L'Atalanta sta mostrando qualche limite in questo periodo. Non tanto in Europa League, dove sta macinando gioco, risultati e reti, bensì in Serie A, dove i punti in classifica sono "solamente" 24, con un settimo posto ex aequo con il Milan che per ora non può che soddisfare chi vorrebbe alzare l'asticella in maniera sistematica. Detto che i nerazzurri non hanno, probabilmente, le alternative in rosa per farlo, la doppia competizione ha portato via qualche energia di troppo. La sfida con la Lazio ha però dato delle grosse risposte a Gian Piero Gasperini, con un Ilicic in grande spolvero e un Petagna che, quando non ossessionato dal segnare, può concedere palloni meravigliosi anche per i colleghi di reparto.

Come la sfera per il 3-2, con Gomez che si è preso completamente l'incarico di entrare in area e farsi abbattere da Bastos. L'argentino ha poi ceduto a Ilicic l'onere di battere il calcio di rigore, spiazzando Strakosha. Forse i tanti errori dal dischetto hanno condizionato la scelta - anche di Gomez - mentre qualcosa dev'essere scattato, sul 3-2, quando Wallace ha sprecato malamente un appoggio regalando il pallone al Papu: davanti a Strakosha, invece di freddarlo, gli ha tirato addosso, sprecando un'occasione propizia. Qualche critica e qualche mugugno, a Bergamo, c'è. Difficile però contestare uno degli stranieri più decisivi della storia dell'Atalanta.

Anche perché se è vero che nella passata annata Gomez ha tolto le castagne dal fuoco più volte, al 17 di dicembre - esattamente un anno fa, quindi - i gol del Papu erano solamente tre, gli stessi di questa stagione, in campionato. Con, però, qualche impegno in più dovuto proprio alla campagna continentale. Quindi è forse presto per criticarlo, poiché le buone prestazioni potrebbero ancora essere di qui da venire. A partire dal Milan, una delle poche squadre a non perdere, né andata né ritorno, contro i nerazzurri.

Fonte: andrea losapio - tmw.com