Twins, i gemelli diversi

"Twins", un classico del cinema degli anni 80, commedia con due "gemelli" nati da un esperimento genetico per il quale in teoria dovevano nascere uguali e dove invece uno nasce fisicamente perfetto (Schwarzenegger) e l'altro si accolla gli "scarti" (DeVito).
Da Bergamo con gol: Inzaghi e Retegui gemelli diversi
A volte la storia si diverte a ripetersi. Due nomi, due generazioni, un filo comune: Filippo Inzaghi e Mateo Retegui, separati da quasi trent’anni, ma uniti da una maglia e da un traguardo davvero speciale.
Un solo anno, un grande colpo
Sia Inzaghi che Retegui hanno vestito la maglia dell’Atalanta per una sola stagione, eppure sono riusciti a lasciare un segno indelebile. Entrambi, infatti, sono gli unici due giocatori nella storia della Dea ad aver vinto la classifica cannonieri di Serie A.
Inzaghi, nella stagione 1996-97, mise a segno 24 gol, diventando capocannoniere del campionato. Era giovane, pieno di fame e voglia di arrivare. Fu l’anno della sua esplosione definitiva.
Retegui, invece, ha raggiunto lo stesso traguardo nel campionato 2024-25, segnando 25 reti con la maglia nerazzurra. Anche lui al debutto in Serie A, anche lui con un solo anno a Bergamo, ma tanto basta per entrare nella storia del club, superando di una rete il record di Filippo.
Due storie, una traiettoria simile
Filippo Inzaghi partì da Piacenza, passò per Verona e Parma, ma fu proprio l’Atalanta a lanciarlo tra i grandi. Dopo quella magica stagione, arrivò la chiamata della Juventus, poi il Milan, e infine una carriera piena di trofei: Champions League, Scudetti, Coppa del Mondo nel 2006 con la Nazionale.
Mateo Retegui, nato in Argentina ma di passaporto italiano, è arrivato in Italia al Genoa dopo i primi gol con il Tigre. L’Atalanta lo ha preso dopo un rapido golpe nella citta' della Lanterna e lui ha risposto con valanghe di gol. E ora, proprio come Inzaghi, sembra pronto per una carriera gloriosa.
Il richiamo dell’Azzurro
Anche con la maglia della Nazionale italiana il parallelo continua. Inzaghi ha vestito l’azzurro 57 volte, segnando 25 gol. Memorabili le sue reti agli Europei e ai Mondiali.
Retegui, invece, è stato scoperto da Roberto Mancini e ha subito lasciato il segno: gol all’esordio, poi altre reti importanti. È diventato in breve tempo un punto fisso della nuova Italia, portando freschezza e un’energia nuova.
Dove le similitudini finiscono
Inzaghi e Retegui non sono identici come stile: Pippo viveva sul filo del fuorigioco, sempre al posto giusto al momento giusto, nervoso, velocissimo, istintivo, senza particolari doti tecniche, viveva per il gol e basta mentre Mateo è più potente, più moderno, tecnicamente un po' piu' completo e altrettanto letale davanti alla porta.
Allo stesso modo le prospettive di Retegui non sono le stesse di Pippo. Andra' in Arabia e per qualche anno sara' sommerso d'oro ma non partecipera' a nessuna competizione importante (non considerando quelle della confederazione asiatica) e in nazionale ha il grosso rischio di non qualificarsi al mondiale con il resto degli azzurri.
Ad ogni modo non capita spesso che due giocatori, a distanza di anni, lascino lo stesso segno nello stesso posto, avendo a disposizione un solo anno. Inzaghi e Retegui l’hanno fatto. Entrambi, in un solo anno, hanno scritto una pagina speciale della storia dell’Atalanta. E ricorderemo Mateo per decenni come stiamo facendo per Super Pippo.
By staff