14/04/2020 | 07.37
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Serie A dal 30 maggio ma tutto rischierà di saltare subito: può bastare un papà

 

Calendario maggio 2020 (45-30LD) - Michel Zbinden IT

La Serie A può davvero tornare in campo nel giro di un mese e mezzo. Ma oggi La Repubblica ha spiegato nel dettaglio perché la situazione è più pericolante di quanto possa sembrare: “Possiamo confermare che la Lega di A sta facendo di tutto per tornare in campo il 30 maggio, 84 giorni dopo quella partita. Ma bisognerà farlo nelle più totali condizioni di sicurezza perché basterebbe un padre positivo di un qualsiasi protagonista dei circa 2500 che saranno coinvolti ogni giornata di campionato per fare saltare tutto in un attimo”, si legge.

In particolare, alcuni presidenti – da Cellino a Ferrero – hanno un vero e proprio terrore per interesse dei propri club: “Non tutti in Serie A sono convinti che sia il caso di scendere ancora in campo in città con Milano, Brescia, Bergamo, Torino, martoriate dal virus (anche se alcune squadre potrebbero essere spostate al Sud). Ci sono state fortissime pressioni nei confronti del governo da parte di presidenti di vari schieramenti, fra chi spingeva per tornare a giocare il più presto possibile (e Lotito è stato, ed è, il leader di questa corrente di pensiero) e di chi, per interessi vari, o anche per convinzione, sperava di finirla qui. Ci sono presidenti che hanno paura per le 12 giornate ancora da giocare, più recuperi: temono di essere invischiati nella lotta per la salvezza. Altri hanno paura che la loro squadra, dopo una sosta così lunga, possa crollare. Altri ancora preferirebbero pensare al futuro, risparmiando sullo stipendio dei loro giocatori visto che hanno sbagliato tutti i piani. Tutte queste pressioni a politici, ministri, non sono piaciute affatto alle istituzioni, anche molto in alto: il calcio ha dimostrato ancora una volta, ma non ce n’era bisogno, che crede di essere un mondo a sé”, conclude Repubblica. (sosfanta.calciomercato.com)

By marcodalmen
46 commenti
marcotrisma
14 Aprile 2020 | 17.51

OK FRANK ,  parlavo  di  tutte  le  SOCIETA'  SPORTIVE   CALCISTICHE  ,NON  certo  della lotitospa che  ha   DEBITI  SPALMATI fino al  3000 , x legge   glielo  hanno   permesso e  li  sta'  onorando  poco  alla  volta . 


NON  ho parlato  di  quelle  che   X  CHIARO   INTERESSE   nel   rimanere  in  A   , VOGLIONO  CHIUDERE  ,  vedi Cellino   che  ancora    non  ha  imparato  la  DIGNITA'  di  Presidente   che  invece   hanno  x esempio  SPAL , LECCE  ecc...  e stanno  zitti .


Come  sempre  succede  i  (pesci)  PICCOLI  , intendo oratori ,polisportive  under... serie pro ,D,C, ecc  ..saranno  i  primi  a  NON  riaprire  PIU'  !


L'  alternativa  ,  se  riapriranno sara'  l'abbinamento  con  altre   SQUADRE  vicine  come  gia'  da  anni  succede   ! 

marcotrisma
14 Aprile 2020 | 16.21

Allora  anche la  NONNA  ??  Ma  x   favore  basta  sparare  CAZZATE    ,   NON  come   sport  ma come  azienda ,   Se  un  papa'  del giocatore si  ammala   VA  CURATO  , STOP ,  magari e'  solo  asintomatico e    senza  febbre  ! 


CHIUDIAMO  TUTTO   allora  ... meno  le  AZIENDE   piu'  importanti ,  VITALI ,     chiudiamo  anche  quelle  X lo  svago  X esempio  le   pizze d'asporto ( che attualmente  le  portano a tutti )  non  sono  aziende  come i bar  e  ristoranti  ?  Magari il pony o il  pizzaiolo e'  infetto  ma  continua   a LAVORARE  e a  portarvi  A  CASA   le  pizze  ecc.....!


