The Next One
C’è sempre una prima volta, almeno così recita un famoso detto. Domenica è arrivata la prima volta anche per mio figlio all’Atalanta. Così come mio nonno iniziò il sottoscritto, ora la tradizione si ripete. Ho preferito aspettare che il marmocchio avesse almeno sei anni, così da renderlo consapevole di ciò che andava a fare. Ed ho voluto che fosse lui a chiedermi di venire, così da far crescere in lui il desiderio e rendere il momento indelebile nella sua memoria. Ed in effetti l’emozione era palpabile per il piccolo, ma anche e soprattutto per il papà. Le premesse erano ottime: serata calda ma non troppo, prima di campionato con una bella cornice di pubblico, coreografia coinvolgente con tifo pronto ad esplodere.
Purtroppo le cose in campo non sono andate come pensavo Un tre a zero in pochissimo tempo ha gelato le aspettative di ognuno di noi. Un disastro: il piccolo, delusissimo, continuava a ripromettersi che non sarebbe mai più venuto all’Atalanta, nonostante io cercassi in tutti i modi di sminuire la situazione. Saliva quindi la paura che anche lui seguisse il trend dei suoi compagni di classe, dei quali il 90% fa il tifo per la squadra che in questi ani sta vincendo in italia. Tutto, ma non un figlio di fede in antitesi alla mia!
Fortunatamente nel secondo tempo la partita sembrava rimettersi sui binari giusti, grazie ai due gol di Kessie. Anche lui debuttante, come mio figlio.
Pian piano ho visto così dentro al mio bimbo riaccendersi le speranze e la passione. Al secondo gol un abbraccio mi ha permesso di vedere i suoi occhi brillare quanto i miei in attesa di un pareggio che avrebbe avuto dell’incredibile.
Purtroppo poi la rimonta non si è concretizzata. Ma la cosa più bella è stata sentirsi dire: “Papà, non mi importa se abbiamo perso. E’ stata una bella partita e mi piaciuta, vinceremo un’altra volta”.
Quella frase mi ha riempito di gioia, come nemmeno una vittoria avrebbe saputo fare. Il solco è tracciato: ora abbiamo un altro atalantino in famiglia!
Ma quella sua frase, mi ha fatto ricordare quella nozione essenziale che avevo scordato da tempo (per lo meno riguardo al calcio professionistico): in fondo è tutto un gioco.
Lo so, è quasi impossibile riuscire a pensare che lo sia veramente Io stesso non ci riesco. Il business imperante da una parte, e la nostra fede che ci abbaglia dall’altra. Ma in fondo può essere bello pensarlo e, per una volta, vedere tutto con gli occhi di un bambino.
Ago76
Purtroppo le cose in campo non sono andate come pensavo Un tre a zero in pochissimo tempo ha gelato le aspettative di ognuno di noi. Un disastro: il piccolo, delusissimo, continuava a ripromettersi che non sarebbe mai più venuto all’Atalanta, nonostante io cercassi in tutti i modi di sminuire la situazione. Saliva quindi la paura che anche lui seguisse il trend dei suoi compagni di classe, dei quali il 90% fa il tifo per la squadra che in questi ani sta vincendo in italia. Tutto, ma non un figlio di fede in antitesi alla mia!
Fortunatamente nel secondo tempo la partita sembrava rimettersi sui binari giusti, grazie ai due gol di Kessie. Anche lui debuttante, come mio figlio.
Pian piano ho visto così dentro al mio bimbo riaccendersi le speranze e la passione. Al secondo gol un abbraccio mi ha permesso di vedere i suoi occhi brillare quanto i miei in attesa di un pareggio che avrebbe avuto dell’incredibile.
Purtroppo poi la rimonta non si è concretizzata. Ma la cosa più bella è stata sentirsi dire: “Papà, non mi importa se abbiamo perso. E’ stata una bella partita e mi piaciuta, vinceremo un’altra volta”.
Quella frase mi ha riempito di gioia, come nemmeno una vittoria avrebbe saputo fare. Il solco è tracciato: ora abbiamo un altro atalantino in famiglia!
Ma quella sua frase, mi ha fatto ricordare quella nozione essenziale che avevo scordato da tempo (per lo meno riguardo al calcio professionistico): in fondo è tutto un gioco.
Lo so, è quasi impossibile riuscire a pensare che lo sia veramente Io stesso non ci riesco. Il business imperante da una parte, e la nostra fede che ci abbaglia dall’altra. Ma in fondo può essere bello pensarlo e, per una volta, vedere tutto con gli occhi di un bambino.
Ago76
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