04/11/2016 | 04.33
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Sei, e poi? Ai confini del Gasperismo

16 punti nelle ultime 6 partite. Non è Colantuono, il classico sergente di ferro abituato ad ottenere risultati stimolando i propri giocatori con la grinta e la determinazione. E non e' nemmeno Reja, il burbero paterno furlan vecchio mesterante del campo.

La differenza la si riscontra a pelle : Gasperini non si fa abbracciare dal contesto e dall'ambiente, come forse gli altri due, e rimane un po' sulle sue. Se non avesse dimostrato di avere palle d'acciaio in occasione della partita con il Napoli sarebbe forse stato esonerato e noi, da giugno a settembre, non avremmo probabilmente capito una virgola con chi avevamo a che fare.

Gasperismo da Gasperini, come Cholismo dal Cholo Simeone e Guardiolismo dal Pep Guardiola. Perchè il Gasp non e' un mister, è un modo di intendere il calcio

Dove si fermerà questo canuto tecnico piemontese che ha sparigliato le carte in tavola con una formazione kamikaze che ha dato il via a una serie impressionante di risultati sconfiggendo il Napoli miliardario con uno sparuto gruppo di giovani prendendosi del matto anche dal Presidente?

Come ha fatto a ribaltare totalmente il trend negativo della squadra in un attimo? perche' non l'abbiamo capito prima?

La situazione è al limite del paradossale perche' dopo le prime partite malamente perse con alcune tra le formazioni meno forti della serie A si è passati a suonarle a tutti a destra e a sinistra. Non ricordo un campionato con una parabola cosi' scombinata.

E poi la sequenza delle partite perche', ad un certo punto, passati Crotone e Napoli alla grande abbiamo cominciato a pensare che sarebbe stato fisiologico perdere a Firenze, su un campo a noi storicamente ostico, come solito contraltare a due vittorie consecutive

Poi si aspettava un'Inter arrembante pronta a dare tutto per il proprio mister pericolante e quindi difficilmente battibile.

Vinto contro i milanesi parecchi erano sicuri che la serie si sarebbe interrotta a Pescara contro una neopromossa (perche' noi siamo quelli dei paradossi).

Infine trombato anche il Delfino si guardava con apprensione a un Genoa che, negli ultimi anni, non ci aveva fatto vedere la palla neanche a Bergamo. Tutti sappiamo com'è andata con il Grifone mangiato vivo dai nostri.

Ora, la prossima è contro il Sassuolo che se non e' una nostra bestia nera ci va molto vicino : cosa dobbiamo pensare?

La gente atalantina parla di scudetto. Beh, l'ironia a noi tifosi non manca e la trasformazione della squadra da derelitta a brillante e' avvenuta talmente velocemente da indurre a pensare che magari non sia nemmeno finita qui.

Ma ora resta da capire dove ci puo' portare il Gasperismo.

Guardate, a me non piace molto illudermi e fornire false illusioni. Dal campionato in corso ho capito che, per quanto ci riguarda, puo' ancora accadere tutto, nel bene come nel male.

Dico solo che la vittoria con il Napoli è stato un grande punto di svolta, con il senno di poi. E spero che non accada il contrario con i nostri nettamente sconfitti sul campo e con le solide certezze che abbiamo ora in fumo in un attimo.

Abbiamo un cavallo di razza in panchina, quello l'abbiamo capito. Resta qualche ombra come la maldestra gestione del Gasp di alcune situazioni (Sportiello, in parte Pinilla) e il vizietto che alcuni genoani ci stanno anticipando : quello di perdersi di brutto nelle partite sulla carta piu' facili.

Ma una raccomandazione vale in tutti i casi : a livello di ambiente atalantino manteniamo i nervi saldi e facciamo sentire la fiducia a mister e giocatori. Probabilmente non retrocederemo (toccatevi pure) e, a questo punto e come dicono gli americani "Sky is the limit" cioe' il nostro limite e' il cielo.

Con niente da perdere possiamo costruire qualcosa di grande con il sorriso piantato in volto, le ali ai piedi e la voglia di stupire nel cuore.

 

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