21/04/2021 | 10.41
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Tutto sta nel DNA… by ReMo

La prova del DNA nel procedimento di dichiarazione giudiziale di paternità  | Salvis JuribusHo appena scorso la rubrica in cui i supporters bianconeri danno la stura a commenti che riconducono ai presupposti ideologici societari, di certo contrastanti con troppi canoni e logiche dello sport.

Manca il rispetto dei propri giocatori che vengono affossati, seppur dopo una sconfitta, nel baratro di insolenze e vituperi indicativi della scarsa affezione di cui possano essere stati mai oggetto.

Quanto stride il supporto atalantino verso una squadra, tornata con una eclatante sconfitta da san Siro ed accolta con affetto nel cuore di una gelida serata.
Gli atalantini sostengono la squadra ed operano per una spinta al miglioramento, perseguito con sacrificio e determinazione.

Questi altri attendono solo di inebriarsi per vittorie acquisite, anche senza merito e gioco, ma programmate da una logica cieca ed assoluta, che non ammette defezioni, per nessun motivo.

Se per noi il cuore è una componente essenziale del nostro tifo, la loro essenza sta nel dominio degli avversari, nel rinnovato primato che deve seguire al precedente, pena la rivolta più becera ed ingrata verso i propri ipotetici beniamini.

Se guardiamo i precedenti societari, trascorsi per decenni a lato della greppia pubblica, vediamo che l’arroccamento su presunte logiche elitarie, dissociate dal concetto della meritocrazia, li ha esposti a deleterie immagini di considerazioni razziste, secondo le quali noi siamo indegni di calpestare,come
ormai consuetudine, campi di gioco riservati ai grandi blasoni.

Grazie ad investimenti oltre la misura del possibile, del ragionevole e del sostenibile, hanno potuto assettare formazioni invincibili che, alla resa dei conti, hanno dato forfait a grandiosi quanto falliti traguardi.

A Bergamo la crescita costante, culminata con la vittoria di domenica, sottolinea inesorabilmente, la caduta verticale dei torinesi, in prospettiva di perdere anche la partecipazione alla CL, dopo avere fallito la conquista dello scudetto.

Da noi si reagisce alle negatività aumentando reazione e grinta, da loro le illuminate menti direttive, decidono di cambiare il tavolo da gioco.

Basta condividere la propria sorte con formazioni derelitte ed assurdamente inferiori: agli scarsi introiti economici corrisponde la possibilità di incappare in sconfitte che mortificano il blasone ed annacquano la valenza degli allori del passato, serve creare un parterre de roi riservato a formazioni grandissime, con introiti di più soldi e di maggior gloria.

Credo che che il progetto monociliato presenti falle che gli sono banalmente sfuggite, in primis in quanto, rapportate alle italiane, le formazioni complementari le comprimono al ruolo delle misere provinciali, come quelle che hanno disprezzato ed abbandonato.

Mister agnello si ritroverà nel ruolo tanto aborrito degli inferiori e la ripetività degli scontri gli darà a ripetizione le vesti del perdente, salvo che, con formula americanizzata, si pianifichino i risultati, come già vengono programmati nella farsesca saga del wrestling.

Dai debiti nascono debiti e quando queste tradizioni diventano blasoni è difficile che prospettive e risultati possano variare.

Buona sorte davvero che l’allineamento con le nostre menti direttive non abbia minimamente a sovrapporsi con realtà, pur blasonate che pretendano d’essere, il cui DNA è l’esatto rovescio del nostro bergamasco.

Restiamo tranquillamente nel nostro piccolo mondo le cui meraviglie, per noi atalantini si stanno prospettando sempre più grandi.

Siamo felici e fortunati, sempre atalantini.

By ReMo
By staff
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