16/03/2019 | 09.09
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Sfida al Chievo: un tempo sembrava l’Atalanta di oggi ?

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Dalle qualificazioni in Coppa Uefa e Champions all’attuale stagione, disastrosa: la peggiore degli ultimi 25 anni. Assonanze e differenze con un’altra provinciale, quell’Atalanta che i veronesi incontrano domenica a Bergamo

 

Se non è la stagione più sciagurata degli ultimi venticinque anni, poco ci manca. Perché nel 1993-94 cominciava la cavalcata del Chievo Verona, dalla C1 — senza playoff — alla Champions League, con in panchina Malesani, prima, e Delneri, poi. L’Atalanta, inoltre, è una pietra miliare nella storia della squadra scaligera, perché è la prima avversaria affrontata all’esordio in Serie B. I nerazzurri puntavano alla promozione, i clivensi a fare bella figura: 1-1 al termine dei novanta minuti, con la rete di Cristiano Scapolo pareggiata, in chiusura, da Andrea Giordano, onesto artigiano della pedata.

Erano altri tempi e nessuno, probabilmente, si sarebbe mai immaginato i cinque lustri successivi. La favola Chievo, con la sfida decisiva alla Salernitana, con tredicimila persone allo stadio Bentegodi, passando per la testa della classifica con Marazzina e Corradi in attacco, oppure i preliminari di Champions League del 2006 — dopo Calciopoli — con un sogno che viene rovinato dal confronto con il Levski Sofia. Di lì i nuvoloni si addensano fino a diventare un incubo, perché alla fine i gialloblù retrocedono, con una pronta risalita ai danni dell’AlbinoLeffe, nel 2008.

Gli uomini di Percassi chiudono i bilanci intorno ai 150 milioni di euro, ma molto dipende dai diritti televisivi e da ricorrenze extra, non da un fatturato strutturato e incassi più o meno fissi. In confronto a qualche anno fa, prima di Gasperini, le entrate erano decisamente inferiori, quasi la metà. Molto diversa la situazione di inizio millennio, quando i fatturati delle big erano sì alti, ma tutto dipendeva dall’intenzione, dei presidenti, di aprire i loro portafogli.

A dir la verità Giovanni Sartori, artefice di quel miracolo e ora direttore dell’area tecnica bergamasca, non ha mai abusato delle casse del presidente Campedelli, ora più in difficoltà nell’allestire una rosa competitiva. Tanti «grandi vecchi», tre punti di penalizzazione a causa del processo per le presunte plusvalenze gonfiate, una sola vittoria in campionato. Quella dei Mussi Volanti sembra una sorte oramai segnata, dopo altri dieci anni in Serie A. Insomma, sembrano due mondi oramai opposti, completamente diversi. Eppure qualche tempo fa la «favola» era quel Chievo che giocava sulle fasce, con il 4-4-2, e che poteva schierare Eriberto (e non Luciano) oppure Manfredini, Amauri in attacco oppure Corini in cabina di regia. Sembra passata un’ eternità.

fonte bergamo.corriere.it

By marcodalmen
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