Un sogno chiamato Atalanta by Ago76
Nella vita è bello avere sogni. I sogni permettono di vivere meglio, di immaginare di poter realizzare cose bellissime e spesso improbabili.
Ma anche solo il fatto di attendere un qualche evento, di sognare qualcosa intensamente, ci permette di gustarci una piccola parte del sogno stesso, allietando le nostre giornate. Perché sognare non costa niente e spesso ci permette di sviluppare una forte positività con cui affrontare la vita di tutti i giorni. E purtroppo sognare è sempre più difficile man mano che sale l’età. Per i bambini è all’ordine del giorno, mentre negli adulti subentra sempre la disillusione, la concretezza ed il confronto con la realtà.
Cosa c’entra questo con la nostra Atalanta? C’entra eccome.
C’entra perché una delle cose belle dell’essere atalantini è il poter sognare, piccole o grandi imprese, spesso irrealizzabili. Ma crederci sempre, pur consapevoli del fatto che ci sia una percentuale irrisoria, se non nulla, che l’evento possa accadere.
Il bello è il guadagnarsi ogni piccola cosa, sognando di potersi spingere sempre più alto. Senza perdere il contatto con realtà, chiaramente. Un po’ come nella vita.
Prendiamo l’esempio dei simpatizzanti di quelle squadre piene di soldi, per le quali vincere è un’abitudine: la vittoria è quasi considerata il minimo sindacale, mentre la sconfitta è vista come un’onta.
Tra di noi, prima di qualunque partita, chi non cova la speranza di una vittoria, nonostante si debba giocare, per esempio, in trasferta contro la prima in classifica? Poi, dovesse andare male, la sconfitta era messa in preventivo. Ma si sogna sempre.
Oppure, per scaramanzia nessuno lo diceva e lo ammetteva, ma negli ultimi vent’anni, chi all’inizio di qualunque campionato non ha accarezzato l’idea di qualificarci per l’Europa? Nonostante ogni anno fosse sempre la stessa solfa, il pensiero era: “Certo, salviamoci, ma magari se tutto va bene, forse ce la possiamo fare”. E non capitava mai, sembrava utopia.
Ma ci speravamo sempre. E poi, quando meno te lo aspetti, ecco che il sogno si materializza.
Teniamo bene a mente che probabilmente la condizione in cui siamo ora, qualche anno fa era un sogno, un’utopia (quell’Epifania di parecchi anni fa, quando fummo sconfitti contro la Fermana, me la ricordo benissimo).
Oppure lo scorso anno, dopo i sorteggi di Europa League, chi avrebbe pensato di eliminare Lione ed Everton? Concretamente in pochissimi, ma nei sogni tutti. Ed anche questo sogno si è concretizzato. Perché di sogno si trattava…
A me è sembrato che fosse davvero un sogno, ed avevo paura di svegliarmi. Poi certo, c’era il sogno di Dortmund. E spesso più grande è il sogno, più brusco è il risveglio. Ma un sogno che aiutava a vivere meglio la realtà. Anche se c’è mancato poco, davvero poco.
Ma è la dimostrazione che i sogni ogni tanto si avverano. Bisogna crederci sempre.
In questo momento tutti stiamo sognando una terza, storica, qualificazione consecutiva in Europa. E magari qualcuno spera che possa essere addirittura nella competizione regina.
Così come alla prossima partita di coppa Italia contro la squadra che più detesto, quella contro la quale non riusciamo a vincere da tre lustri, quella che ci elimina da due anni consecutivi dalla competizione, quella che ha fatto della sudditanza psicologica una regola. Ed il bello è che ogni volta che la incontriamo, speriamo sempre di farcela. Ora più che mai. Perché più è difficile l’impresa, più bello è il sogno. Anche se il sogno non si limiterebbe ad approdare alle semifinali, ma di poter vedere alzare una coppa al cielo. Ed io ho sempre sperato che potesse accadere, almeno una volta prima di morire. Se poi capitasse quest’anno, potrei prendere un permesso per il giorno successivo alla partita e festeggiare con mio figlio proprio nel giorno del suo compleanno. Accadesse, potrei morire anche il giorno seguente. Si, sarebbe troppo. Ma in fondo sognare ci fa stare meglio. Quindi, sogniamo tutti insieme e spingiamo questa squadra dove arrivano i nostri sogni.
Dovesse andare male? Ci riproveremo. Perché con questo allenatore e questa dirigenza, sappiamo che potremo continuare a sognare anche nei prossimi anni con rinnovata fiducia. Sperando di alzare una coppa prima che io muoia,
Ago76