Lo SPORT  qui' NON  ESISTE  PIU'  , in  questo  momento  e'  l'AZIENDA ,  la  SOCIETA'   SPORTIVA con  tutti   i suoi  ONERI  e   DOVERI  di  bilancio


gestionale  dell'anno  in   corso ,  QUALCOSA     deve  fare  e  se  x SALVARSI  deve  finire il  campionato   ...LO   FARA' ! NON  puo'  dire  a TUTTI i suoi   DIPENDENTI  ,  signori  ,  causa  PANDEMIA   Chiudiamo   baracca  e   burattini   fino  a  data  da   ....DESTINARSI  ! ARRANGIATEVI !

95Frank

In risposta a: marcotrisma

14 Aprile 2020 | 17.02

Marcotrisma.


 


Lo abbiamo capito che alcune "aziende" (Lazio, ad esempio ....) sono in difficolta' economiche.


Dovremo giustamente tenerne conto.


 


Ma il fatto che alcune "aziende calcio" siano in difficolta', NON significa che non si debbano considerare anche altre priorita'.


 


Migliaia di persone sono morte (e altrettante rischiano di morire).


Migliaia di aziende di ogni tipo rischiano il fallimento (NON meno della Lazio).


Decine (o centinaia) di migliaia di persone rischiano di perdere il lavoro.


 


Giusto considerare anche i problemi della Lazio e di altre "aziende calcio", ma solo nel contesto di un dramma molto piu' ampio.

95Frank
14 Aprile 2020 | 16.02

(Repubblica): "Tutte queste pressioni a politici, ministri, non sono piaciute affatto alle istituzioni, anche molto in alto (presidente della Repubblica ???? n.d.r.): il calcio ha dimostrato ancora una volta, ma non ce n’era bisogno, che crede di essere un mondo a sé”

dagliStates
14 Aprile 2020 | 15.37

Al di là di tutto, in questo periodo apprezzo molto la discrezione e la riservatezza della nostra presidenza. Il silenzio, a volte, è la scelta migliore. In un momento di difficoltà oggettive, fare la parte di chi si schiera argomentando in modo più o meno ragionevole (o addirittura Lotitesco) una semplice difesa dei propri interessi più spiccioli è abbastanza patetico.

ReMo

In risposta a: dagliStates

14 Aprile 2020 | 22.41

Il basso profilo tenuto dalla società suona, anche a mio parere, come nota di sagacia ed opportunità. Superfluo disperdere energie e credibilità in progetti di cui restano in dubbio, la possibile sussistenza o la logica realizzativa. Il superbo piazzamento sino a qui consolidato, non è motivo di pretese nè di rimpianto, ma resta un dato di fatto, provvisorio o definitivo che possa essere, in attesa di ciò che dovrà o meno avvenire. Forse il nostro atteggiamento trova risposta in tutto quanto si è dimostrato più grande di noi ed ha consolidato la nostra fermezza morale, rimarcando la scala e la priorità dei valori fondamentali della vita. Solo la superficialità maldestra di taluni personaggi, ostinati nel ripetere una sola nota, mi suggerisce che l'educazione vera, è un fatto di classe, detenuto da pochi ed incondivisibile con molti.

Lucafro
14 Aprile 2020 | 13.28

Ma perché "basta un papà"?


Io sono a casa mia da 11/03 3 non vedo mio papà da ancora prima perché giustamente non posso frequentarlo..


 

Oiggaiv

In risposta a: Lucafro

14 Aprile 2020 | 15.33

Idem. E babbo e mamma stanno a 10 km da me....


Qualcun altro invece ha preso 2/ 3 aerei per vedere mami...ed ora si allenano tranquillamente.

Rudenko
14 Aprile 2020 | 13.14

io dico, facciano come con tutti i comuni mortali, nessun tampone, inizino a giocare a porte chiuse, stiamo isolati per tutto il tempo del campionato e bona! Altro che tamponi agli asintomatici! Misurazione della febbre e stop! Non fanno così cob tutti i lavoratori? Anche quelli in prima linea?

michi1907

In risposta a: Rudenko

14 Aprile 2020 | 14.11

concordo se proprio vogliono ricominciare, non rubino i tamponi a persone normali e operatori sanitari, e si prendano il rischio come tutti i comuni mortali

diegobg

In risposta a: Rudenko

14 Aprile 2020 | 14.14

Io non ripartirei.


