott a chi rire…- peccato che a chiagn però so semp i stessi… ovvero nuje!!!

DIECI: alle due tifoserie. Il muro neroazzurro della curva di fronte era impressionante. Tutti rigorosamente bi-cromatici; non un colore in più. Parlando con dei tifosi bergamaschi, mi dicevano che il loro giubbino nerazzurro era stato fornito come regalo con l’abbonamento proprio per colorare la curva nella maniera più appropriata. Bella operazione di marketing, di colore e di appartenenza. Si poteva pensare ad una cosa del genere anche da noi… almeno un k-way giallo rosso se non il giubbino… Molto belli anche gli applausi che ci hanno riservato a fine partita. Mentalità e rispetto… quella che ci siamo  guadagnati agli occhi degli orobici in 300, di lunedì sera, con meno due gradi e dopo tredici sconfitte. Quella ribadita con una sorta di autoironia dopo il triplice fischio con il coretto “salutate la capolista” e “l’anno prossimo gioco di Sabato”. Ridiamoci sopra che forse è meglio.

PS:  Mò arriva Ringhio con lo squadrone asiatico. Speriamo che non valga il detto “O cane (RINGHIO) mozzeca o stracciat” visto che noi e pezz’ ‘nfront già e tenimm…    

SCUGNIZZO69        fonte ottopagine.it

By marcodalmen
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