Strategie o complotti
Come da calendario, la prossima settimana prevede la disputa di tre incontri, che essendo risolutivi dei tanti punti ancora da sciogliere, comportano particolare importanza ed attenzione.
Pare che l’organizzazione calcistica non tenga nella dovuta considerazione il grado di tensione di noi atalantini che, già in attesa della finale di coppa Italia, pochi giorni più in là, vediamo fissata, al giorno dieci, la disamina della diatriba nata, nel lontano febbraio, tra il nostro mister ed un addetto alle verifiche antidoping.
Conosciamo il temperamento del Gasp ma assai poco dei fatti che ebbero a svolgersi e circostanze relative, ma risulta che gli esami siano stati effettuati con risultanze a supporto della regolarità delle indagini cliniche.
Tanto basterebbe per chiudere la faccenda ed il fatto che Gasperini non abbia voluto adire all’offerta di patteggiamento di una mini squalifica, indica come non gli si confacesse l’ammissione di un addebito che non considerava fondato ed ancor meno congrua una seppur minima penalizzazione.
Un dibattito era pertanto e conseguentemente prevedibile, ma assai meno il suo differimento ad una data ingiustificatamente protratta nel tempo e, combinazione, proprio a cavallo degli ultimi, critici impegni di campionato, cui si aggiunge la finale di coppa.
Più che evidente che aggiungere uno stress ad altri regolarmente prevedibili, non rientri in una visione ottimale degli atteggiamenti sportivi, soprattutto tenendo conto che la eventuale, deprecabile condanna verrebbe a collidere con i momenti più delicati della stagione in corso.
Chiamatemi fazioso, che lo accetto, ma sono sempre più convinto che una siffatta combinazione possa essere definita un complotto o, quantomeno un agguato.
Se le vie del Signore sono infinite, non di meno una trama di questo genere , viene ad intessere una più che efficiente maniera di boicottaggio del lavoro di un mister cui la simpatia degli enti supremi del calcio, raramente sorride.
Parrebbe anzi una serie di tentativi posti in essere per demolire i riconoscimenti deferenti che tutto il mondo calcistico esterno gli va attribuendo.
Un ruzzolone provocato dallo scivolare su di una buccia di banana, consegue ad un gesto di bieca inciviltà che non possiamo definire doloso, ma il confezionare un tappeto intrecciato di tali bucce, assume una valenza dolosa tesa ad arrecare danno.
Credo che nello specifico, artigiani della trama si siano prodigati al fine di realizzare il manufatto a piena valenza, in grado di provocare ricadute ad ogni tentativo di rialzarsi.
Verosimilmente la cosa verrà a cadere senza reali conseguenze, ma queste osservazioni non conseguono ad un atteggiamento da piagnucolosi, che tali proprio non siamo, ma piuttosto ad una lucida disamina su tentativi di destabilizzare un ambiente sportivo, la cui serietà ed impegno sono un modello che in molti, nel mondo, prendono a valido riferimento.
Siamo nati per soffrire è cosa vera ed innegabile, ma è altrettanto intollerabile che si ricerchi ogni mezzo, anche se deprecabile, per acuirne l’impatto.
Ancora una volta vedremo di uscirne, con inalterata fiducia ed inestinguibile ardore: siamo sempre i bergamaschi duri e puri, che non mollano mai.
Forza Atalanta !
By ReMo
Pare che l’organizzazione calcistica non tenga nella dovuta considerazione il grado di tensione di noi atalantini che, già in attesa della finale di coppa Italia, pochi giorni più in là, vediamo fissata, al giorno dieci, la disamina della diatriba nata, nel lontano febbraio, tra il nostro mister ed un addetto alle verifiche antidoping.
Conosciamo il temperamento del Gasp ma assai poco dei fatti che ebbero a svolgersi e circostanze relative, ma risulta che gli esami siano stati effettuati con risultanze a supporto della regolarità delle indagini cliniche.
Tanto basterebbe per chiudere la faccenda ed il fatto che Gasperini non abbia voluto adire all’offerta di patteggiamento di una mini squalifica, indica come non gli si confacesse l’ammissione di un addebito che non considerava fondato ed ancor meno congrua una seppur minima penalizzazione.
Un dibattito era pertanto e conseguentemente prevedibile, ma assai meno il suo differimento ad una data ingiustificatamente protratta nel tempo e, combinazione, proprio a cavallo degli ultimi, critici impegni di campionato, cui si aggiunge la finale di coppa.
Più che evidente che aggiungere uno stress ad altri regolarmente prevedibili, non rientri in una visione ottimale degli atteggiamenti sportivi, soprattutto tenendo conto che la eventuale, deprecabile condanna verrebbe a collidere con i momenti più delicati della stagione in corso.
Chiamatemi fazioso, che lo accetto, ma sono sempre più convinto che una siffatta combinazione possa essere definita un complotto o, quantomeno un agguato.
Se le vie del Signore sono infinite, non di meno una trama di questo genere , viene ad intessere una più che efficiente maniera di boicottaggio del lavoro di un mister cui la simpatia degli enti supremi del calcio, raramente sorride.
Parrebbe anzi una serie di tentativi posti in essere per demolire i riconoscimenti deferenti che tutto il mondo calcistico esterno gli va attribuendo.
Un ruzzolone provocato dallo scivolare su di una buccia di banana, consegue ad un gesto di bieca inciviltà che non possiamo definire doloso, ma il confezionare un tappeto intrecciato di tali bucce, assume una valenza dolosa tesa ad arrecare danno.
Credo che nello specifico, artigiani della trama si siano prodigati al fine di realizzare il manufatto a piena valenza, in grado di provocare ricadute ad ogni tentativo di rialzarsi.
Verosimilmente la cosa verrà a cadere senza reali conseguenze, ma queste osservazioni non conseguono ad un atteggiamento da piagnucolosi, che tali proprio non siamo, ma piuttosto ad una lucida disamina su tentativi di destabilizzare un ambiente sportivo, la cui serietà ed impegno sono un modello che in molti, nel mondo, prendono a valido riferimento.
Siamo nati per soffrire è cosa vera ed innegabile, ma è altrettanto intollerabile che si ricerchi ogni mezzo, anche se deprecabile, per acuirne l’impatto.
Ancora una volta vedremo di uscirne, con inalterata fiducia ed inestinguibile ardore: siamo sempre i bergamaschi duri e puri, che non mollano mai.
Forza Atalanta !
By ReMo
By staff