MA ad onor del vero...io al lavoro metto la mascherina e tengo le distanze. I calciatori non penso possano...

Rudenko

In risposta a: diegobg

14 Aprile 2020 | 16.34

Cooncordo... ma se ci sono questi rischi non ripartano e punto!

michi1907
14 Aprile 2020 | 13.00

ieri altri 550 morti(ufficali, reali almeno 1000) e questi fra 18 giorni vogliono riprendere ad allenarsi per poi inizare il campionato dopo 3 settimane quando sono fermi da 2 mesi....


Annullate sto cazzo di campionato e pensate a ripartire con basi solide dal prossimo


e se ci saranno perdite vi tenete le perdite come quelle che stanno subendo tutte le partite iva e aziende in questo periodo

lucanember

In risposta a: michi1907

14 Aprile 2020 | 14.13

Il problema è che se x cado tutti gli altri campionati giocano e noi no scordati la Champions e tante altre cose....in Francia 15000 morti ufficiali e le scuole x i bimbi più piccoli e gli asili riprendono Il 12 maggio...la vita x chi c'è deve andare avanti come andava avantin durante le guerre (e non avevano da mangiare), chi ha perso la vita va ricordato e commemorato perché stando al tuo ragionamento in tv ci devono essere solo programmi funerei e zero risate

ReMo
14 Aprile 2020 | 12.14

Stando alle ipotesi che vengono avanzate, voler concludere il campionato sottintende una serie di stravolgimenti normativi: dell'epoca, con le complicazioni metereologche, dei ritmi, del calendario e, da ultima, quella delle destinazioni dei campi di gioco, che per noi potrebbe significare che non si giocherebbe a Bergamo. In effetti si tratterebbe di una rivoluzione sostanziale del campionato che conosciamo ed è incontrovertibile una conseguente risultanza difforme da quella che potrebbe essere la  consolidata. Capisco le logiche che vengono avanzate a favore del completamento del torneo, come recepisco il fatto che, un salvataggio da annegamento presupponga il fatto di dover acchiappare il soccombente per i capelli, trascurando le prescizioni tricologiche, al fine di poterlo trarre in salvo. Ciò nonostante, qualora il pericolante  fosse completamente calvo  risulterebbe impossibile anche l'opportunità di abbrancarlo e non ci resterebbe, pur a malincuore e nostro malgrado, che doverci rassegnare a perderlo. Porgendo rammarico e condoglianze, in particolare al signori Lotito e Co, per l'inevitabile perdita di un trofeo che si immaginavano già in bacheca, ma ricordando loro che le regole debbono ripettare le giuste attese di tutti e non soltanto i loro personali progetti.

dagliStates

In risposta a: ReMo

14 Aprile 2020 | 15.38

Sei sempre il n. 1.

ReMo

In risposta a: dagliStates

14 Aprile 2020 | 22.05

Sempre prodigo con me. Ti ringrazio e ti saluto, con amicizia e cordialità.

LOER
14 Aprile 2020 | 12.11

da oggi altre categorie di lavoratori viene mandata al lavoro, se ci sono le condizioni per far lavorare loro e tutti quelli che non sono nemmeno stati fermati io direi che allora possono andare a lavorare anche i calciatori.
"risparmiando sullo stipendio dei loro giocatori visto che hanno sbagliato tutti i piani" questo il vero motivo di chi non vuole riprendere. a me sinceramente favorire uno che ha sbagliato tutti i piani pare alquanto immorale. 

michi1907

In risposta a: LOER

14 Aprile 2020 | 13.07

hanno ripreso le categorie essenziali per tirare avanti questo paese, il calcio non è un'attività essenziale

lucanember

In risposta a: michi1907

14 Aprile 2020 | 14.20

Tutto è essenziale x chi prende uno stipendio, che lavori nel calcio, che faccia il doppiatore, che faccia qualaiasi cosa....non esistono solo i calciatori nel calcio.....i parchi divertimento non sono essenziali ma migliaia di ragazzi si guadagnano la pagnotta li x i mesi estivi...

