Vali, come il tuo ultimo successo
Da Atalanta, Fubal e dintorni rivista di ATA
Come ben raccontato nel film “Febbre a 90” il bello del calcio si radica anche in quella particolare magia per cui, nonostante il risultato, dopo ogni partita o stagione, avviene qualcosa di stupefacente.
“E la cosa stupenda è che tutto questo si ripete continuamente, c’è sempre un’altra stagione. Se perdi la finale di coppa a maggio, puoi sempre aspettare il terzo turno in gennaio, che male c’è in questo? Anzi, è piuttosto confortante se ci pensi”.
Questo metro di giudizio e di aspettativa che in un certo senso consente un certo equilibrio e positività nella testa dei tifosi sembra non valga più.
Tutto scorre più velocemente, non c’è più il tempo di godersi una vittoria o di rielaborare una sconfitta, il giorno dopo tutto è dimenticato, non esiste più niente di quanto fatto o costruito nel passato. Si guarda solo all’ultimo tratto. È un metro di giudizio del giorno d’oggi, “tu vali solo come il tuo ultimo successo”, ma il penultimo è dimenticato.
Capita anche a noi, lo vediamo e ascoltiamo nei commenti del dopo partita, abbiamo perso l’equilibrio di un tempo: l’Atalanta vince e “pensiamo allo scudetto, grande società, i media non ci considerano, campagna acquisti eccellente, etc, etc. L’Atalanta perde e si scatenano i commenti negativi, “il Mister ha sbagliato, la società non è all’altezza, manca un centrocampista, manca il vice di questo o di quell’altro, etc, etc”.
Tutto questo è accentuato da situazione nuove. Innanzi tutto, si gioca ogni tre giorni, quindi capita che alla domenica sei un campione ed al martedì sei uno scarto.
Parallelamente i social amplificano i sentimenti peggiori, visto che frequentemente le critiche puntano in modo spregiudicato alla persona anziché all’eventuale errore. Ci piacerebbe vedere se ogni commentatore da social stesse parlando dei propri figli cosa penserebbe dei commenti che legge da parte di altri utenti.
Tutto ciò condito da due atteggiamenti estremi sbagliati: da una parte i criticoni eccessivi, quelli per i quali un pareggio fuori casa è
diventato motivo di vergogna. Dall’altra parte, quelli per i quali diventa impossibile percepire una critica nei confronti della squadra o della società Atalanta.
Se provassimo tutti insieme a tornare alle prime righe di questo scritto e ci concentrassimo sul pensiero iniziale, a quella magia del mondo del calcio, per cui “c’è sempre un’altra stagione...” forse tutti noi riusciremmo a metabolizzare meglio gli eventi attorno alle partite della nostra Atalanta.
Probabilmente ci divertiremmo di più ed anche le critiche, che vanno comunque espresse, perché aiutano tutti a migliorarsi, potrebbero assumere quel carattere di utilità e di costruttività che le rende il sale della discussione.
By marcodalmen