11/04/2022 | 19.30
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Visto dalle Highlands – The darkest hour - by Scozia

Con la sconfitta di Sassuolo l’Atalanta, dopo aver accantonato il sogno di una nuova qualificazione UCL, vede ridursi al lumicino anche le possibilità di raggiungere il quinto e sesto posto utili per conquistare un accesso in EL.

Sarebbe troppo facile sparare su tutto e tutti dimenticandosi del recente passato, ma non si può nemmeno mettere la testa sotto la sabbia per un mero debito di riconoscenza verso il Mister e questo gruppo. In fin dei conti stiamo parlando di professionisti lautamente pagati, che devono anche prendersi le giuste responsabilità di fronte ad una situazione che definire preoccupante è puro eufemismo.

Perché, parliamoci chiaro, l’Atalanta “dei miracoli” è storia passata, non esiste più. Non ci sono più i principali interpreti tecnici di quella squadra, non c’è un’oncia di quella fame e di quell’entusiasmo che caratterizzavano la truppa, non godiamo purtroppo più di quel booster tatticamente e mentalmente rivoluzionario garantito dal tecnico, che era risultato determinante per elevare una squadra provinciale da sempre focalizzata sul mantenimento della categoria a compagine dalla dimensione europea.

Il Mister, che mi pare in un periodo di scarsa lucidità, ha definito NEGATIVO il girone di ritorno fin qui disputato. Beh, io direi piuttosto DISASTROSO ! Volete dei dati a suffragio della mia affermazione ? A forza di prestazioni sottotono (talvolta addirittura penose), rispetto alla classifica della 17° giornata ed al netto di un incontro da recuperare (tutt’altro che scontato nell’esito) rispetto alle altre tranne che Inter e Fiorentina, in 14 partite il differenziale con le concorrenti è stato il seguente: Fiorentina -9; Inter -12; Roma e Milan -15; Napoli e Lazio -16; dulcis in fundo, Juve -20 !!!

Abbiamo sperperato talmente tanti punti da rischiare di rendere ininfluenti i ripetuti e pesanti torti arbitrali. Onestamente, rischiamo di cadere nel ridicolo accampando sempre scuse per i nostri insuccessi, un po’ in stile Mazzarri; una volta l’arbitro, un’altra gli infortuni e le assenze per Covid, un’altra ancora la vicinanza con la partita di coppa … tutto giusto eh, ma darsi continuamente degli alibi rende ciechi di fronte ad una situazione che sta sfuggendo di mano.

Perdere per strada per mille motivi 5 o 6 punti ci può stare, ma quando sono 15 o 20 i discorsi stanno a zero ! Vuol dire che gli altri sono più forti, più convinti, più affamati. O che tu non stai facendo appieno il tuo dovere. In questo “TU” ci metto i giocatori, l’allenatore, la società.

La società, per le scellerate scelte di mercato ed una immutata tendenza a focalizzarsi più sulla generazione di utili che sul potenziamento tecnico della squadra (operazioni Gosens e Romero docet), il Mister per una certa stagnazione a livello di idee (non puoi, davvero non puoi perdere 10 partite interne allo stesso modo senza mai provare una vera variazione sul tema), i giocatori troppo spesso sovrastati dagli avversari in termini di voglia ed entusiasmo.

Adesso ci siamo messi nella scomoda situazione di dover dipendere dagli altri, essendo posizionati dietro alle rivali. Fare “all-in” sull’Europa League più che una scelta è ormai “the only chance” per vincere qualcosa e rientrare nell’Europa che conta. Ma è come giocare alla roulette russa, perché ammesso e non concesso di passare il turno giovedì sera col Lipsia, c’è una semifinale da giocare e poi una finale da disputare con tutta probabilità con una fra Barça, West Ham o Lione, con ovvie maggiori possibilità che ci siano i blaugrana dall’altra parte de campo.

Oggettivamente, non abbiamo più di un 10% di probabilità di sollevare la coppa. Per fortuna, lo sport a volte ci riserva delle enormi sorprese, quindi speriamo che una stagione jellata e mal giocata possa rivelarsi la migliore della nostra storia ! Ma nutrire speranze da tifoso innamorato della propria squadra è una cosa, valutare le cose con oggettività e realismo un’altra.

Se, malauguratamente, dovessimo restare fuori da tutto, verrebbe il momento della verità per la nuova proprietà. Proprietà finora assente e silente in un modo che comincia ad essere preoccupante: dopo due mesi dall’acquisizione della società ancora non vi è stata una conferenza stampa ufficiale, una dichiarazione d’intenti che vada oltre un comunicato stampa didascalico e che traccia improbabili parallellismi fra l’Atalanta B.C. ed i Boston Celtics. Perché una debacle totale obbligherebbe la società a valutare una rifondazione totale della squadra, magari partendo dalla guida tecnica. E, senza una disponibilità a pagare ingaggi allettanti, sarebbe praticamente impossibile attrarre talenti dalle altre leghe, ammesso e non concesso che un calciatore sia disposto a sacrificare le proprie ambizioni sportive nel breve termine a fronte di un ingaggio superiore. Non c’è che dire, ci siamo messi in una situazione davvero scomoda quest’anno, con grandi responsabilità di tutte le componenti del “mondo Atalanta”.

 

Scozia

By staff
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