16/08/2021 | 17.45
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Strani giorni

Strange Days - Constantine J. Singer - Libro in lingua inglese - Penguin  Putnam Inc - | IBSStrani giorni. Noi tifosi atalantini stiamo vivendo strani giorni, tra la gioia di rivedere all’opera la nostra Dea e l’incertezza più assoluta sul fronte del tifo e del mercato, che potrebbe riflettersi inevitabilmente sul campo.

“Potrebbe”, usiamo il condizionale, perché stando ai fatti (partita amichevole sì, ma buon test contro la Juventus) la squadra c’è, non ha perso smalto, carattere, grinta, cuore e qualità. Certo la condizione è ancora precaria, ma sappiamo di non andare a benzina, ma a diesel.

A parte trovare i soliti accordi e crearne di nuovi in difesa, a meno di una settimana dall’esordio contro il Torino, il mercato e le assenze stanno accrescendo una piccola incertezza sulla completezza di questa rosa, che al momento solo gli dei del calcio possono sapere se si rivelerà più forte di quella allestita la scorsa stagione.

Duvan e Ilicic rimangono o partono? Il fatto che la società non cerchi più un attaccante con le caratteristiche del colombiano è un bene o un male? Tutte domande alle quali seguiranno risposte a fine agosto, quando il mercato dei “poveri” si accenderà e si incomincerà a parlare di “opportunità”.

L’attacco però con o senza Duvan rimarrà di spessore, perché le scelte non mancano, e sfido chiunque a credere che Percassi non rimpiazzi Zapata, nel caso più remoto lasci il paradiso orobico per l’incerto inferno meneghino, dove sembra mancare l’unico fattore che smuove il mondo (il denaro, ovviamente).

Parla da sé il silenzio assordante che aleggia in mediana, dove il benedetto vice De Roon si fa desiderare più di Godot nella celebre pièce teatrale, e dove l’ottimismo del Gasp sulla possibile esplosione di Da Riva e dei giovani canterani non sembra convincere più di tanto, e intanto contro il Toro De Roon e Freuler non ci saranno.

Anche con le pezze messe qua e là, l’Atalanta rimane la favolosa creatura che tanto ci ha fatto innamorare, e anche nei momenti più bui, il pubblico si è rivelato il 12esimo uomo in campo.

Quel pubblico che è mancato nell’ultimo anno e mezzo, ma che in compenso complice anche la tragedia che ha colpito l’intera città, ha fatto riunire tutta Bergamo sotto un’unica bandiera: quella nerazzurra.

Il peggio forse è passato, e paradossalmente sale più l’attesa per ritornare allo stadio, nei luoghi in cui squadra e tifosi si amalgamano tra cori, striscioni e colori, formando un connubio inarrestabile, che tanto è mancato.

Si ripartirà a gradi, con un iniziale 50% di capienza e una disposizione a scacchi che sicuramente cozzerà con il desiderio di vicinanza e calore dei tifosi, ma il prezzo da pagare vale tutta la gioia di poter ritornare a vivere quei momenti straordinari che per noi sono diventati normalità, e che speriamo possano restare tali anche al termine di questi strani giorni che ci accompagnano all’esordio in campionato.

 

 

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