20/08/2023 | 09.09
15

Tutti i nodi della Serie A al via. E ora l'Arabia minaccia anche la Champions



Dalla questione Ct della Nazionale, alle trattative per i diritti tv. Tutti i nodi del calcio italiano al via, intanto l’Arabia mina il dominio della Champions League.

Il calcio italiano ed europeo si presenta ai nastri di partenza della stagione 2023/24 con non pochi nodi da sciogliere.

Partendo dall’Italia il problema che sembrava risolvibile più semplicemente e non a caso è stato risolto con velocità è stato quello del nuovo commissario tecnico della Nazionale. Il tutto al di la della schermaglie tra FIGC e Aurelio De Laurentiis sul tema della penale per liberare Luciano Spalletti,  dopo le dimissione shock di Roberto Mancini da commissario tecnico a nemmeno un mese da partite valevoli per le qualificazioni agli Europei 2024.

Ma questo nodo è apparso subito risolvibile non tanto per un merito della nostra federazione, ma soltanto perché la nostra scuola di allenatori è tuttora molto valida e propone profili sempre importanti tra i quali pescare. Se è vero infatti che al momento come calciatori non possiamo vantare una quantità di talenti eccelsa, al contrario per quanto concerne il livello dei tecnici la scuola italiana è tuttora tra le migliori al mondo, basti pensare che Carlo Ancelotti siederà tra poco probabilmente su quella che è considerata la panchina più prestigiosa nel mondo del calcio, ovvero quella della Nazionale brasiliana cinque volte campione del mondo. Insomma grazie alla grande tradizione italiana in termini di tecnici la federazione pur trovandosi impreparata alle dimissioni di Mancini, non ha fatto fatica a trovare profili papabili avendo l’imbarazzo della scelta tra due tecnici vincenti e di provata bravura quali Luciano Spalletti e Antonio Conte.

Questo però non significa che in Via Allegri a Roma, laddove ha sede la federazione, la situazione sia rosea. Tutt’altro. In questa sede non si vuole entrare nei tanti chiaroscuri della vicenda Mancini e nemmeno nelle mille pieghe della lunghissima e tormentata vicenda legata alla Juventus nella passata stagione, di cui questa testata ha parlato svariate volte.

Qui, limitandoci ai fatti e non alle opinioni, sia sufficiente far notare come i risultati sul campo delle nostre squadre nazionali più significative sono lungi dal poter dirsi soddisfacenti. La selezione maggiore ha vissuto uno dei decenni peggiori della sua storia mancando la qualificazione ai Mondiali per due volte consecutiva, anche se la decade ha paradossalmente portato un grande trionfo, quello di campione d’Europa nel 2021.

Nelle grandi manifestazioni del 2023, al di là della piacevole sorpresa Under 20 (sconfitta in finale ai Mondiali), l’Under 21 è stata eliminata ai gironi negli Europei di categoria gettando alle ortiche una enorme opportunità di qualificarsi per i Giochi Olimpici di Parigi 2024. Visto che la Francia è qualificata di diritto in qualità di Paese ospitante e l’Inghilterra non potrà esserci (il CIO riconosce solo la Gran Bretagna e non le sue singole nazioni), sarebbe stato sufficiente arrivare in semifinale per ottenere il pass per la kermesse iridata, alla quale l’Italia nel calcio manca dal lontano 2008. Il tutto senza dimenticare che la Coppa del Mondfemminile in corso in Australia e Nuova Zelanda ha confermato che il nostro Paese, tra le grandi cinque potenze calcistiche d’Europa (Italia, Inghilterra, Spagna, Germania e Francia) è nettamente il più indietro nel calcio delle donne. Spagna e Inghilterra si giocano infatti domani la finale iridata, la Francia è stata eliminata ai quarti e la Germania, uscita ai gironi, è stata pur sempre due campione del mondo nel femminile. Segno evidente che il nostro movimento, che ha varato il professionismo solo nel 2022, ha ancora grandi passi davanti prima di entrare nella élite quantomeno europea. Per la cronaca al momento anche la selezione femminile è senza commissario tecnico.

