01/06/2017 | 08.02
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Serie A 2016/17, le pagelle degli allenatori: favola Gasperini

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La Serie A 2016/2017 si è conclusa da poche ore ed è subito tempo di primi bilanci. Quali allenatori hanno fatto la differenza in campionato? Chi merita i voti più alti in pagella?

IL PAGELLONE DEGLI ALLENATORI:

ATALANTA. GASPERINI, VOTO 9: La sua è la favola del campionato. Dategli una squadra di giovani di talento e non ve ne pentirete. La qualificazione diretta all’Europa League è il premio per un maestro di calcio. Velocità, organizzazione, fantasia: tutto questo è stata l’Atalanta di Gasperini. Rivelazione.

BOLOGNA. DONADONI, VOTO 6: Convivere per diversi mesi con le assenze dei suoi migliori giocatori (vedi Destro e Verdi) non è stato facile, e si è visto. Qualche black-out di troppo soprattutto in inverno, ma la salvezza non è stata quasi mai in discussione. Sicurezza.

CAGLIARI. RASTELLI, VOTO 6,5: Coniugare bel gioco e concretezza non è mai facile, soprattutto se alleni una squadra costruita per salvarsi: Rastelli a tratti c’è riuscito. Avesse evitato qualche goleada di troppo contro le big avrebbe meritato anche un mezzo voto in più. Emergente.

CHIEVO. MARAN, VOTO 6,5: La sua colpa è stata quella di raggiungere la salvezza troppo presto. Da lì la squadra ha staccato la spina. Ha il merito di aver valorizzato giocatori importanti come Castro e Inglese, spesso sottovalutati. Maturo.

CROTONE. NICOLA, VOTO 7: Un martello per tutta la stagione, ha creduto nella salvezza anche quando erano in tanti a dare i pitagorici per spacciati. I complimenti dei colleghi (vedi Montella) sono meritati. Indomito.

EMPOLI. MARTUSCIELLO, VOTO 5: Ad un certo punto l’Empoli sembrava salvo, ma la rincorsa del Crotone ha rimesso tutto in discussione. Se i toscani sono stati risucchiati dalla lotta-salvezza è anche colpa sua che non ha saputo tenere alta la tensione. Bene la fase difensiva, lo stesso non si può dire per l’attacco. Colpevole.

FIORENTINA. PAULO SOUSA, VOTO 5,5: L’ambiente non lo ha aiutato, ma lui c’ha messo del suo a non farsi amare. La sua Fiorentina non ha mai preso forma, se non a sprazzi. Camaleontica, direbbero i suoi sostenitori. Senza identità risponderebbero i detrattori. I risultati non gli hanno dato ragione. Incompiuto.

GENOA. JURIC, VOTO 6: Ha trasmesso il suo carattere rognoso alla squadra soltanto a tratti, tant’è che ha pagato con l’esonero. Quando è stato richiamato alla guida del Genoa ha avuto la capacità di conquistare i punti per la salvezza senza troppi fronzoli. Sufficiente. MANDORLINI, VOTO 5: A parte i lampi di Ntcham non si ricorda nulla di positivo nella sua esperienza sotto la Lanterna. La squadra non era probabilmente adatta a mettere in pratica i suoi dettami. Inadeguato.

INTER. DE BOER, VOTO 4,5: Le promesse di un calcio spumeggiante sono naufragate fin da subito. Il calcio italiano è diverso da quello olandese, ma dalla sua ha il fatto di essere arrivato a ridosso dell’inizio del campionato dopo l’addio improvviso di Mancini. Ha chiesto tempo, ma ha fatto così male da non poterne ricevere dell'altro. Disastro. PIOLI, VOTO 5: Con poche mosse sembrava aver sistemato l’Inter. La striscia di vittorie consecutive aveva illuso tutti. E prima dello scontro diretto con la Juve qualcuno parlava addirittura di Scudetto. Bravissimo, fino a quando la luce si è spenta. Ha la colpa di non aver più ritrovato l’interruttore. Rimandato. VECCHI, VOTO 6,5: Prima per De Boer e poi per Pioli, è stato chiamato in causa per tamponare l’emorragia. Quanto meno ha portato entusiasmo e un po’ di vittorie e bel gioco. Positivo.

JUVENTUS. ALLEGRI, VOTO 9,5: Allenatore ormai di livello internazionale. Quando la squadra non girava ha saputo cambiare, schierando a partire dalla gara con la Lazio tutta la qualità di cui disponeva. Così ha trovato la chiave per il successo, e non se l’è più fatta sfuggire. Un campionato dominato, una Coppa Italia in bacheca. L’unico black-out è la Supercoppa di Doha, dove ha perso comunque soltanto ai rigori. Per il 10 bisogna aspettare qualche giorno: la sua Juventus sarà pronta a salire sul tetto d’Europa? Vincente.

