04/12/2017 | 12.12
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Tempo di bilanci?

Risultati immagini per atalantaCi stiamo avvicinando sempre più alla fine dell'andata di serie A e alla conclusione della fase a gironi d'Europa League. Perché non fare il punto sull'andamento della nostra Atalanta?

Ci siamo: dicembre è appena iniziato, comincia a farsi sentire il freddo (e con lui i “copriti bene” della mamma) e il Natale è quasi alle porte. Tuttavia, questo significa anche che ci stiamo avvicinando sempre più alla fine dell’andata di serie A e alla conclusione della fase a gironi d’Europa League. Dunque, perché non fermarci un secondo, in attesa della prossima partita, per fare il punto sull’andamento della nostra amata Atalanta?

Non è una novità che la squadra non sia quella dell’anno scorso. Alcuni se ne sono andati, altri sono arrivati. L’impressione generale, che tutti avevamo a inizio campionato, era che la squadra si fosse leggermente indebolita e, di fatti, almeno in serie A, non stiamo andando bene come l’anno scorso (premesso che nessuno, credo, si aspettasse di ripetere un anno come quello passato).
Su 14 partite i ragazzi di Gasperini ne hanno vinte 5, perse altrettante e pareggiate 4, per un totale di 19 punti che li classifica al 10° posto. Ma commentiamo con calma questo dato.
A un sol punto di distanza si trovano ben tre squadre: Milan, Bologna e Chievo. Due di queste sono state già affrontate con risultati dignitosi: 3 punti in casa con il Bologna, uno solo fuori casa con il Chievo. Dobbiamo tra l’altro considerare che quella con i veronesi è stata la partita successiva alla straordinaria vittoria contro l’Everton al Mapei, il che implicò un necessario turnover.
A 6 punti di distanza (né tantissimi, né pochissimi per intenderci) si trova invece la Sampdoria, squadra rivelazione dell’anno che occupa l’ultimo posto disponibile per l’Europa League.
Alla luce di ciò possiamo considerare dunque complessivamente positiva (anche se non entusiasmante) la posizione in campionato della Dea.

Una differenza con la stagione passata è che i nerazzurri segnano leggermente meno rispetto all’anno scorso (1,43 17/18 vs 1,63 16/17) e subiscono poco più (1,29 17/18 vs 1,08 16/17). Questo dato può lasciare stupiti, perché sarebbe stato più logico assistere ad un’Atalanta con una più alta difficoltà nel segnare (viste le partenze di Conti e Kessie e la quasi impossibilità di rivedere Gomez segnare 16 gol), ma con maggior solidità in fase difensiva (dato che i tre centrali difensivi non sono cambiati). Tuttavia, mentre i gol fatti, come la scorsa stagione, restano nella media della competizione (complici le sorprendentemente ottime prestazioni di Ilicic e Cristante); quelli subiti aumentano (passando da un valore inferiore alla media a uno nella media). Inoltre va considerato che dei 18 gol subiti finora ben 6 (33%) sono stati fatti tra il 45° e il 60° e 5 (28%) tra il 61° e il 75°. Insomma, potremmo dire che mediamente l’Atalanta tende a prendere gol al rientro dall’half time e questa interessante informazione può essere addotta ad un calo del livello di concentrazione. Ciò nonostante, non dobbiamo dimenticare che, in primis, i nerazzuri non sono più una sorpresa (e quindi anche gli avversari sono più preparati al gioco di Gasperini) e che, in secondo luogo, il campionato è diventato decisamente più competitivo dell’anno scorso (oltre alle solite Juventus, Napoli e Roma si è confermata ad alti livelli la Lazio e sono decisamente migliorate Inter e Sampdoria).
Tuttavia, anche se spesso l’Atalanta pecca a livello di concentrazione, quest’anno ha guadagnato punti sul piano della maturità. Infatti in diverse occasioni ha saputo recuperare partite compromesse (vedi la vittoria con il Sassuolo, il pareggio con la Fiorentina o quello con la Juventus) o difficili da sbloccare (basti pensare alla recente vittoria con il Benevento).
Per concludere il capitolo serie A, dobbiamo considerare un ultimo dato, ossia che su 19 punti fatti, solo 2 sono stati conquistati in trasferta. Una novità rispetto alla stagione passata, in cui i nerazzurri risultavano essere una delle squadre più prolifiche fuori casa.
Un fatto da prendere con le pinze però, visto che, in primo luogo, queste sconfitte sono state per la maggior parte dei casi contro squadre di alta classifica (coma Napoli, Inter e Sampdoria) e, in secondo luogo, che nessuna di queste è stata conseguenza di una cattiva prestazione.
Per contro, invece, è degno di nota il fatto che l’Atalanta abbia perso in casa solo una partita: quella contro la Roma (considerabile comunque una sconfitta amara, dato che perse 0 a 1 a causa di una intelligente punizione di Kolarov, che potremmo annotare anche praticamente come l’unica occasione da gol che ebbero i giallorossi).

