Var al debutto, come cambia lo stadio a Bergamo
Creazione di una stanza per gli arbitri a video dietro la tribuna centrale e monitor per l’arbitro tra le due panchine
di Matteo Magri
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Addio alle infinite discussioni in tv, al bar o nei bagni degli uffici. Alle zoomate sulle caviglie. Alla luce che filtra tra i corpi dei calciatori per capire se c’era fuorigioco. Al «l’ha toccato», «no, ha simulato». Addio ai dubbi sull’imparzialità degli arbitri, agli insulti, agli animi caldi dovuti alla moviola che da decenni fa compagnia agli appassionati del football e che provoca reflussi di bile. Forse.
Perché dalla prima di campionato debutterà il Var (Video assistant referee), ossia la moviola in campo. Come accade da alcuni anni nel tennis, basket e volley, solo per citare alcuni sport che già si affidano alla tecnologia video. E come è stato sperimentato nel calcio recentemente ai Mondiali Under 20, nel campionato Primavera e nell’ultima coppa del Mondo per Club. Tecnologia video (di proprietà della Sony, come l’occhio di falco) che necessita di accorgimenti allo stadio. Comunale di Bergamo incluso.
Sono già stati effettuati i primi sopralluoghi da parte della Lega e del club nerazzurro nell’impianto per capire come predisporre i macchinari. Il progetto prevede la creazione di uno stanzino alle spalle della tribuna centrale, nella zona in cui lavorano i tecnici delle televisioni; un’aula che conterrà una serie di monitor e la postazione per i due assistenti arbitrali. Serve inoltre garantire al direttore di gara in campo la possibilità di vedere direttamente l’azione sullo schermo. Si è scelto di posizionare la tv nello spazio tra le due panchine. Una tv che non sarà fissa, ma mobile: quando non utilizzata sarà all’altezza del terreno di gioco, per non impallare la visuale di chi ha scelto di comprare il (costoso) biglietto della pitch view, mentre quando sarà necessario, un congegno provvederà ad alzarla a favore dell’arbitro.
La moviola è strettamente regolamentata. L’arbitro può decidere di interrompere il gioco (o può essere consigliato dai colleghi che si trovano davanti ai monitor) nel caso abbia dubbi sulla decisione originaria (il responsabile italiano del Var, l’ex giacchetta nera Roberto Rosetti, ha parlato di utilizzo solo «nei casi di errori chiari ed evidenti») che può riguardare quattro ambiti: la concessione di un rigore, la validità di un gol, la correttezza di un’ammonizione o di un’espulsione, lo scambio di persona. Una volta interrotto il gioco, l’arbitro ha due possibilità. Affidarsi a quello che gli viene consigliato tramite auricolare dai due «arbitri di video» (rimanendo comunque il responsabile della scelta finale) oppure può decidere di visionare lui stesso i filmati (ammonendo o cacciando i giocatori che vogliono avvicinarsi con lui alla tv) a bordo campo.
E poi deliberare. Chiudendo le polemiche. Forse. Perché il rischio è di aprirne altre: la moviola alla moviola.