LAZIO. S.INZAGHI, VOTO 8: La sua Lazio ha espresso a tratti un calcio bello e spettacolare. Trovatosi per caso sulla panchina biancoceleste, ha dimostrato di meritarla arrivando ad un passo dalla qualificazione in Champions. La sua mano è evidente: schemi offensivi, intensità. Simone Inzaghi ha dato la sua impronta, e riuscirci non è mai scontato. Affamato.

MILAN. MONTELLA, VOTO 7,5: Dalla rosa a disposizione ha ottenuto il massimo. Il fiore all’occhiello di una stagione culminata con la qualificazione in Europa League è il successo ai rigori in Supercoppa Italiana. Unico allenatore del campionato italiano ad alzare un trofeo oltre alla Juventus, dal prossimo anno sarà chiamato alla prova del nove con una squadra più forte. Promosso.

NAPOLi. SARRI, VOTO 8,5: Il suo Napoli è una gioia per gli occhi. I calciatori potrebbero provare a giocare bendati e si troverebbero ugualmente, tanto è perfetta l’organizzazione data dal deus ex machina in panchina. L’invenzione di Mertens centravanti è un regalo a tutti gli appassionati di calcio. Quando riuscirà ad evitare amnesie con le piccole avrà trovato il codice per puntare allo Scudetto. Gli manca solo quello. Genio.

PALERMO. BALLARDINI, s.v.: Due sole partite sono troppo poche per giudicare, tranne che per il vulcanico Zamparini.  DE ZERBI, VOTO 5: Le idee non mancano, ma il suo Palermo ha fatto difetto di concretezza. Inconcludente. CORINI, VOTO 5: A parte una straordinaria vittoria in rimonta nei minuti finali a Genova non ha lasciato il segno.Effimero.  DIEGO LOPEZ, VOTO 5,5: Il suo esordio era stato promettente, ma alla lunga si è rivelato un fuoco di paglia. Illusorio. BORTOLUZZI, s.v.: Chiamato quando la stagione era ormai compromessa, ha tentato di tenere insieme la squadra. Innocente.

PESCARA. ODDO, VOTO 5,5: Il suo Pescara ha sempre concesso qualcosa al pubblico, dimenticandosi spesso che ciò che conta è il risultato. La sensazione è che l’ex terzino vada rivalutato con una squadra migliore, ma l’esonero è stata la presa d’atto di un fallimento. Evanescente. ZEMAN, VOTO 6: Ha ammesso di aver pensato di poter addirittura salvarlo il Pescara. Poi si è reso conto che la squadra che aveva tra le mani non era all’altezza. Ha comunque saputo regalare sprazzi di gran calcio, alla sua maniera. Impotente.

ROMA. SPALLETTI, VOTO 6: Secondo posto e Champions diretta non sono risultati da poco. Ma Luciano ha perso di mano l’ambiente. Pesa sul suo giudizio la complicata gestione-Totti e l’incapacità di ottenere dalla squadra quella continuità di risultati che gli avrebbe consentito di insidiare anche la Juventus in ottica Scudetto. Qualcosa gli è mancato. Deludente.

SAMPDORIA. GIAMPAOLO, VOTO 6,5: Ha impiegato un po’, ma alla fine ha trovato la quadra. Sempre difficili da affrontare le sue squadre. Galeone l’ha detto, quando si concederà meno tatticismi e più fantasia sarà un allenatore di prima fascia. Tattico.

SASSUOLO. DI FRANCESCO, VOTO 5: Che sia in grado di esprimere un gioco piacevole e offensivo ci sono ormai pochi dubbi. Quest’anno però il salto di qualità è mancato. Troppe occasioni buttate al vento, ci riproverà in una piazza molto più esigente come la Capitale. Bocciato.

TORINO. MIHAJLOVIC, VOTO 5,5: Qualche soddisfazione nel corso dell’anno, ma spesso a tenerlo a galla è stato Belotti. La sensazione è che non abbia sfruttato a pieno tutto il potenziale dei suoi. Ma non ne abbiamo la riprova. Scostante.

UDINESE. IACHINI, VOTO 5,5: Dopo un ottimo inizio ha perso la situazione di mano, non gli capita spesso. Distratto. DEL NERI, VOTO 7: Ha il merito di aver individuato in fretta i problemi della squadra e di essere riuscito a  risolverli. Il record di punti degli ultimi 5 anni è il premio per il consueto lavoro di qualità. Saggio.

fonte ibtimes.com

By marcodalmen
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