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Serie A, ogni posizione conta: ecco quanto vale il piazzamento in classifica


La posizione in classifica nel massimo campionato italiano porta con sé anche un valore economico, con differenze rilevante tra un piazzamento e l’altro: anche chi si trova fuori dalla lotta salvezza o per l’Europa ha ancora obiettivi da raggiungere.

Quanto vale posizione classifica Serie A? La Serie A entra nella fase calda della stagione, con tanti verdetti da definire dalla lotta scudetto a quella per la Champions League. Ma ogni posizione conta, anche economicamente.

Il piazzamento finale in Serie A infatti non è importante solamente da un punto di vista del risultato sportivo, ma si intreccia anche con aspetti economici sempre più rilevanti per le società calcistiche. Concludere la stagione con più o meno punti – e di conseguenza in una determinata posizione in classifica – porta a incassare di più o di meno sulla base della distribuzione dei proventi da diritti televisivi. Motivo per cui anche chi sembra al momento fuori da ogni obiettivo, come le squadre a metà classifica come Udinese, Torino e Genoa (tutte e tre abbastanza distanti dalla zona calda della lotta salvezza ma lontane dalla corsa per l’Europa), ha ancora qualcosa per cui lottare in questo finale di stagione.

Quanto vale posizione classifica Serie A? La ripartizione dei diritti tv

La ripartizione dei proventi da diritti tv viene effettuata sulla base di criteri precisi imposti dalla Legge Melandri (revisionata poi dalla riforma Lotti) e che prevede una distribuzione delle risorse provenienti dalla commercializzazione delle partite come segue:

  • 50% in parti uguali tra tutti i club;
  • 28% in base ai risultati sportivi (11,2% legato alla classifica dell’ultimo campionato, 2,8% legato ai punti nell’ultimo campionato, 9,33% legato agli ultimi 5 campionati precedenti all’ultimo e 4,67% legato ai risultati storici);
  • 22% in base al radicamento sociale (di cui l’1,1% legato al minutaggio dei giovani, il 12,54% legato agli spettatori allo stadio e l’8,36% legato all’audience tv).

Quanto vale il piazzamento in Serie A? La classifica dal 1° al 20°

Nel complesso, quindi, poco più dell’11% delle risorse finali viene distribuito tra i club in base alla posizione in classifica. Considerando i dati ufficiali della stagione 2023/24, il valore complessivo legato ai risultati in classifica è stato pari a circa 120 milioni: cifra che dovrebbe leggermente variare per l’anno in scorso, in attesa della definizione della cifra definitiva che può ancora variare.

Dunque, guardando ai dati della scorsa stagione, prima posizione in classifica vale poco meno 19 milioni di euro, mentre per l’ultimo posto è previsto poco meno di 400mila euro. Considerando la sola parte di ricavi da distribuire sulla base della classifica di questa stagione, queste sono le cifre che i club incasseranno, dal 1° al 20° posto:

  1. 18,7 milioni di euro
  2. 15,7 milioni di euro
  3. 13,5 milioni di euro
  4. 11,2 milioni di euro
  5. 9,7milioni di euro
  6. 8,2 milioni di euro
  7. 6,7 milioni di euro
  8. 5,9 milioni di euro
  9. 5,2 milioni di euro
  10. 4,5 milioni di euro
  11. 3,7 milioni di euro
  12. 3,4 milioni di euro
  13. 2,9 milioni di euro
  14. 2,6 milioni di euro
  15. 2,2 milioni di euro
  16. 1,8 milioni di euro
  17. 1,5 milioni di euro
  18. 1,1 milione di euro
  19. 0,7 milioni di euro
  20. 0,4 milioni di euro

Quanto vale posizione classifica Serie A

fonte calcioefinanza.it



By marcodalmen
7 commenti
KAAL69
18 Marzo 2025 | 15.41

il 22% del radicamento sociale,è la vergogna piu grande,praticamente un quinto regalato a 3 squadre

farabundo
18 Marzo 2025 | 12.09

🏊🏽🏊🏽

Nemesis68
18 Marzo 2025 | 11.33

Più che i 4 milioni che ballano tra la seconda e la quarta, conta essere nelle prime quattro per andare in C.L. e prendersi i 40/50 anche solo della dignitosa fase a gironi. Poi la motivazione ad arrivare primi non è certo quella dei 3 milioni in più, soprattutto che chi lo scudetto non l'ha mai vinto.

Lorenz67
18 Marzo 2025 | 11.21

e qui mi "riaggancio" al discorso meramente "economico-soldi" diretti/immediati fatto dal Gasp nell'intervista post-inda: tutti vogliono arrivare 4i e pochi primi... perche la differenza premi tra chi vince lo scudo (ca.19M e i seguenti 3 posti validi per la champions ovvero 16M 13.5M e 11.2M) e' abbastanza risibile e probabilmente piu' che erosa dai premi scudetto da pagare ai propri giocatori e staff. Mentre la differenza "enorme" e' tra 4o e 5o posto dove, a seconda della squadra che si qualifica, ballano dai 50-60 (minimo) ai 100 e passa milioni per la champions league. Che equivale piu' o meno alla cessione di un top top player. Naturalmente NON sono presi in considerazione tutti gli altri effetti "positivi" della vittoria scudo ovvero trofeo in bacheca, prestigio, onore, marketing, diffusione mediatica, supercoppa italo-araba etc.etc.

bna75
18 Marzo 2025 | 09.58

E con 120 milioni di euro in ballo, abbiamo ancora arbitri non professionistici a dirigere il baraccone... 

Mah! 

Pasodoble

In risposta a: bna75

18 Marzo 2025 | 11.36
Non saranno professionisti fiscalmente ma si dedicano a pieno tutta settimana all'attività arbitrale, non è un'etichetta che cambia la qualità del prodotto. Anche da professionisti ci saranno quelli scarsi e quelli bravi e continueranno a fare errori.
Gin1907

In risposta a: bna75

18 Marzo 2025 | 13.08

Condizionamento psicologico sempre presente, poiché la pressione mediatica non è gestibile. Non vedo l’ora in cui ci saranno dispositivi che valuteranno l’intensità dei contatti, solo allora potremo vedere un arbitraggio degno della parzialità, ora dell’intensità non frega nulla a nessuno, ma è proprio dall’intensità che si può giudicare qualsiasi evento