Tranchant style
Tony Damascelli a mowmag.com
"La Juve è un vecchio albergo, con un’insegna all'esterno, ma dentro è un locale fatiscente con vecchi camerieri, con tutta l'argenteria da lucidare. Non è più un grande hotel di una volta”
" Spalletti sta facendo il suo. L'importante è che non si avviti in parole e pensieri tipici del suo repertorio. Anche a fine partita l'ho sentito un po' tronfio e sempre in polemica con la stampa. Senza capire che la stampa ha una funzione critica. Se qualcuno, ma non è solo lui, pensa di avere dei fiancheggiatori o dei cortigiani, faccia pure."
"Le telecronache di oggi sono figlie di un momento di comunicazione generale che parte dai social, attraverso le radio e arriva in televisione, fatto di molta enfasi e di rara competenza. Ma la competenza non significa spiegare la tattica come accade con alcuni opinionisti. Le seconde voci delle emittenti radiofoniche e televisive sono ex calciatori, che spesso e volentieri non sono ugualmente severi, critici e rigorosi nei confronti di alcuni loro sodali compagni. Ma ritengo che i giornalisti debbano occupare quel ruolo perché hanno una capacità critica, oltre che una frequentazione della lingua."
"Thiago Motta non ha lasciato nessuna traccia, è un uomo che per sua scelta caratteriale non ha coinvolto la folla dei tifosi. Molto esigente e molto strano il popolo dei tifosi juventini. Adesso la squadra è in mano a Tudor e la cosa più sguaiata è vedere, leggere che ci sia già un casting per il dopo Tudor."
"A livello societario in Italia non stimo nessuno, nemmeno l'Atalanta che è di un gruppo americano che fa capo a Pagliuca, non l'ex portiere, che ha dato gestione a uomini di calcio come Antonio Percassi, però la proprietà è americana, sta altrove. Percassi ha quota di minoranza, ma la proprietà in senso etimologico è altrove. Percassi è rimasto per la gestione, ma la proprietà ribadisco è americana e ha disegni e strategie totalmente diverse. Vuole un'esibizione, un'esposizione del club superiore per un professionista in panchina diverso da questo che ha fatto benissimo in questi anni, ma che ha già annunciato di avere concluso la sua esperienza a Bergamo. Quindi non prendo a modello nessuna società. Gasperini se ne andra', qualsiasi piazza è buona per lui che è un professionista importante. Può essere Roma, Torino, Napoli. È un professionista con un carattere spigoloso come la maggior parte degli allenatori. Ma non è che gli altri siano tutti dei Don Bosco.
