Sliding Doors, i 50 anni di un "Gasp" dimenticato
Come oggi 50 anni fa su esonerato dall'Atalanta Corrado Viciani.
Quasi nessuno qui dentro lo ricorda ma è passato alla Storia del Calcio italiano come un genio della panchina in larga parte incompreso. Leggere di lui ricorda molto la parabola del Gasp con il punto di contatto dell'esperienza atalantina.
A Bergamo dal luglio 1969 la dirigenza di allora non seppe aspettare e lo esonero' l'ultimo giorno dell'anno, il contrario di quanto accaduto il primo anno di Gasperini a Bergamo e quella partita col Napoli che, se andata male, avrebbe quasi certamente rappresentato il suo esonero e lo sfumare degli anni di gloria successivi che stiamo vivendo.
Ecco chi era Viciani (da storiedicalcio.altervista.org) e perchè ci ricorda tanto il Gasp:
Nel 1972, la Ternana fu promossa per la prima volta in Serie A. La mitica squadra che negli anni 70 impressionò il mondo sotto la guida di Corrado Viciani. Grazie ad un calcio-spettacolo al quale si sono ispirati perfino Arrigo Sacchi e Pep Guardiola.
Per due stagioni, quelle del 70/71 e del 71/72, la Ternana, sotto la guida di Corrado Viciani, camminò sulla Luna. Una squadra che muoveva la palla rapidamente, giocando per 90 minuti un calcio fatto di tanti passaggi, tutti eseguiti con grande precisione e seguendo una filosofia così definita da diventare un’ossessione. Un gioco che potrebbe essere definito precursore di quello mostrato dal Barcellona di Pep Guardiola o dal Milan di Arrigo Sacchi. Il Gioco Corto di Viciani sembrava irreale per i tempi. L’allenamento di Viciani era focalizzato sulla preparazione atletica, fatto del tutto inusuale nell’Italia dei primi Anni Settanta. I suoi calciatori correvano più veloci e più a lungo degli avversari, combinando la loro intensità con un intricato gioco di passaggi.
Un suo giocatore Giorgio Mastropasqua, che poi avrebbe giocato nell' Atalanta, nel 1972 aveva 21 anni: «Non ho mai visto un allenatore come lui nel resto della mia carriera. Era più filosofo che allenatore. A volte citava Camus o Pericle, ma con i suoi giocatori operava come un dittatore». Come disse uno dei giocatori di quel periodo, «non è vero che non ci faceva fare quello che volevamo, ma la cosa importante era che ciò che volevamo fosse quello che voleva lui».
Viciani voleva un gioco fatto di passaggi. «Un gioco di calci e corse è noioso – disse – Qualcuno ha forse inventato il libero che gioca in quella posizione solo per raccogliere tutti i lanci lunghi?». Viciani fu un fondamentalista del suo credo. Nella sera della finale di Coppa Campioni 1972 tra Ajax e Inter, disse in televisione che avrebbe fatto il tifo per gli olandesi. «Per l’Inter è necessario perdere di 3 o 4 gol: sarebbe importante per tutto il calcio italiano. Perché sono gli olandesi a giocare il vero calcio, mentre in Italia gli allenatori sono interessati solo a un gioco difensivo, un calcio orribile e antiestetico». L’Ajax vinse 2-0 e il calcio italiano imparò la lezione. Tuttavia, Viciani era letteralmente ossessionato dal modello olandese e, in quanto tale, fu il precursore di allenatori come Nils Liedholm e Arrigo Sacchi. «Il più importante esperimento di calcio collettivo in Italia fu introdotto da Corrado Viciani – ha detto Luigi Cavallara, autore del libro Interismo-Leninismo -. Aveva a disposizione un sacco di giocatori di livello medio e li ha costretti a giocare con passaggi corti per farli muovere insieme sul campo».
«Gli italiani hanno bisogno di imparare il verbo ‘correre’ nel calcio – disse Viciani -. Per ora conoscono solo la forma infinita… Quando giochi, ti stanchi sia fisicamente che psicologicamente. Ma se giochi in maniera automatica, riduci lo stress. Tutti dovrebbero sapere come trovare libero un proprio compagno di squadra, tutto deve scorrere automaticamente. Guardate cosa succede con la nazionale tedesca o con quella olandese. Sembra che corrano molto, ma in realtà sono soprattutto bene organizzati».
In quel campionato fino a dicembre, la Ternana sembrava in grado di potersi salvare, ma il loro stato di forma crollò improvvisamente. Lo stile di gioco di Viciani era troppo faticoso da sostenere a quel livello e la Ternana non vinse una sola partita nella seconda parte della stagione. Raccolse appena 16 punti e, ovviamente, fu retrocessa e Viciani esonerato.
Viciani ha allenato fino al 1990, tornando a Terni nel 1988, ma il suo Gioco Corto non ha più avuto lo stesso impatto. Grazie ad Arrigo Sacchi e ai successi del Milan nella seconda metà degli anni 80, il calcio italiano ha gradualmente accettato l’utilità del gioco collettivo e della marcatura a zona, adottando un modello simile a quello che Viciani aveva invocato.
A Bergamo ebbe poca fortuna durando solo sei mesi (dal 1 luglio al 31 dicembre 1969) ma forse fu solo una serie di circostanze o una dirigenza poco lungimirante e per lui non si realizzo' quel miracolo che 50 dopo, grazie al Gasp, stiamo vivendo tutti i giorni...