Oiggaiv
14 Aprile 2020 | 11.51

Forse prima di pensate a giocare bisognerebbe inquadrare totalmente un virus sul quale non è ancora certo manco la durata della quarantena.


Se poi è vero che ha raggiunto il cuore dell'amazzonia....mi sa che agli studiosi sfugge qualcosa......


Piedi di piombo per me, da profano della medicina quale sono direi comunque che qualcosa ancora non torna.

Nemesis68
14 Aprile 2020 | 10.47

Comunque, a prescindere dalle varie correnti di pensiero "il calcio è l'ultima delle necessità"/"anche lo spettacolo può contribuire a rasserenarci in questo periodo", entrambe rispettabilissime, mi sfugge il senso dell'articolo in questione e del papà (o mamma/figlio/moglie ecc) di calciatori/arbitri ed altri attori di contorno nel caso di ripresa del campionato.


Si vuole (anche qui non entro nel merito del perchè e del come) ricominciare e finire il campionato? Bene, che venga gestito come fosse un mondiale o un'olimpiade ... tutti in ritiro ciascuno nel proprio "villaggio olimpico" da tre giorni prima della ripresa fino a fine campionato, ovunque si giochi (che l'Atalanta giochi a Bergamo o Napoli, invece di tornarsene a casa si sta unicamente e sempre a Zingonia piuttosto che a Vattelapesca) con tamponi fatti per tutti prima di ricominciare. In ogni città dove si disputano le partite si "precettano" due hotel, opportunamente sanificati e con personale tamponato, che accolgono di volta in volta le squadre che devono giocare lì in modo che strutture e persone "connesse" siano ridotte al minimo e adeguatamente controllabili senza un inutile fottìo di tamponi da lasciare a chi ha necessità più urgenti. Con un minimo di buonsenso e organizzazione, la cosa si può fare senza che debbano arrivare possibili contagi esterni da ogni dove. (che poi sia il caso o meno di farlo, quella è altra questione ...)

farabundo
14 Aprile 2020 | 10.30

o anche una mamma

Lucafro

In risposta a: farabundo

14 Aprile 2020 | 13.29

Che poi la mamma è certa, il papà no.

seagull
14 Aprile 2020 | 10.00

Da un punto squisitamente SPORTIVO (quindi so di andare fuori tema per certa gente) preferisco un campionato brutalmente mozzato all'epilogo, falsatissimo, che vogliono mandare in scena. 

mlucky
14 Aprile 2020 | 09.21

e vai, tamponi a go-go per tutti...fa niente se poi non ce ne sono per medici e infermieri...

michi1907

In risposta a: mlucky

14 Aprile 2020 | 13.08

esatto. Mancano tamponi agli infermieri ma ci sono per calciatori e famiglie ogni 2 giorni

Oiggaiv

In risposta a: mlucky

14 Aprile 2020 | 15.36

Concordo

Brasa
14 Aprile 2020 | 08.48

La questione del padre non mi è chiara, se si parla di ritiri blindati per un mese e mezzo.


Credo che se sará davvero questa la ratio allora é statisticamente probabile che si giocherà molto poco prima di un nuovo stop.

ste63neroblu
14 Aprile 2020 | 08.36

Se si gioca è solo dopo aver fatto i tamponi a tutti i giocatori, personale e dirigenti delle squadre, nonchè arbitrii, guardialinee ecc. ma rigorosamente a porte chiuse. Altrimenti molto meglio lo stop. Rischio troppo grosso.

Andre62

In risposta a: ste63neroblu

14 Aprile 2020 | 08.42

..e dovresti rifarli ogni giorno, lasciamo stare dai!... si riparte accettando che qualche contagio ci possa essere, oppure fantasticare sulla ripresa

brignuca

In risposta a: Andre62

14 Aprile 2020 | 10.19

oppure isolarli, cosa impossibile, per cui o ti prendi qualche rischio o non riparti più.


