Giovanili: Un anno al vento?
Nasce per soffiare, vive per cambiare, muore ... per far soffrire.
Così io mi immagino la creazione, un piccolo soffio di vento che ha smosso equilibri, generato energia che ha dato origine al tutto. Il vento per me è qualcosa di importante, rappresenta il destino, non lo vedi arrivare, non lo consideri ma in poco può cambiare tutto, può rendere piacevole una serata afosa, come inquietante una gita in barca, può essere di sollievo o incutere terrore quando scatena tutta la sua forza.
Un anno al vento è una frase con una forte accezione negativa, delle cose di valore gettate via, sprecate inutilmente, calza a pennello a tante cose, ma a maggior ragione per le cose che hanno poco tempo per essere realizzate che non sono eterne o misurabili in lustri.
Tra queste cose a "breve scadenza" ci sono i sogni degli sportivi e le carriere di molti giovani atleti che si sono trovati di fronte un insormontabile ostacolo.
Le speranze, le ambizioni, le aspettative sono rimaste come insabbiate in questa crisi epidemiologica, alcuni progetti ben strutturati, senza nemmeno rallentare, sono stati inghiottiti dalle sabbie mobili del Lockdown, ragazzi che speravano di conquistare, gara dopo gara, un primato in classifica, un miglioramento di rendimento individuale o di squadra, hanno dovuto arrendersi all'inattività forzata.
Inattività che riguarda molti fronti, dall'istruzione, alle relazioni, dal lavoro agli affetti. L'inattività del giovane sportivo è quella che per ora mi colpisce. Vedo molte società che hanno organizzato allenamenti condivisi coi loro giovani via Zoom, WhatsApp, Messanger o altre diavolerie tecnologiche che stiamo imparando a manovrare più delle biciclette.
Ho visto come l'Atalanta è stata vicino ai propri giovani, grazie all'attività degli staff, Mister, preparatori atletici, medici, Psicologi e la Psicopedagogisti, ma la perdita è abbastanza grave. Non potersi allenare per 6-8 mesi è come essersi infortunati al crociato rappresenta una stagione persa, obbiettivi non raggiunti, prove non superate, confronti mai avvenuti.
Seguendo le squadre Femminili, ho visto crescere un progetto interessante per l'Atalanta del Futuro. Un'idea di prima squadra, come ha sempre voluto patron Antonio, forgiata sui campi di Zingonia. Ragazze della provincia e della Regione che seguendo la trafila delle giovanili arrivino in prima squadra e onorino la maglia nerazzurra ed in futuro possano essere linfa vitale per fare crescere il movimento anche in rosa. In questo caso il trauma è anche maggiore e la delusione se non si potesse proseguire sarebbe enorme, la nostra Under 17 femm. ha portato avanti un percorso di crescita, giocando contro le prime squadre dei campionati di promozione, di eccellenza ipotizzando anche amichevoli con squadre di serie C, ottenendo sempre ottimi risultati che vorrebbero catapultare le nostre Allieve già su palcoscenici più importanti. Il campionato in corso vedeva l'Atalanta proiettata verso una crescita esponenziale, ogni gara era meglio della precedente e le soddisfazioni non sarebbero mancate.
In campo Maschile non si può nascondere la delusione di vedere i nostri in testa in tutte le categorie dalla Primavera alla Under 16, pronti a cucirsi nuovamente il tricolore al petto, ma sopratutto a fornire, al calcio nostrano, ed al mister Gasperini nuovi cristallini talenti. Egoisticamente da tifoso, questo stop, mi preoccupa poco perché ho la certezza di una società che ogni anno migliorerà, ma ho provato anche a mettermi nei panni dei nostri giovani, alcuni in attesa di conferma, altri in procinto di firmare un contratto o pronti a scegliere se andare in prestito o affrontare una nuova avventura.
Ho iniziato un piccolo sondaggio chiedendo ad alcuni giovani calciatori, maschi e femmine come stanno vivendo questo momento, quali erano gli obbiettivi personali e come stanno affrontando la delusione di non poterli raggiungere.
Nei prossimi giorni inizieremo a pubblicare le loro risposte dalle quali si può rivalutare la frase del titolo, non si tratta di un anno buttato ma di una nuova strada da percorrere che arricchirà di un'esperienza umana i nostri giovani e li renderà donne e uomini migliori.
Iniziamo domani con Tommaso De Nipoti
FORZA ATALANTA!