19/04/2021 | 15.40
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Tanti risvolti per una vittoria - by ReMo

Un’attesa fatta di tensioni si è protratta, di fatto, sino a quasi il termine della gara, con una Juve in assetto ed efficiente quale non si vedeva da parecchie settimane.

L’Atalanta, fedele alla consegna, ha tentato in tutti i modi di sfondare la barriera bianconera, senza riuscirci, ma dovendo prestare attenzione agli attacchi avversari che, per la verità sono stati irretiti splendidamente da un assetto difensivo pronto e assolutamente all’altezza.

Poteva sembrare una partita avviata verso le reti bianche quando, una perentoria punizione di Mali costringeva l’estremo difensore ad una prodezza, cui seguiva il botto della marcatura, su altro bolide ucraino, deviato da Sandro nella propria rete.

Dopo una contesa aspra e mai facile la gioia esplode, per tanti, innumerevoli motivi che andiamo ad esaminare. Partendo dal fatto che da vent’anni sognavamo questa impossibile vittoria e le sconfitte di prammatica erano stigmatizzata da troppi fatalisti, come dovute in funzione di un ipotetico, reale vassallaggio con una sottomissione tacitamente riconosciuta, non si sa bene a quale fine o scopo.

La vittoria per tre a zero, in una eliminatoria della coppa Italia di due anni or sono, non aveva infranto una ormai insopportabile tradizione negativa, anche se nei fatti, con l’arrivo del Gasp, una serie ininterrotta di pareggi aveva indotto la possibilità consapevole e la speranza di potercela fare.

L’odierna vittoria apre nuove prospettive e rosee possibilità proprio in vista della finale di coppa Italia che ci attende, proprio contro i bianconeri, avendo acclarato come, nei confronti a venire, si possano accampare possibilità di una nostra vittoria, alla luce della sconfitta che, loro malgrado, hanno dovuto subire proprio da noi.

Le manovre difensive avversarie, ben sostenute dagli juventini, hanno dovuto arrendersi grazie alle prodezze della nostra formazione, ove, proprio i giocatori subentranti. hanno saputo demolire la loro pur granitica resistenza.

Segno che la squadra titolare è davvero estesa e che chi sta in panchina, attende solo il momento di essere schierato e contribuire alla causa.

La partecipazione è globale e proprio in questo sta la grandezza del Mister: tutti per uno ed uno per tutti, non è un insulso modo di dire, ma un proclama che riassume l’etica e la filosofia di un team di ragazzi che sa bene quel che vuole ed è pronto a soffrire per conquistarlo.

Il lato negativo, come ha sottolineato Gian Piero, è che in tutti questi mesi la tifoseria sia rimasta ai margini della festa, stante la preclusione degli accessi agli stadi.

Cosa vera sino ad un certo punto in quanto il popolo atalantino si è dato perenne appuntamento ed ha vissuto, attraverso i mezzi tecnici, tutte quelle emozioni e tutte quelle gioie che la nostra squadra è andata seminando e cogliendo per ogni dove.

Certo la voglia di tornare sugli spalti non è stata rimossa, ma ogni incontro aumenta debito e volontà di rendere grazie, dal vivo e con il massimo entusiasmo, ad una incredibile, favolosa formazione.

Essere a due punti dalla seconda classificata, con la prospettiva di incontrarla a Bergamo nell’ultima partita in calendario, è un pensiero che ci esalta, per quanto hanno saputo fare, ma che ancora dilata le speranze del miglior piazzamento possibile, dietro alla vincitrice del campionato.

Ieri, seguendo l’incontro di Cagliari, partita rovente per la possibile retrocessione, non sono riuscito a capacitarmi del fatto di aver trascorso anni ed anni in cui, supportando i nostri colori, ho vissuto e sofferto con l’identico timore di quelle pericolanti.

Ora siamo stabilmente nella massima serie da circa dieci anni e negli ultimi cinque, abbiamo avviato la conquista dei posti più alti della graduatoria, grazie ad un connubio della presidenza con il mister più grande che ci si potesse augurare.

Gian Piero, con capacità e determinazione , ha invertito partenze e destinazioni delle nostre corse dimostrandoci che, il poter essere competitivi è frutto di una politica saggia e percorribile, anche da chi, sino a ieri, considerandosi una piccola squadra provinciale, si precludeva ingenuamente ed in assoluto, ogni possibilità ritenendola inaccessibile.

Come Volevasi Dimostrare.

La traccia è visibile a tutti ed i più visionari tra i presidenti in libera circolazione, ora semplificano il tutto volendo acquisire nuove società da avviare sullo stessa falsariga atalantina.

Noi sappiamo che la facilità apparente si sposa a visioni illuminate di menti sagaci e concrete.

Il fenomeno Atalanta è nato da noi, a Bergamo, la piccola Betlemme del calcio, grazie ad una commistione di visioni e di atteggiamenti lungimiranti facili da apprezzare, ma assai meno da ripetere.

Ora che battere anche la Juve è entrata nei nostri schemi, abbiamo raggiunto, credo, uno dei massimi livelli perseguibili, ma il Gasp, quello che non si accontenta mai, dice che ci si può sempre migliorare.

Auspico, per tutti noi bergamaschi e tifosi atalantini, che questo patrimonio sportivo ed umano, diventi una nostra tradizione, da coltivare e sviluppare negli annia seguire.

Ripeto a Gian Piero ciò che egli ebbe a dire a Josip in occasione di una sua ipotesi di trasferimento in altra società : Dove vuoi o puoi andare a stare meglio di qui…, cui aggiungo per stare meglio di quanto già stai, tu e tutti noi ?

Forever Atalanta è il messaggio essenziale di questa vittoria e la direzione di marcia è conseguente.

Grazie ragazzi !!!

ReMo

Your church needs to reflect some measure of victory
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