LE BIG E UN MERCATO AL RISPARMIO: LA SERIE A È SEMPRE PIÙ DI PASSAGGIO


Entrando invece nel merito della Serie A che parte oggi è evidente che ogni giudizio sulla qualità tecnica del torneo è giocoforza sospeso sino al termine del mercato (la conclusione è fissata per le 20 del prossimo 1 settembre). Al momento come ha calcolato Calcio e Finanza per InterJuventus e Milan si è trattato di un mercato in forte risparmio a livello di impatto sul prossimo bilancio: in particolare, nel calcolo tra i maggiori costi legati ai nuovi acquisti e l’impatto positivo dalle cessioni, i nerazzurri finora fanno segnare un +116 milioni, mentre i bianconeri sono a +61 milioni e infine i rossoneri a +47 milioni. Il tutto però in situazioni diverse, guardando ad esempio agli investimenti del Milan o all’immobilismo di fatto della Juventus, oltre alle scelte di puntare su una forte pulizia del bilancio per l’Inter.

Quello che si può già dire però è che la Serie A si sta confermando sempre più come una lega di passaggio per molti giocatori. E in questo quadro va segnalato coma l’emergere della Saudi League fa sì che ora i presidenti italiani abbiano ora due grandi mercati nei quali vendere ad alti prezzo i propri giocatori: la Premier League (Onana Tonali per citare i più famosi venduti in questa sessione Oltremanica) e appunto il campionato arabo (come per Brozovic e Sergej Milinkovic-Savic).

Il risultato che ne consegue è che il nostro torneo sembra sempre più assumere le caratteristiche di un trampolino di lancio per giovani di grandi speranze che però devono ancora dimostrare parecchio – è il caso di Musah o Chukwueze – oppure di chi cerca occasioni di rilancio per giocatori che nelle leghe più ricche hanno incontrato qualche difficoltà – per esempio PulisicRenato Sanches o Loftus-Cheek – oppure ancora rappresenta un torneo per grandi campioni ormai sul viale del tramonto – Lloris e Sommer.

È evidente questa situazione non rende semplice il compito di chi, come l’amministratore delegato della lega Serie A Luigi De Siervo e il team nominato dagli stessi presidenti, è incaricato di vendere i diritti televisivi del campionato italiano ai vari broadcaster e all’estero cercando di ottenere il massimo possibile, visto che proprio questa è la maggior fonte di ricavi per la stragrande maggioranza dei club di Serie A. Anche perché va fatto notare come la Ligue 1 francese, se si sommano i ricavi delle sue squadre, sia ormai non molto lontana dall’aggregato omologo della Serie A, che è comunque dietro alla Premier League, la Liga spagnola e la Bundesliga tedesca.

In particolare secondo quanto stimato da Deloitte nella stagione 2021/22 questi sono stati i ricavi aggregati delle principali leghe europee

  • Premier League: 6.442 milioni

  • La Liga: 3.277 milioni

  • Bundesliga: 3.149 milioni

  • Serie A: 2.350 milioni

  • Ligue 1: 2.026 milioni


Ovviamente il torneo transalpino beneficia parecchio dei ricavi extra large del PSG (ricavi per 670 in quella stagione), ma non va dimenticato come la politica governativa sugli stadi in Francia di cui questa rubrica ha parlato nell’appuntamento precedente abbia dotato molte squadre media di impianti moderni e ora in virtù degli stadi all’avanguardia questi stessi club stanno ora incrementando le proprie entrate contribuendo alla avanzate del movimento generale.

Scriviamo questo perché passata la pausa di ferragosto sta per riprendere la negoziazione con i broadcaster per i diritti televisivi per le prossimetagioni. Secondo quanto appreso da Calcio e Finanza, infatti, il nuovo appuntamento chiave per discutere delle offerte dei broadcaster è fissato per lunedì 11 settembre. Sottotraccia le emittenti continuano a lavorare per arrivare a una soluzione definitiva per il prossimo ciclo, che grazie alle modifiche della Legge Melandri potrebbe durare fino a un massimo di cinque anni. Per il resto, si rimane fermi all’esito dell’ultima riunione in cui i club hanno valutato le ultime proposte di DAZNMediaset e Sky, le tv in corsa per l’assegnazione dei diritti: le offerte dei tre broadcaster saranno ancora valide fino a metà ottobre, il tempo massimo entro cui le società puntano a prendere una decisione. Tuttavia, qualcosa potrebbe già muoversi a settembre, nel prossimo appuntamento che le società hanno fissato.