Un paio di considerazioni (premesso che io per ora me ne starei tranquillo)


1) fino ad un vaccino e sua diffusione non è possibile pensare neppure di avvicinarsi a come eravamo prima


2) la massa di morti che ci sono stati è stata cusata da ignoranza (quindi no uso mascherine e precauzioni) e dalla carenza ospedaliera di TI. Aggiungiamo i morti rimasti a casa perchè continuavano a dirci "non c'è posto restate a casa" ed il quadro è completo. Con una adeguata struttura sanitaria l'impatto di una nuova ondata (per di + minore per le precauzioni sopra riportate e per il fatto che ci sarà una parte della popolazione che la ha già fatta) dovrebbe essere minore.

lucanember
14 Aprile 2020 | 08.27

Il calcio é l'ultimo dei pensieri, però dico che negli altri paesi europei hanno già pianificato e riaperto gradatamente...in Francia, 15000, le scuole riaprono dall'11 maggio qua non si sa se nemmeno a settembre, in molti paesi europei le industrie sono aperte totalmente qua no....bisogna, in sicurezza, convivere con il virus, isolare i positivi, sfruttare la tecnologia e ripartire, ripeto in sicurezza, ma ripartire, c'è parecchia gente che ha bisogno di lavorare x vivere

Brasa

In risposta a: lucanember

14 Aprile 2020 | 08.58

Sulle scuole (soprattutto fino alle elementari è veramente assurdo come si stan muovendo, senza considerare le conseguenze: sappiamo tutti che è uno dei luoghi più a rischio, ma non puoi riaprire fabbriche e studi senza dare un'alternativa a famiglie che lavorano in due, né pensare che tutti si organizzeranno con baby sitter ( 1) tanti non possono permetterselo, 2) non ce ne sarebbero a sufficienza, se non attingendo a ragazzini del liceo - ma quanti affiderebbero il proprio figlio di uno o due anni per giornate intere a un sedicenne?): temo che molti finirebbero per ricorrere ai nonni, la categoria invece più fragile e da tutelare.

Nemesis68

In risposta a: Brasa

14 Aprile 2020 | 09.26

Sicuramente bisogna pensare alle fase 2, alle progressive riaperture, soprattutto per l'economia (non tanto delle grandi aziende quando domestica delle famiglie e delle piccole imprese), però il discorso scolastico (che, di per sè, è l'ultimo che dovrebbe ripartire per esigenze economiche) pone due grosse problematiche contrapposte:


- il trasporto pubblico nel caso di riapertura ... pensare agli studenti delle superiori stipati come sardine sui bus fino ad ora gestiti con le distanze di sicurezza è a dir poco impensabile, bisognerebbe anzitutto triplicare il numero dei mezzi da mettere a disposizione


- il problema della gestione dei figli nel caso di persistente chiusura abbinata alla riapertura delle attività lavorative, come giustamente citato da chi mi ha preceduto: le famiglie (ormai sempre meno) in cui uno solo dei due lavora o che hanno figli grandi che possono gestire i fratelli più piccoli non avrebbero problemi, ma tutte famiglie in cui si lavora entrambi (e lo smartworking è possibile solo per poche tipologie di impieghi) che hanno figli piccoli, senza magari la possibilità, nè prima nè soprattutto ora, di appoggiarsi sui nonni, sarebbero in grande difficoltà: il ricorso ad una baby-sitter sarebbe praticamente obbligatorio, con le conseguenze sia economiche della cosa sia sanitarie, perchè si tratterebbe di far entrare ogni giorno nelle case una persona esterna che poi ha una sua vita, incontra altre persone ecc, introducendo un ulteriore rischio.


 

Cate

In risposta a: Nemesis68

14 Aprile 2020 | 09.40

Concordo.


Impensabile riaprire scuole e università. Le classi sono piccole (almeno quelle delle elementari, medie e superiori che ho fatto io) e gli studenti tantissimi. Io per fortuna sono sempre andata a piedi perchè abitando in centro città sono vicina a tutto, ma chiunque ha visto quanto sono pieni di ragazzi gli autobus alle 7.30 del mattino, alle 14 e in quelle fasce orarie di punta. 


