Sono deluso, ma non da loro
La telenovela allenatore si è finalmente conclusa. Questa storia sembra aver esasperato gli animi come non mai, portando ad un isterismo di massa e ad una polemica continua che mi ha costretto negli ultimi giorni ad isolarmi dalle notizie.
Non tanto per le notizie in sè, alcune (vedi la conferenza di presentazione di Gasperini a Roma) persino dolorose da sentire, altre incomprensibili.
Tanta carne al fuoco e tante emozioni che, per chi ama il calcio, significa essere toccato nel vivo, nel cuore prima ancora che nella testa.
Ecco perché ho cercato di soprassedere a quello che reputo un andare al largo senza timone dopo una tempesta.
Negli ultimi due anni, e forse anche il Gasp l'ha capito, la mia sensazione è che il tifoso atalantino medio sia passato dall'essere un umile sostenitore della squadra più bella del mondo, ad una fiera chiusa in gabbia, pronta ad azzannare chiunque se non riceve il proprio pezzo di carne giornaliero.
So bene che chiunque ami l'Atalanta ha diritto di pensare e manifestare il proprio amore come meglio crede, ma questa rivolta di massa, soprattutto social, nei confronti della società, del nuovo mister, questa sottile ironia continua su come l'Atalanta si stia apprestando a tornare in B, ecco, tutto questo è veramente stucchevole oltre che irriconoscente e prematuro.
Ve lo dice uno che una volta capito della seria partenza del Gasp si è vestito a lutto, e che è fermamente convinto che come lui non ce ne siano.
Ma proprio per questo, chiunque fosse arrivato sulla nostra panchina non avrebbe mai potuto godere della stima (calcistica) di cui ha goduto Gasperini a Bergamo, ma da qui ad essere sminuito a priori ce ne passa.
Elaborato e digerito questa fase però bisogna ripartire. Lo sappiamo noi, lo sa la società. Con l'unica differenza che questa società è artefice quantomeno della metà dei successi di Gasperini.
È la società che ha fatto il mercato fino ad oggi, che ha fornito tutti i campioni che abbiamo conosciuto al mister, che ci ha regalato uno stadio unico in Europa, e tutto quanto di buono hanno fatto e migliorato in questi anni (non credo serva un elenco).
Se è vero che il merito va al gran lavoro del mister, credo si debba tributare anche il giusto plauso alla società, che ora non credo voglia mandare tutto in vacca, al solo scopo secondo alcuni di vendere tutto e tutti e fare i bagagli. L'Atalanta può ancora crescere, può farlo in molti campi.
È stato scelto Ivan Juric e noi, da tifosi veri quali ci definiamo, anziché fare i complimenti a chi ha le palle di ereditare la più difficile Atalanta da allenare dopo 9 anni di record, ci mettiamo a frignare facendo un processo alle intenzioni e creando hashtag di rifiuto per chi ci deve guidare nel prossimo campionato e nella prossima champions?
Ma cosa diamine è diventato il tifo atalantino? Dove è l'attaccamento alla maglia a prescindere dalla categoria e dagli interpreti?
Da quando si mette in croce la gente senza nemmeno averla vista lavorare un giorno?
O si discute del mercato quando ancora non è iniziato, e delle cui dinamiche noi non sappiamo assolutamente nulla?!
L'Atalanta non si discute, si ama, questo recita un vecchio striscione.
Siamo i tifosi dell'Atalanta, quelli che danno tutto sugli spalti per sostenerla, e questo dobbiamo fare, perché chi deve prendere decisioni, fare valutazioni, e cercare di fare il meglio possibile in campo e negli uffici manageriali, è la società.
La stessa società che ci ha portato fin dove siamo ora, e che, dopo 5 qualificazioni in champions, tre finali di coppa Italia, e un'Europa League vinta, forse si merita un po' di fiducia in più, e un popolo riconoscente che quantomeno non giudichi il lavoro quando questo ancora non è stato fatto.
Abbiamo due fiumi nella bergamasca che segnano i confini che due cugini calcistici:
Oltre l'Adda una squadra che era in corsa per il triplete ha appena dato la squadra in mano ad un allenatore con 16 panchine in A, oltr'Oglio invece la panchina non si sa nemmeno se ci sarà perché un presidente scellerato ha calpestato 114 anni di storia bresciana.
E noi siamo qui da qualificati in champions a denigrare un mister che ancora non è nemmeno arrivato.
Solo deluso, ma non da loro.
Forza Juric, Forza Atalanta, uniti per nuovi traguardi.
Sigo
By staff