E la cosa sarà più complicata sui diritti esteri quando il nostro campionato dovrà essere venduto non ai tifosi italiani che seguono la Serie A indipendentemente dai giocatori che vi giocano, ma ai “clienti” stranieri interessati a vedere le partite più per godere uno spettacolo che non per questioni di appartenenza a un club oppure a un altro. E in questo caso i nomi dei grandi giocatori da utilizzare come biglietto da visita contano molto ma molto di più rispetto a quando l’obiettivo sono i tifosi italiani.

LA MINACCIA SAUDITA: NEL MIRINO NON SOLO LE LEGHE MA ANCHE LA CHAMPIONS?


Per altro questo è un problema non di sola pertinenza della Serie A, ma lo sta diventando e minaccia di esserlo sempre anche per la Champions League. Se infatti nei decenni scorsi vi è stata una alternanza nel definire quale fosse il campionato nazionale più bello d’Europa (prima lo era la Serie A, poi lo è diventato la Liga spagnola e ora lo è la Premier League inglese), tutti erano concordi sul fatto che nessuno avesse l’allure e il prestigio della Champions League, anche perché quale che fosse il campionato più bello la massima competizione europea ne inglobava le squadre migliori insieme a quelle delle leghe concorrenti.

Ora l’offensiva arriva dall’Arabia Saudita, paese non solo extra europeo ma che dispone inoltre di potenza di fuoco finanziaria impossibile per la stragrande maggioranza dei club del Vecchio continente. La massiccia campagna della Saudi League sul mercato non a caso sta portando via pezzi da novanta al calcio europeo.

Basti pensare che solo un anno fa la massima competizione continentale presentava come le sue figure più iconiche Cristiano RonaldoNeymarMessiMbappé, e Haaland e ora di questi soltanto due giocano ancora nel Vecchio continente. Inoltre se Massi ha preso la strada degli Stati Uniti, in Arabia oltre al fuoriclasse portoghese e a quello brasiliano sono andati a giocare in una sola sessione di mercato giocatori quali BrozovicMilinkovic-SavicRuben NevesFirminoKoulibay, Sadio ManéHenderson solo per citarne qualcuno.

Insomma il punto è: se l’Arabia Saudita proseguirà su questa strada in quante sessioni di calciomercato riuscirà a mettere a rischio la predominanza tecnica della Champions League? E comunque quand’anche non ci dovesse riuscire, è evidente che se la tendenza continuerà ad essere questa il patrimonio tecnico della massima competizione europea ne uscirà necessariamente diminuito. E a questa predominanza tecnica, oltre che di storia e blasone, sono legati i ricchissimi contratti dei diritti televisivi che i vari broadcaster nazionali pagano alla UEFA.

E ancora: il modello svizzero con cui si giocherà la Champions League a partire della stagione 2024/25 riuscirà a produrre tanti ricavi e quindi salvaguardare questa leadership? Sono tutti interrogativi che a Nyon i vertici della UEFA dovrebbero porsi senza perdere troppo tempo.

Nel frattempo secondo indiscrezioni la stessa Saudi League starebbe valutando la possibilità di domandare alla UEFA un posto Champions League per la squadra campione del proprio torneo. Qualora questa proposta pervenisse veramente, è una offerta che l’UEFA dovrebbe valutare seriamente in barba alla storia, alle geografia e ai rapporti con la Confederazione asiatica?

Si narra che Giulio Cesare amasse ripetere: «Se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico». Ma è una via percorribile viste le obiezioni menzionate sopra, in particolare quella relativa alle relazioni con la Confederazione asiatica? Da qualunque parte la si veda insomma l’offensiva araba rischia di squassare dal suo interno non solo la geopolitica e gli equilibri del calcio mondiale ma anche la stessa infrastruttura su cui si regge il ondo del pallone a livello globale.

fonte calcioefinanza.it
By marcodalmen
15 commenti