Io parlo da universitaria: studiando a Milano, la mia università è piena di persone che arrivano da tutta la Lombardia. Io per arrivare là devo prendere treno e metro, oppure due treni. Potenzialmente rischierei di contagiare/essere contagiata in ogni momento, visto che dubito che dopo il 3 maggio saremo arrivati a 0 contagi (che poi, non essendo nemmeno ufficiali i numeri, bo). Ho a casa mia nonna di 92 anni e quindi preferirei anche evitare il rischio di esporla a un contagio. Poi ci sono i miei fratelli, uno studia al politecnico quindi anche lui è un pendolare, l'altro è alle superiori. Il rischio è moltiplicato. 


La massa di gente che le scuole sposta è enorme (non solo studenti, ma insegnanti, tecnici vari, bidelli...).


Secondo me, non ci faranno tornare prima di settembre.

maurom72

In risposta a: Cate

14 Aprile 2020 | 09.51

Locatelli è stato chiaro e fa parte del Consiglio tecnico, quindi è probabile che sia così...leggevo però che in Francia le scuole dei piccoli, asili e elementari, dovrebbero riaprire presto... è proprio strana questa linea Europea di fare ognuno a modo suo...

lucanember

In risposta a: maurom72

14 Aprile 2020 | 10.16

L'idea francese non è sbagliata, io ho una bimba di quasi 6 anni, la moglie dipendente ed io agente di commercio, è da fine febbraio che sono a casa causa chiusura asilo e da maggio se ripartirà il lavoro che facciamo? Dai nonni meglio evitare, una baby sitter sconosciuta e che potrebbe essere una potenziale asintomatica? Con bimbi piccoli da gestire è difficilissima anche perché il congedo parentele è al 50 %...

maurom72

In risposta a: lucanember

14 Aprile 2020 | 10.30

Anche per me non è sbagliata, anche perché la maggioranza è nelle stesse tue condizioni...vedremo che succede ma qui temo che resterà tutto chiuso

Brasa

In risposta a: maurom72

14 Aprile 2020 | 10.35

Chiaro io parlavo solo fino alle elementari... dalle medie in su immagino siano in grado di essere autosufficienti e frequentare lezioni a distanza per i mesi rimanenti.

brignuca
14 Aprile 2020 | 08.11

Vittime sacrificali sull'altare del dio denaro.


Si ricomincerà e quando ci saranno i primi casi sicuramente qualcuno dirà che è fisiologico, che è poca roba in confronto alle conseguenze sulle persone delle perdite economiche.

kikko

In risposta a: brignuca

14 Aprile 2020 | 09.22

Beh non capisco perché tutti dobbiamo riprendere il lavoro, anzi molti non hanno mai smesso loro no, allora tutti siamo vittime? Anche lo spettacolo è utile specialmente per uscire da sta agonia 

zorrobari
14 Aprile 2020 | 08.04

Sono il primo a dire e sperare che si torni a giocare perchè significherebbe che il peggio è alle spalle, ma obiettivamente non ha proprio senso tornare a giocare... stop, campionato chiuso come hanno fatto in belgio. Lo show a volte è giusto che si fermi e questo è uno dei casi... 

zizzi1955
14 Aprile 2020 | 07.57

Nonostante tutto l'amore che ho verso l'Atalanta dopo oltre 60 anni di stadio, anche se le partite mi mancano da morire, quando vedo la situazione in essere e penso a tutti quei morti, tra i quali amici cari, penso che fino a quando tutto non sarà tornato come prima, sarebbe meglio non giocare. E mi piange il cuore a dirlo, ma la salute viene prima di tutto. 

PIER73ALBINO

In risposta a: zizzi1955

14 Aprile 2020 | 09.38

Allora non si giocherà più, perché niente sarà come prima. Almeno finché (e se) non si troverà un vaccino

Guinness
14 Aprile 2020 | 07.40

Dopo aver perso persone care , mi vien solo da dire che voi scherzare col fuoco , buona fortuna