Tante incertezze per una certezza
Tante incertezze per una certezza
Ancora qualche giorno e verrà ripreso il cammino del campionato, che, nel corso della pausa, si è arricchito di dubbi ed incertezze, al di sopra delle reali necessità. L’insorgenza di voci incrociate, che annunciano casi di contagio un poco per ogni dove, senza un minimo di riguardo verso società o personaggi di rilievo, rinnova allarmi e cautele che mai si erano completamente sopiti. In più, la moltiplicazione, affatto miracolosa, di profeti di sventura o di semplificatori che si battono
contro l’impiego delle semplici mascherine, instaura movimenti di opinione che fanno propria una delle ipotesi, contrastando furiosamente la tesi opposta, quando, peraltro, non si hanno motivazioni fondate e ragionevoli, se non per perorare la politica della prudenza.
Certo il calcio agogna il ritorno del pubblico, calda e coreografica cornice che trasforma una partita in vibrante espressione del contesto sociale, ma i tentativi iniziali da mille spettatori ammessi, con la rapida intenzione di moltiplicarne il numero, soffre di questi episodi che conducono rallentamenti e riflessioni contrarie. Il fatto poi che vengano indotti oscuri comportamenti, quali la partita di Torino, ha espresso, dove non si ravvede sino a quale punto si siano imposte direttive di protezione della salute pubblica, ma nello strisciante sospetto che si sia sfruttata l’opportunità di non giocare una partita a rischio, con il
deliberato intento di differirla a momenti migliori, non supporta certamente le migliori prospettive future.
Il tanto auspicato ritorno alla normalità, si perde in un labirinto di ipotesi che adducono tentativi impostati alla cautela ed ad un livello di circospezione, che avversa la brevità conclusiva. Il guaio, in particolare per il sodalizio atalantino e per la sua tifoseria, è che si siano disperse tante possibilità fruitive di un livello qualitativo eccezionale, che si è presentato nel nostro cielo, come una sfolgorante cometa.
Ciò malgrado, l’unica certezza che credo di intravvedere e sottolineare, resta la determinazione di una squadra che si è identificata nella appartenenza al territorio, inteso come città, provincia ed abitanti, con l’intendimento di ripagare la nostra fiducia, il nostro sostegno ed il nostro affetto, con
impegno, determinazione e sacrificio. I ragazzi hanno compenetrato le nostre qualità ed intendono emularne le caratteristiche, in piena tranquillità ed armonia, ricambiando nei fatti tutta la partecipazione ed il sostegno che offriamo loro, pur non potendo ancora animare i vecchi, rinnovati gradoni del nostro stadio.
In casa, in trasferta ed in Europa, daranno vita ad impegni appassionati e commuoventi, con lo spirito e la determinazione di autentici bergamaschi d’adozione, che, giunti da noi, hanno prima sincronizzato il loro modo di sentire con il nostro, pur nella connotazione di tante provenienze dai propri lontani paesi.
Poi sono venute l’apprendimento della lingua e la degustazione della nostra cucina, ma la priorità è stata data al cuore, fulcro delle comuni emozioni ed ambizioni. La nostra certezza, fiduciosa e positiva, transita da qui: siamo rappresentati nelle nostre tradizioni, nelle nostre speranze e nelle nostre medesime emozioni. Altrove ci sono sensazioni di arruolamenti di capitani di ventura, a pesanti tributi monetari , privi di grandi componenti emotive. Da noi la base del rispetto integra le comuni identità emotive e ne traccia i contorni umani, che si sono espressi e lo faranno ancora, con cadenza bergamasca ed i sottotitoli, in tutte le lingue del mondo.
Calcio spettacolo made in Bergamo, che colora la nostra vita e nutre i nostri sogni: questa la nostra incrollabile certezza.
Forza, splendida Atalanta !!
ReMo
By sigo