E siamo a due partite vinte immeritatamente, contro due squadre dal color granata che sono esplose in questo inizio di stagione, per fortuna senza lasciare conseguenze negative in casa nerazzurra.

La Dea invece torna a implodere dopo la prestazione convincente in Champions, dimostrando di non aver ancora terminato il rodaggio psicofisico settembrino.

Senza Muriel la Dea non balla davanti e traballa dalla cintola in giù, ma questo non è una novità e si attende solo che tornino Marten e Lucho a ristabilire l’ordine e ripristinare i soliti accordi che Gasp ha provato a cambiare, ma lo spartito in pochi lo conoscono.

Zapata avrà perso brillantezza, ma non il vizio del gol, che sappiamo benissimo non esser la panacea di tutti i mali. Per fortuna però Ilicic c’è e complice forse il ritorno tra i banchi di scuola, si è sentito chiamato in causa, tornando anch’esso da bravo professore in cattedra a dipingere trame di gioco ben auguranti.

Il ruolo di supplente non gli si addice, e forse proprio per questo è rimasto alla Dea decidendo di giocarsi le sue carte per tenersi il suo posto, anziché cambiare aria e aspettare che si liberasse un posto per conquistare la cattedra meneghina.

Quel posto non glielo toglie nessuno, soprattutto ora che questa Atalanta ha bisogno di ritrovare i suoi schemi e, chi meglio del professore sloveno può farci tornare tra i primi della classe Serie A?

 

Albo