Nel torneo europeo invece i fatti parlano da soli: primi nel girone a pari merito con il Lione, zero sconfitte, qualificati per i sedicesimi con un turno d’anticipo e con una rispettabilissima differenza reti di +8 gol.
L’Atalanta ha stupito veramente tutti. Ha impiegato 22 anni per tornare in Europa, ma sta facendo vivere emozioni immense ai suoi tifosi e a tutti gli appassionati di calcio. Insomma, veramente tutta un’altra storia rispetto al campionato nazionale.
E non finisce qui, perché anche statisticamente parlando i ragazzi di Gasperini sono diversi tra una competizione e l’altra. La media gol/partita è di 2,6 gol fatti (per intenderci la stessa del Manchester City in Champions League), mentre ha una più che rispettabile media di 0,8 reti concesse a partita.
Certamente, considerando che le partite d’Europa League sono quasi un terzo di quelle giocate in serie A, un confronto statistico ha poco valore, ma se invece osserviamo la difficoltà del girone dei nerazzurri, i dati analizzati tornano ad assumere una certa valenza.
D’altra parte, però, le statistiche sono una conseguenza della partita e non la causa della prestazione. Di fatti, è ben evidente da come ha giocato che l’Atalanta “va più forte” in Europa. Tralasciando le praticamente perfette scelte tecniche di Gasperini (che ormai sta all’Atalanta come Brian Clough sta al Nottingham Forest), i nerazzurri hanno saputo mostrare in Europa quello che avevano già dimostrato l’anno scorso in serie A: aggressività e una condizione atletica incredibile, elementi che hanno permesso di esprimere al meglio il gioco del Gasp (sistema di marcature a uomo, gioco sulle fasce e pressing insistente).
Questa differenza tra EL e serie A può sembrare un mistero, ma probabilmente è dovuta al fatto che, così come i tifosi stanno vivendo la competizione europea con molto entusiasmo, lo fa anche la squadra e, di conseguenza, dà tutto lì, sia a livello psicologico che atletico.
Se a ciò aggiungiamo che, per il gioco che fanno i nerazzurri, gli allenamenti sono un elemento fondamentale e che l’elevato numero di match (elemento stesso di stanchezza) che la squadra si trova a disputare riduce notevolmente il numero di sedute disponibili, ecco spiegato il relativo calo di prestazione in campionato.

Un’ultima constatazione: se a inizio stagione ci sono stati problemi di inserimento nel gioco da parte dei nuovi arrivati, finalmente inizia a farsi vedere il lavoro che Gasperini sta facendo con loro (soprattutto con De Roon) e questo non è un elemento indifferente. Avere maggior qualità in rosa permette di effettuare un sistema di turnover molto più efficace, così da dare a tutti il giusto recupero e mantenere l’intensità in campo ai livelli elevati a cui siamo abituati. Fatto veramente di buon auspicio.

fonte bergamonews.it

By marcodalmen
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